Entro il 2022, oltre la metà dei dati generati dalle aziende sarà creata ed elaborata fuori da data center e cloud. Dati che, per loro natura, è più facile che sfuggano al controllo, richiededendo maggiore protezione che spesso le sedi remote faticano a garantire perché non dispongono delle stesse risorse di protezione tipica del data center, del core.
E’ partendo da questa evidenza che si snoda la chiacchierata con Fabio Pascali, country manager Italy di Veritas, che trova nella complessità delle trasformazioni aziendali di oggi ambiente fertile per portare avanti l’idea alla base del modello di business di Veritas: la semplificazione della trasformazione digitale di qualsiasi azienda di fascia enterprise.

Tre anime, unica piattaforma

Una semplificazione che poggia sua una unica piattaforma – Enterprise Data Services Platform – che ha tre pilastri a sua volta: alta affidabilità, protezione dei dati e visibilità del dato (IT inside).

“Non c’è nessun cliente uguale agli altri – esordisce Pascali, incontrato a Milano in occasione del Veritas Vision Solution Day -. Ogni realtà è un caso unico, per scelta di cloud, onpremise, open source, logica di sviluppo devops, container…. ogni azienda gestisce la propria complessità in modo diverso con la necessità di ottimizzare tecnologia e business. La nostra proposta è di gestire la complessità attraverso una unica piattaforma che poggia sui tre pilastri”. Una complessità dovuta da una parte a personale IT non specializzato, infrastrutture obsolete, ambienti aziendali in continua evoluzione che necessitano di protezione dei dati fino agli uffici remoti, dall’altra ai nuovi trend come 5G e IoT che spingono verso una infrastruttura IT decentralizzata.

Fabio Pascali, Country Manager Italy di Veritas Technologies LLC
Fabio Pascali, Country Manager Italy di Veritas Technologies LLC

In ambito availability, schematizza Pascali, uno dei casi più richiesti dai clienti è di avere una soluzione valida di disaster recovery, che possa garantire il passaggio dei workload da onpremise a coud in modo automatizzato, con perfetto allineamento del business. “Abbiamo in essere partnership importanti per spostare le applicazioni grazie ad availability zone che rendono trasparente e semplice qualsiasi migrazione, come quella con Accenture, precisa.

In ambito data protection, la piattaforma protegge fino ai microservizi, ai singoli docker in container, grazie ad appliance software nell’edge (“mercato che ha registrato una crescita notevole”). E’ proprio in questo ambito che Veritas presenta oggi a livello mondiale Veritas Flex 5150, un’appliance specifica per la protezione dei dati all’edge delle reti aziendali in grado di portare la protezione NetBackup agli uffici remoti, attraverso un’architettura containerizzata  in modo da offrire una protezione uniforme all’intera azienda. Flex 5150 è un importante primo passo per estendere la copertura della piattaforma Enterprise Data Services oltre il data center e il cloud – precisa Phil Brace, executive vice president storage solutions di Veritas -. Questa appliance, disponibile entro l’anno, basata su container è progettata per aumentare l’efficienza e l’efficacia della protezione dei dati “at the edge”, senza bisogno di personale IT dedicato per farlo e questo consente di risparmiare tempo, denaro e riduce i rischi di eventuali tempi di inattività”.

In ambito IT Inside, l’acquisizione dello scorso maggio di Aptare, azienda californiana specializzata nelle soluzioni di analytics per ambienti cloud ibridi, completa la piattaforma nell’ottica di analizzare e trarre valore dai dati (ovunque siano archiviati). “La nostra piattaforma, oltre a capire il valore dei singoli dati, analizza trend e ogni singola componente. Un approccio che ci fa parlare con le figure di IT delle aziende da sempre nostri interlocutori principali ma che ci apre le porte anche ai responsabili della protezione dei dati, il Dpo, o degli audit, perché la parte di compliance alle normative non è più rimandabile”

Il peso delle alleanze

Guardando al business complessivo di Veritas (“protezione dei dati aziendali nel mercato del software-defined storage”), la data protection rimane ad oggi la parte pià significativa del business (“per il quattordicesimo anno consecutivo siamo nel quadrante Data Protection di Gartner”) ma crescono le componenti di availability e di IT inside.

“Il 52% dei dati non strutturati in azienda è sconosciuto e questo fenomeno detto del dark data è diffuso non solo a livello mondiale ma anche in Italia. Stiamo facendo un percorso di ottimizzazione con i clienti per ridurre e gestire il fenomeno, con una doppia valenza: da una parte ricerchiamo l’ottimizzazione dei costi, dall’altra la riduzione del rischio. Semplicemente eliminando i dati non acceduti da oltre 7 anni presenti in azienda, si ottiene un risparmio del 30%: una gestione intelligente e semplificata del dato, che va ad impattare sull’intro business” argomenta Pascali.

Se il mondo della pubblica amministrazione è “componente di eccellenza nel nostro business”, soprattutto la PA centrale, i vertical di mercato più significativi rimangono finance, telco, utility e manufacturing. La corporate e livello Emea è contenta dell’Italia (il business sta crescendo a due digit, ndr) e per il 2020 l’accelerazione sarà sempre focalizzata sui nostri tre pilastri, in un modello di go-to-market indiretto con partnership tecnologiche e alleanze”.

Tra le prime, vendor quali Pure Storage, Nutanix, Hitachi, e Ibm (“per noi più un system integrator perché ha aree di competition su parte dell’offerta”), o il mondo del cloud a partire da AWS, Google e Microsoft (“abbiamo soluzioni native nei cloud di tutti gli hypervisor). Tra le seconde Dedagroup, Lutech, R1, accanto alle partnership globali come quelle di Atos o DXC. “L’accelerazione dei competitor attorno a noi ha fatto bene anche a Veritas, che si differenzia perché protegge il dato dal datacenter all’edge con una unica piattaforma”. Semplificazione il tema.

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