MSP Day 2019 si conferma alla sua seconda edizione un momento di confronto per il mercato. Lo attestano gli oltre 350 partecipanti di cui 250 MSP e i 25 espositori (contro i 12 della passata edizione) che Achab chiama a raccolta a Riccione nella giornata dell’evento. Si tratta di fornitori di servizi IT gestiti o managed service provider, partner attuali o potenziali dell’azienda, ma anche competitor, un insieme di realtà variegate ma accomunate dalla necessità di continuare ad erogare con efficacia servizi a valore in un mercato in trasformazione. Tra gli sponsor: Datto, Netwrix, Wildix, Webroot, Auvik, Brennercom, Kaspersky.

Un modello che si prepara a diventare uno standard ma serve capire il nuovo approccio, interpretarlo e coglierne le opportunità.

In questo scenario, l’MSP Day vuole diventare il “punto di incontro e raccordo tecnologico cross vendor e cross platform, che mancava in Italia”, puntando anche al futuro. Già in agenda infatti la data della terza edizione, il 19 giugno 2020.

La visione lungimirante di Achab

E’ Andrea Veca, Ceo di Achab, intervistato nel corso dell’evento, a parlarci di questa strategia: “Oggi siamo qui a Riccione perché vogliamo avere un ruolo di evangelizzatori di un processo in atto; è questo che ci preme maggiormente – esordisce il manager –. L’Italia ha bisogno di buone infrastrutture informatiche e l’unica strategia per differenziarsi e sopravvivere è offrire servizi gestiti. Bisogna passare dalla rivendita di prodotti e ore di assistenza all’erogazione di servizi a valore”.

Andrea Veca
Andrea Veca, Ceo di Achab

“E’ da quasi 15 anni che parliamo di MSP come modello di business – prosegue Andrea Veca – sostenendo un approccio consulenziale che superi il concetto di break-fix (riparo una soluzione o sostituisco l’infrastruttura solo quando non funziona o è obsoleta) e spingendo verso l’adozione di un approccio proattivo nell’adozione dei processi di automazione e canoni ricorrenti. E oggi la nostra vision trova conferma nei dati”.

Il settore MSP registra infatti una crescita a livello globale; un modello già ampiamente adottato e funzionante negli Stati Uniti, dove molti vendor si presentano con un’offerta di MSP e dove i fondi di private equity investono in modo massiccio, a conferma dell’efficacia del business.
Una crescita che Andrea Veca stima in un incremento del 10% nei prossimi cinque anni e con una particolare accelerazione nei prossimi due.

Italia, all’inizio del percorso

Un trend che investirà presto anche il nostro Paese: “Oggi siamo solo all’inizio del percorso perché il mercato italiano non ha ancora recepito appieno le potenzialità di questo modello di business; qui il volano MSP si sta mettendo in moto solo adesso ed è legato alla forte accelerazione che si registra in termini di automazione anche tra le realtà medio-piccole, un mercato potenzialmente ricchissimo perché abbraccia tutti i campi di attività”, prosegue il Ceo.

Un mercato in fermento che rende alle realtà che già vi operano, rileva un report di Achab illustrato nel corso dell’evento: nel 2018 il 65% degli MSP (in prevalenza realtà con meno di 10 persone e 100 clienti e contratti di servizio di durata annuale) dichiara un aumento del proprio fatturato nell’ultimo anno, e di questi, quasi la metà lo ha incrementato di oltre il 10%. Il 71% delle aziende crede inoltre che ci sarà un ulteriore aumento di fatturato anche nel 2019.

Achab - ricerca MSP 2018
Achab – Lo stato degli MSP in Italia – Report 2019

Achab stessa testimonia l’efficacia del modello: l’azienda registra nel 2018 una crescita del +20% anno su anno in termini di fatturato, trend confermato anche per il 2019, o semmai corretto al rialzo, annuncia Veca.
Un business che si rifà ad un’offerta trasversale che passa dalla business continuity e backup, alla sicurezza, alla gestione delle reti e della documentazione It, all’assessment It, alla messaggistica e connettività, grazie ai partner a cui l’azienda si affida da sempre. 

Problema “filosofico” nella sicurezza 

Ad entrare nel merito delle tecnologie è Claudio Panerai, Cto di Achab, che racconta lo stato dell’arte sulle vulnerabilità e soprattutto il ruolo che il machine learning deve giocare oggi in ambito sicurezza.
Rifacendosi ad alcuni dati dell’ultimo rapporto Clusit sugli gli attacchi, Panerai segnala che nel 2017-2018 cresce del +37% la velocità degli attacchi, contro il 3,7% dell’anno precenente, ovvero con una rapidità 10 volte superiore. In aumento il semplice malware, così come le minacce sconosciute (+47%); l’Italia è al primo posto per quanto riguarda le infezioni da ramsomware. Nel 2018, per la prima volta, i cryptojacking o cryptomining superano i ramsoware. Il 40% delle url malevoli è ospitato su domini buoni e i virus si mischiano e si confondono sempre più con i sistemi operativi.

Una carrellata di dati drammatici che evidenzia un problema di awareness, dichiara Panerai: “Serve un grande lavoro di consapevolezza con i nostri clienti perchè abbiamo un problema “filosofico”: abbiamo creato un mondo digitale senza pensare alla sicurezza; ce ne accorgiamo oggi ma è troppo tardi e quindi la protezione tradizionale non può che giocare di reazione, con un approccio nuovo alla sicurezza multi-livello”.

Claudio Panerai, Cto di Achab
Claudio Panerai, Cto di Achab

La risposta non possono che essere il machine learning e il deep learning, in grado creare algoritmi di auto-apprendimento che possano distinguere le informazioni buone da quelle malevole sulla base di modelli matematici generando interazione uomo-macchina con vantaggio reciproco.
La piattaforma di Webroot a cui Achab si affida per realizzare questi processi, incarna il concetto di ML applicato alla sicurezza; il cloud di Webroot è infatti in grado di classificare il 59% dei file sconosciuti entro 60 minuti dalla loro comparsa e di arrivare al 91% entro le 12 ore. Ma dà il meglio di sé nei siti di fishing, dove arriva ad individuare il 98% delle minacce in tempo quasi reale.

Be remarkable

Gli MSP sono piccoli dappertutto, non solo in Italia, e nonostante ciò il loro modello funziona – dichiara Andrea Veca nel suo input finale -; possiamo quindi applicare le ricette che funzionano anche al nostro business”

Il Ceo prende a prestito proprio una di queste ricette da Jamie Warner, fondatore di eNerds, un MSP australiano che in quattro anni ha aumentato il proprio fatturato di 4 milioni di dollari basandosi su un manuale del perfetto MSP da lui creato, che sintetizza in una piramide a sette livellimodello di business, persone, sistemi, offerta commerciale, strategia di marketing, vision e purple cow. E’ proprio su quest’ultimo elemento che Veca punta l’attenzione e conclude l’evento: “Dare un servizio eccellente è il punto di partenza per far crescere il cliente contestualmente a noi. Ma la qualità si riscontra solo sul risultato. Oggi gli MSP in Italia non sono molti ma sono destinati a crescere sempre più; bisogna pertanto puntare sulla differenziazione, e come suggerisce Seth Godin, cominciare a pitturarsi di viola”. 

Andrea Veca, Ceo Achab
Andrea Veca, Ceo di Achab

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