Accelerare la crescita di VMware sul mercato italiano è l’obiettivo che Raffaele Gigantino, country manager da inizio estate, deve portare avanti facendo leva sia sui clienti sia sull’ecosistema dei partner che aiutano a scaricare a terra le soluzioni tecnologiche a portafoglio.

In carica dal luglio, e già battezzato al primo VMworld a Las Vegas a fine agosto, Raffaele Gigantino eredita una squadra con obiettivi di business e di persone, in continuità con il lavoro e il team costruito da Alberto Bullani, ora senior director VMware vSAN e HCI per la Regione SEMEA:Le aziende sono fatte di persone e sviluppare i talenti è una delle mie priorità – esordisce in un incontro a Milano -. Ho trovato una squadra motivata con competenze tecniche. Lato business, insieme spingeremo sul rafforzamento della strategia di modernizzare il data center, nella direzione del multicloud, con attenzione anche agli aspetti di sicurezza, dalle singole applicazioni al data center”.

Gigantino, che ha un passato in Microsoft (come Director Solution Sales per data, artificial intelligence, cloud & enterprise in Western Europe), nasce con le mani sulla tecnologia, e spinge sui quattro ambiti su quali VMware ha impostato la propria roadmap: iperconvergenza, multicloud, rete e sicurezza, digital workplace.

Raffaele Gigantino, Country Manager di VMware Italia e Luca Zerminiani, Sr. Presales Manager di VMware
Raffaele Gigantino, Country Manager di VMware Italia e Luca Zerminiani, Director System Engineering Italia di VMware

Dati a supporto

Il momento di mercato sembra favorevole. Il multicloud, dati di Forrester alla mano, è adottato dall’89% delle imprese che utilizza almeno due cloud diversi, mentre il 74% sfrutta tre o più cloud pubblici. In questo scenario la gestione unificata dei diversi cloud è una richiesta di molte realtà che devono aumentare efficienza nella gestione, gestione in tempo reale, semplice e automatizzata. “Credo che sia un momento propizio per indirizzare il mercato, che secondo Assinform vale 68 miliardi di euro e crescerà nei prossimi tre anni del 3,1% al 2020. Soprattutto nel software dove la crescita è più significativa (+5,9). Questo mi spinge ad affermare che c’è un’opportunità da cogliere soprattutto in ambito cloud, un comparto che vale 2 miliardi di euro, con crescite del 20% anno su anno”.

La strategia in area data center è quella di passare dal Software Defined Data Center a un Self Driving Data Center, in un movimento continuo che sta spostando l’elaborazione dei dati dal data center centrale all’edge, dove Gartner prevede che nel 2022 si generà il 75% dei dati. “Come le auto a guida autonoma, stiamo andando verso un data center che deciderà da solo il da farsi, partendo dai dati e dall’analisi degli stessi“ precisa Luca Zerminiani, Director System Engineering Italy di VMware. In sintesi, l’acronimo rimane lo stesso, SDDC, ma è abilitato da machine learning, intelligenza artificale nativa, che rende il data center autonomo, efficiente ed economico.

Colla e partnership

“VMware rimane il collante tra server, rete e cloud, elementi tutti presenti in azienda” aveva ribadito Pat Gelsinger al recente VMworld, definendo l’azienda il ponte tra i diversi silos per rendere le applicazioni più fluide, e per permettere ai clienti di scegliere tra i diversi fornitori di cloud. “Le partnership con i service provider in ambito cloud (IBM e Amazon Web Services) ci permettono di essere considerati non più come un partner transazionale ma come un partner a valore, di supporto all’utente finale” precisa Zerminiani ribadendo che proprio nell’ottica del multicloud, con le aziende attente a scegliere la combinazione migliore per ottimizzare risorse e costi, rientra l’acquisizione di CloudHealth. “Più di 80 servizi sono oggi disponibili per la partnership VMware Cloud on AWS precisa spiegando che il cloud ibrido diventa “il modo normale” per fare integrazione e che VMware lavora con 3.200 cloud provider a livello mondiale.

Lo scenario interessa tutti i vertical, dalle banche al settore manifatturiero e la sfida è rispondere alle esigenze insieme ai partner con la strategia battezza Epic (Execution, Passion, Integrity, Customers) che rappresenta la cultura dell’azienda che vuole fare di VMware una community, ponendo l’attenzione verso una società sostenibile. Il 24% dei dipendenti è donna” precisa Gigantino.

Sicurezza a livello organizzativo

In questo scenario rientra di petto la sicurezza, puntualizza Rodolfo Rotondo, Senior Business Solution Strategist VMware. “I costi sugli investimenti di sicurezza sono crescenti in tutte le aziende e la sicurezza prende il 10% del budget della spesa IT, in un mercato che genera un business complessivo di 600 miliardi di dollari. Il nostro obiettivo  è ridefinire la superficie di attacco, perché non riuscendo a ridurre il numero degli attacchi, si può limitare il campo di gioco, mantenendo in sicurezza le nostre infrastrutture”. Si deve garantire la sicurezza a dati e infrastrutture, in un perimento sempiù più ristretto.

Rodolfo Rotondo, Business Solutions Strategist, VMware
Rodolfo Rotondo, Business Solutions Strategist, VMware

“Integrare e modernizzare il data center porta la sicurezza a livello organizzativo – continua Rotondo -. Dal momento che la sicurezza è trasversale deve arrivare fino all’utente, alle cose connesse, non solo pensando al digital workspace ma anche al mondo nel suo complesso: ma diminuire la superficie di attacco prevede che si studi bene il cliente, lo si sensibilizzi sull’importanza della sicurezza come strumento per trasformare il business. Bisogna che il cliente stesso capisca su cosa concentrarsi, attraverso la nostra infrastruttura potrà garantire controllo addizionale in qualsiasi contesto. L’infrastruttura è la colla di ogni cosa, per qesta ragione alcune soluzioni di sicurezza vengono inglobate nativamente nell’infrastruttura stessa. Lavoriamo per questo con tutti i vendor di sicurezza di cui siamo partner infrastrutturali“. Lo testimonia la presenza al Cybertech Europe 2018 a Roma, come unico vendor non di sicurezza presente. 
Sulla scia di quanto aveva dichiarato Pat Gelsinger:“non saremo la più grande azienda di cybersecurity al mondo ma la più importante perché abilitiamo le aziende ad essere sicure”.
La squadra di Gigantino in Italia conta oggi 127 persone e sarà al prossimo VMworld di Barcellona, a inizio novembre, che Gigantino farà una seconda full immersion “tecnologica e stategica” confrontandosi con il resto delle country europee.

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