Il mercato bancario mostra positività nei confronti dell’open banking e le partnership fintech cominciano a diventare una priorità, non solo in Europa ma anche in Italia.

Il trend è evidente e risponde alla nuova percezione che l’open banking rappresenti un’opportunità concreta per tutto il settore, da abbracciare subito per chi ancora non lo abbia fatto.

Il report realizzato da Tink in collaborazione con YouGov indaga l’evoluzione di questo mercato tra il 2019 ed il 2020 per rilevare a livello europeo gli approcci verso l’open banking, le strategie, i budget di investimento e le priorità del settore finance. Il campione degli intervistati conta 290 dirigenti finanziari di 12 paesi europei, di cui 30 in Italia.

Crescono fiducia e interesse

I dati rivelano una crescita di positività a livello europeo nei confronti dell’open banking. Quasi i due terzi degli istituti finanziari europei (61%) crede nelle opportunità offerte dal settore, con un incremento della fiducia del 6% nel 2020. 

Nel nostro Paese la percezione è altrettanto positiva ed in linea con il dato europeo: in Italia oltre il 60% degli intervistati si mostra bendisposto nei confronti dell’open banking, con un incremento del 3% della fiducia rispetto allo stesso dato analizzato nel 2019. 

In generale, oltre la metà degli intervistati (52%) si senta maggiormente positiva quando si parla di open banking rispetto allo scorso anno e solo l’1% esprime un riscontro più negativo.

Organizzazioni che vedono l'open banking come un'opportunità
 Studio Tink-YouGov – Organizzazioni che vedono l’open banking come un’opportunità

Mancano ancora le strategie

In un contesto in cui gli istituti finanziari europei riconoscono ormai le opportunità dell’open banking, i risultati dell’analisi evidenziano però che ancora in molti casi non si è fatto chiarezza su come realizzarne il potenziale.

In Italia, quasi due terzi degli intervistati (63,3%) indica l’open banking come un’opportunità per la propria azienda (a fronte di una media europea del 58,6%) e dichiarare di avere in atto una chiara strategia ben definita. Quasi il 27% degli istituti, per contro, sta ancora pianificando i prossimi step strategici.

Marie Johansson, country manager di Tink in Italia
Marie Johansson, country manager di Tink in Italia

“Siamo felici di riscontrare una crescente fiducia nell’open banking, percepito sempre più come un’opportunità per portare valore reale al cliente e sempre meno come un modo per trasformare modelli di business – commenta Marie Johansson, country manager di Tink in Italia –. Per le istituzioni che guarderanno oltre la conformità al PSD2 e sono pronte ad innovare con rapidità, c’è un enorme potenziale per la creazione di valore a breve termine. Comportandosi più come provider di terze parti (TPP) e sfruttando al massimo le API già presenti sul mercato, le istituzioni possono trarre vantaggi immediati, creando prodotti e servizi migliori ed una customer experience superiore“.

Fintech, priorità assoluta

Le partnership fintech sono considerate una priorità assoluta tra coloro che mettono in atto strategie di open banking. Il 22% degli enti del campione ha infatti attivato almeno una partnership fintech per accedere a tecnologie di open banking nel corso dell’ultimo anno e le realtà più lungimiranti hanno fino a cinque differenti partnership all’attivo.

Oltre due terzi del campione (69%), inoltre, ha aumentato il numero di partnership fintech nel 2019 e la stessa percentuale ha indicato che stabilire una partnership fintech è una priorità nei prossimi 12 mesi.

In Italia, è il 17% degli istituti finanziari ad avere attualmente in corso una partnership fintech per alimentare la strategia di open banking.

“Per raccogliere i benefici dell’open banking, gli istituti finanziari devono tradurre la propria strategia di open banking in una roadmap fatta di tecnologia, prodotti e servizi – dichiara Johansson -. Questo iter può essere accelerato attraverso le partnership strategiche grazie al supporto di fintech in grado di fornire la tecnologia, l’esperienza e la visione per guidare la creazione di valore nell’open banking. Finora, è un numero limitato di istituti ad aver stretto accordi di partnership per accedere alle tecnologie di open banking, ma il dato positivo è che la maggior parte dei dirigenti intende avviarne ulteriori nel giro di un anno, comprendendo come queste siano strategiche per creare valore per i clienti”.

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