Tra gli obiettivi della sanità futura è di fondamentale rilevanza la capacità di monitorare e controllare costantemente i pazienti cronici in modo da ridurre eventi acuti e ricoveri urgenti, costosi per la collettività. Si tratta di un obiettivo importante da raggiungere se si pensa che oggi le malattie croniche drenano circa l’80% della spesa sanitaria di ciascun Paese.

La valorizzazione dei dati 

Un secondo obiettivo nell’agenda della sanità del futuro riguarda la necessità di monitorare e raccogliere i dati di costo e di esito dei percorsi terapeutici per ciascun paziente, in modo da ricostruire il valore che il sistema sanitario garantisce ad ogni cittadino, secondo i dettami del modello del Value Based Healthcare, che ribalta il concetto della sanità come costo Paese per sposare il paradigma di un sistema che deve generare benefici, dunque valore, per i singoli e per la collettività.

Internet of things applicata alla sanità abilita questi ed altri scenari e incrementa l’efficacia dei percorsi terapeutici e della presa in carico della cronicità attraverso numerosissimi ambiti applicativi. Che possono riguardare, per esempio, il monitoraggio da parte dei caregiver, dei case manager o ancora del medico di medicina generale dell’avvenuta assunzione dei farmaci prescritti al paziente anziano o fragile, o la raccolta di parametri clinici da monitorare da parte del proprio medico e dello specialista.

IoT, sanità e dispositivi

Ma l’IoT in sanità può essere fruibile anche attraverso dispositivi indossabili, per esempio per rilasciare farmaci salvavita come nel caso di cerotti o sistemi sottocutanei per il monitoraggio della glicemia o microinfusori. Infine, i dispositivi impiantabili come i pacemaker che consentono anche il monitoraggio dei parametri cardiaci o il corretto funzionamento del sistema stesso e il suo grado di usura, gli ingeribili per praticare esami altrimenti invasivi quali gastroscopie o colonscopie.

L’IoT in sanità trova applicazione anche in una logica industriale, per il monitoraggio e la manutenzione da remoto dei dispositivi medici e degli apparati medicali che sempre più sono soggetti a logiche di servitizzazione e dunque forniti alle strutture sanitarie as a service, in base a canoni che includono la manutenzione proattiva, i pezzi di ricambio e la sostituzione al termine del ciclo di vita.

IoT in sanità, i numeri

I dati disponibili a livello globale evidenziano l’esplosione dell’IoT in ambito sanitario che detiene ormai il 40% delle tecnologie sviluppate nell’intero mercato IoT. Il Barometro IoT 2019 di Vodafone dichiara che il 77% degli utilizzatori di soluzioni IoT nel settore sanitario incrementerà la spesa su questa voce e amplierà l’ambito di utilizzo.

Gli incrementi degli investimenti registrati nel settore evidenziano una maggiore fiducia nell’IoT e nella sua capacità di migliorare gli esiti di salute per il paziente, aspetti fondamentali sia per i sistemi sanitari, sia per le compagnie assicurative e i fondi privati che finanziano parte di quei sistemi.

La situazione italiana evidenzia un utilizzo dell’IoT in sanità ancora circoscritto, spesso ad opera di singoli medici specialisti, applicati o su specifici cluster di pazienti, o all’interno di sperimentazioni regionali.

Le rilevazioni di NetConsulting cube per l’Osservatorio eHealth Lab svolte nel 2018, hanno evidenziato come in Italia le strutture sanitarie investano ancora poco sulle componenti più innovative quali robotica, stampa 3D, intelligenza artificiale e IoT: solo il 13% del mercato digitale sanitario italiano (circa 1,6 miliardi di euro) è dedicato all’innovazione, valore insufficiente per svecchiare il sistema sanitario. Lo zoom sull’IoT  ci dice che gli investimenti risultano ancora molto contenuti, in particolare presso le strutture private.

IoT in sanità – Fonte NetConsulting cube

Possibilità e obiettivi

Tornando alle considerazioni iniziali, Internet of Things in sanità permette di raccogliere dati molto importanti per il sistema e per il paziente: in particolare permette di rilevare gli esiti di cura, quindi di monitorare lo stato di salute del paziente e di trasmettere dati sui parametri clinici; permette di ottimizzare i costi legati alla cura, ad esempio nella somministrazione corretta dei farmaci evitando sprechi o vuoti terapeutici che possono portare ad episodi acuti (e dunque maggiori costi per il sistema).

In generale l’IoT in sanità ha una valenza sicuramente strategica, per numerose patologie e consente di digitalizzare il percorso terapeutico e la presa in carico e monitorarne costi e risultati.

Tutto ciò potrebbe però non essere sufficiente: la rivoluzione di Internet of things in sanità sarà completa quando essa integrerà intelligenza artificiale che, analizzando i dati provenienti dai dispositivi sarà in grado di renderli disponibili ai medici, alla ricerca, alla prevenzione e potrà anche restituirli agli stessi dispositivi per generare allarmi e segnali, inviare messaggi al paziente e ai caregiver, creare azioni ed attivare soccorsi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi l'articolo: