“Trasformare l’azienda, sia nei processi – con l’automazione dei servizi – sia dal punto di vista tecnologico. E’ un obiettivo cui tendiamo da anni” così Stefano Castellucci, Ict e infrastructure manager di TI Sparkle (Telecom Italia Sparkle), incontrato in occasione di .Next Conference, a Copenaghen, inizia la chiacchierata e spiega l’evoluzione della sua azienda, sia internamente, sia per quanto riguarda i servizi erogati.

Sparkle nasce nel 2003 come spin-off della divisione dei servizi internazionali di Telecom Italia. Oggi può essere definita, come fa Castellucci, il “braccio internazionale e l’operatore globale del gruppo Tim. Sparkle è presente in 33 Paesi, con 143 Pop distribuiti su quattro continenti (tutti esclusa l’Oceania); vi lavorano oltre 750 persone per un fatturato complessivo di circa 1,3 miliardi di euro.

TI Sparkle - Il posizionamento
TI Sparkle – Il posizionamento

Si muove quindi come operatore globale per offrire servizi internazionali – IP & dati, cloud e data center, corporate, mobile e voce –  a operatori di telefonia fissa e mobile, Isp, Ott, fornitori di contenuti e servizi media, application service provider e aziende multinazionali.

Il punto di forza di Sparkle è la presenza sul territorio con un’importante infrastruttura, a partire dalle risorse di cavi di rete in fibra. Si parla di circa 530mila chilometri di cavi (tra quelli sottomarini e terrestri) in parte proprietari e in parte consortìli che la qualificano come primo fornitore di servizi wholesale internazionali in Italia e ottavo nel mondo. 

Sparkle oggi vede in corso, tra gli altri, il progetto  del cavo proprietario BlueMed, in parte sottomarino e in parte terrestre, che collegherà Palermo con Genova fino a Milano, con una soluzione che permetterà l’attivazione di capacità in modo flessibile e dinamico.

Francesco Abrusci, innovation & engineering di TI Sparkle e Stefano Castellucci, Ict e infrastructure manager

Inoltre, a giugno la società ha annunciato la costruzione di Nibble, una dorsale fotonica a lungo raggio che collegherà la Sicilia con i principali Punti di Presenza (PoP) e datacenter [inno3.it] europei. Spiega Castellucci: “Con Nibble offriremo connettività ad alte prestazioni e bassa latenza con servizi scalabili e garantiti per soddisfare la crescente richiesta di aziende e operatori.

La trasformazione del data center

L’azienda inizia la sua trasformazione proprio con l’introduzione del primo cluster Nutanix nel data center (DC) di Catania, uno dei sei DC europei (tre sono in Grecia, due in Italia – entrambi in Sicilia – e uno in Turchia. Il cluster Nutanix viene utilizzato per l’erogazione dei servizi IT interni, quindi vi convergono tutte le applicazioni IT, ed è in fase di migrazione completa il data center di tutti i servizi interni.

La sfida per Sparkle si lega proprio alla natura legacy del proprio ambiente applicativo. Castellucci così la mette a fuoco: “Si tratta di spostarsi da un’architettura legacy ad un’infrastruttura iperconvergente, quindi di eliminare la complessità dell’infrastruttura utilizzando proprio l’idea alla base del cloud, cioè la ‘cloudification dei servizi’ per poi aprirsi al mercato applicando gli stessi concetti. Siamo partiti con Nutanix per la gestione dei big data, e lo facciamo in Hadoop con distribuzione Hortonworks, mentre prima usavamo tecnologie legacy”.          

Francesco Abrusci, Innovation & Engineering TI Sparkle
Francesco Abrusci, Innovation & Engineering TI Sparkle

Gli fa eco Francesco Abrusci, Cloud innovation & engineering di Sparkle: “L’altro importante filone di trasformazione riguarda l’implementazione di nuovi servizi cloud per offrire servizi sia a service provider sia al mercato retail.Sparkle ha vinto un’importante gara di fornitura di servizi cloud per la Comunità Europea per avviare un progetto che prevede l’implementazione e l’adozione dei sistemi di automazione necessari a erogare i relativi servizi”.

Su piattaforma iperconvergente, Sparkle quindi implementa un sistema di identity provider, requisito richiesto dalla Comunità, realizzato sfruttando microservizi, e basato su container. Il prossimo step sarà fornire servizi infrastrutturali ai clienti basati su hypervisor Nutanix (Acropolis, AHV), e per questo sta lavorando alle possibilità di integrazione.

Al momento, interviene Castellucci: “Tutta la nostra infrastruttura con software Nutanix è basata sull’hypervisor AHV.  Per quanto riguarda la componente hardware, la possibilità di non essere vincolati a uno specifico vendor risulta del tutto vantaggiosa e coerente con i nostri obiettivi di ottimizzazione dei costi”.

Daniele Mancuso, Chief Marketing Solutions & Business Development Officer presso Sparkle

A Nutanix, Sparkle arriva grazie all’esperienza di Daniele Mancuso, responsabile ingegneria ed innovazione di Sparkle fino alla recente nomina di Marketing Solutions & Business Developmentofficer, che già nel 2016 intravede le potenzialità della soluzione, quandol’iperconvergenza sostanzialmente non è penetrata in Italia.

Castellucci incalza: “E’ importante sottolinearlo perché dimostra come l’innovazione passa prima di tutto dai processi mentali; resistere al cambiamento non è un problema di tecnologie, ma di atteggiamento, mentre innovare senza accettare di cambiare modalità operative è difficilissimo”. I vantaggi arrivano proprio dalla semplificazione dei processi operativi.

La tecnologia iperconvergente permette, per esempio, di abbattere le difficoltà legate al bisogno di competenze verticali per nodo computazionale e storage. Sparkle in questo ambito segnala i benefici di Nutanix Prism, come interfaccia di gestione semplificata. L’azienda invece ad oggi non sta ancora utilizzando la piattaforma Nutanix per quello che riguarda lo spostamento di carichi di lavoro su infrastrutture di cloud pubblico, pur sotto osservazione.  

La sicurezza

Arriviamo al tema della sicurezza. Sparkle è ritenuta azienda strategica per la sicurezza nazionale ed è soggetta a Golden Power. Il Soc (Security Operations Center) interno si occupa della security di tutte le infrastrutture anche considerati i collegamenti con diversi Paesi strategici (tra cui la Turchia), le policy nei data center sono quindi particolarmente stringenti. 

Abrusci: “Se parliamo di sicurezza, da un anno e mezzo a questa parte, la tecnologia di Nutanix ci ha aiutato per esempio con la componente Flow. Su applicazioni complesse e multilivello, Flow è servito a farci trovare le configurazioni più adeguate a ‘blindare’ l’architettura, dal punto di vista logico”.

Prosegue Abrusci: “Ora il nostro impegno è volto all’apertura sul mercato della nostra proposta, utilizzando la tecnologia Nutanix – hypervisor incluso – per offrire servizi cloud ai clienti che prima seguivamo invece con tecnologie hypervisor di altri brand (tra cui Vmware)”. In un data center Sparkle vi sono tuttavia operative anche istanze con hypervisor Vmware, in relazione a specifici requisiti richiesti. Non solo, a parte il rapporto oltre come cliente, Sparkle è anche partner di Nutanix in questo ambito e ospita nel proprio data center di Catania uno dei siti di Disaster Recovery as a Service di Nutanix.

I progetti di TI Sparkle

In Sparkle è in piena evoluzione anche l’infrastruttura legata a Network Function Virtualization, oggi basata sullo standard de facto, Openstack. Sparkle sulle sue installazioni Openstack sta iniziando a collaborare con Nutanix per utilizzare l’hyper visor Ahv per “instanziarvi” sopra le nuove funzionalità di rete. Si tratta in pratica di creare nuovi cluster, ospitanti funzionalità di rete, su tecnologie Nutanix.

Un ambito di azione, su cui Nutanix è stata sollecitata a farlo, proprio da Sparkle, seguendo le esigenze manifestate dai clienti. Infine, tra le idee di Sparkle, quella di sviluppare il concetto di Telco Edge Cloud, con lo sviluppo di  PoP fisici e virtuali per espandere le funzionalità di rivendita di rete ai clienti nel rispetto dei principi di prossimità, sempre sfruttando la tecnologia Iperconvergente.  

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