Per un’analisi completa sullo scenario italiano FinTech è necessario cogliere il punto di vista di una delle aziende italiane che lavora e si sta conquistando una buona posizione nel segmento del lending (prestiti)Ignazio Rocco di Torrepadula, founder e Ceo di Credimi, ci racconta le principali tappe evolutive della sua FinTech e la sua visione prospettica di questo comparto.

Credimi, mercato ed evoluzione

Credimi, costituita a fine 2015, è “un’impresa giovane” che ha ottenuto l’autorizzazione da Banca di Italia a operare come intermediario finanziario nel 2016. La racconta così Ignazio Rocco: “È presente sul mercato da 2 anni, nel corso dei quali è riuscita a consolidare la propria presenza non solo tra le Pmi, ma anche tra grandi aziende del tessuto industriale italiano”.

Nata con l’obiettivo di digitalizzare il processo di factoring, quella che possiamo definire “quasi” una startup, vanta oggi una base utenti di ben 3.500 aziende di medie e grandi dimensioni, posizionandosi nella fascia medio-alta delle realtà che popolano il segmento dell’invoice financing in Italia.

“Oggi utilizzare prodotti di finanza alternativa sta diventando sempre più normale. I Cfo e i direttori amministrativi sono sempre più coscienti delle potenzialità degli strumenti digitali di finanza e credito, mostrando un particolare interesse e propensione alla loro adozione”, spiega Rocco di Torrepadula. Un’affermazione confermata dai numeri di Credimi, infatti prosegue, “se nei 2 anni di mercato Credimi è riuscita ad erogare finanziamenti per circa 300 milioni di euro in termini di fatture commerciali finanziate, nel primo trimestre del 2019 abbiamo già erogato 130 milioni di euro”.

Il target di riferimento di Credimi è rappresentato da aziende del mondo b2b, principalmente fornitori o qualsiasi organizzazione che ha all’attivo processi di fatturazione nei confronti di altre entità del mondo enterprise.

Il lavoro principale è il finanziamento dei crediti commerciali, realizzato attraverso l’acquisto e la cessione di fatture a credito. La rivoluzione è nella digitalizzazione del tradizionale servizio di factoring erogato da banche e istituti finanziari, realizzato in maniera nettamente più veloce e flessibile del consueto.

Credimi e processo di factoring

Ignazio Rocco di Torrepadula, Ceo di Credimi
Ignazio Rocco di Torrepadula, Ceo di Credimi

Alla base della nostra soluzione vi è un algoritmo proprietario in grado di automatizzare tutto il lavoro a monte del processo di Invoice Financing”. Il tool è molto semplice nel suo utilizzo: si inseriscono le partite iva del cedente e del ceduto e, attraverso una sofisticata analisi di dati strutturati e destrutturati provenienti da diverse fonti – Cerved, Infocamere, Centrale rischi, Web, archivi protesti, etc.-. il motore macina informazioni, elabora e produce un’analisi e una proposta creditizia, restituendo il rating.

“Il plus di Credimi sta nell’automazione di questa fase istruttoria del processo, che consente di ridurre le tempistiche del factoring a 3 soli giorni nel complesso”, aggiunge Rocco di Torrepadula, “È a questo punto che subentra il lavoro umano del lending manager che, liberato, grazie al robot, dalle procedure operative a monte, può dedicarsi alla parte più consulenziale del proprio lavoro fatto di relazione con il cliente e giungere ad una decisione finale”.

Altro punto di forza e elemento distintivo di Credimi riconosciuto da direttori amministrativi e Cfo è la sua flessibilità: la FinTech del lending consente la cessione anche di una sola fattura, è possibile avviare l’analisi creditizia e decidere poi di non usufruire del servizio, o decidere le tempistiche per anticipare la fattura.

Senza costi fissi o di istruttoria. Spiega il Ceo: “La velocità e la flessibilità rendono la nostra soluzione facilmente applicabile: il 70% dei nostri clienti non aveva mai fatto ricorso a servizi di factoring prima. Credimi ha reso possibile una maggiore presa di coscienza di questi strumenti, e conseguente diffusione”.

Un capitale raccolto negli anni

I numeri di Credimi raccontano una crescita negli anni. E per finanziare crediti per quegli importi si rendono necessari aumenti di capitali importanti. Rocco di Torrepadula: “Sin dalla nostra costituzione, abbiamo ricevuto round di finanziamento consistenti. Prima nel 2015, in fase di seed, abbiamo raccolto 8 milioni di euro da parte di un gruppo di imprenditori, che hanno replicato nel 2018 l’aumento di capitale con l’aggiunta di United Ventured e Vertis, raggiungendo quota 10 milioni di euro”.

In Italia round di investimento di tale portate sono rari, ma per un intermediario finanziario la consistenza del bilancio è fondamentale e propedeutica all’esercizio del proprio lavoro di finanziamento diretto.

Chiosa il Ceo:“Credimi non mette fatture all’asta, finanzia direttamente i crediti commerciali. Ciò ci consente anche di arrivare dal cliente con un ampio portafoglio di soluzioni di finanziamento possibili. Inoltre, grazie al motore di analytics, riusciamo ad erogare i nostri servizi in maniera veloce e a prezzi altamente competitivi”.

Il futuro del lending

La chiacchierata si conclude con la visione prospettica sul futuro del lending in Italia. Secondo il Ceo: “il futuro sarà sempre più fatto di dati e connessioni, e la Psd2 rappresenterà di sicuro una leva per consentirci una più semplice integrazione con gestionali già adoperati dai nostri clienti. Ad oggi la normativa ancora non ha prodotto a pieno i suoi frutti, ma ci attendiamo che anche qui, come già avviene in Inghilterra, l’evoluzione naturale del comparto in cui la mia azienda opera sarà ulteriormente abilitato e velocizzato dalla possibilità di integrarsi nativamente con gestionali terzi, automatizzando ancora di più il lavoro di raccolta dei dati per la fase a monte di istruttoria nel processo di erogazione del credito”.

Rocco di Torrepadula conclude che in un futuro così delineato, la figura del Cfo o del credit manager ricopriranno ancora di più un ruolo di guida strategica dell’impresa, supportati e potenziati dalla tecnologia sui lavori più operativi. 

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