Essenziale. Non solo il cloud ibrido presentato da Arvind Krishna, il nuovo Ceo di Ibm, ma anche il suo primo keynote virtuale (ormai prassi in tempi di Covid-19) che ha aperto il summit mondiale Think Digital 2020 con 90.000 registrati da tutto il mondo, lontani da quella San Francisco luogo d’elezione per tempi normali.

Essenziale Krishna: parte proprio dalle considerazioni sulla situazione dettata dalla pandemia (“Se c’è qualcosa che la pandemia ci ha insegnato è che la tecnologia ci sta permettendo di essere operativi e di continuare a innovare e le aziende si chiedono come usare la tecnologia per reinventarsi. Covid-19 è un punto critico, di non ritorno) ma approda subito alla tecnologia e alle sinergie necessarie per portarla sul campo.

Ed è essenziale anche nella scelta delle tecnologie che racconta, abilitanti: in uno scenario in cui è inevitabile la digitalizzazione delle aziende il cloud ibrido è la strada principale da seguire così come l’intelligenza artificiale, il mondo va in questa direzione (Tutte le aziende diventeranno aziende AI, non perché possono farlo ma perché devono –  ha affermato -. La crisi Covid-19 ha messo in luce le vulnerabilità di molte aziende. In risposta, le aziende stanno rapidamente adottando l’intelligenza artificiale e le architetture IT basate su cloud ibrido. Ciò sta sia permettendo loro di costruire agilità e resilienza nelle loro reti ora, sia preparandoli ad abbracciare tecnologie emergenti come 5G e edge computing”.

Essenziale perché la nuova Ibm post acquisizione di Red Hat da segnali sempre più forti di integrazione e sinergia tra le due anime. Lo vedremo negli annunci.

Arvind Krishna, Ceo, IBM
Arvind Krishna, Ceo di Ibm

Cloud ibrido la strada

Perché il cloud ibrido per Krishna? Quattro essenzialmente i punti toccati.  Il cloud ibrido – legato alla storia di ogni impresa e agli acquisiti di tecnologia passati – rispetta le scelte operative stratificatesi negli anni (1), non imponendo una trasformazione radicale totale che molte realtà economicamente faticherebbero a gestire. Così come sarebbe impossibile realizzare un cloud centralizzato senza limiti fisici (2) (“la latenza delle trasmissioni esiste”) e avulso dalle normative dei vari paesi (3) (“Gdpr, gestione dei dati e alla privacy). Invece, il cloud ibrido, sempre più nell’edge, tiene in considerazione queste questioni – investimenti passati, normative, limiti fisici – ed evita il rischio di lock in con unico provider (4) (“anche i vendor più innovativi possono perdere la loro verve”).

Qui entra in gioco nella narrazione del Ceo l’investimento fatto per acquisire Red Hat (“una scommessa importante per favorire l’hybrid cloud”) e la spinta sull’intelligenza artificiale “alla quale si affiancheranno in futuro, con un ruolo chiave nei nuovi sviluppi tecnologici, la blockchain e il quantum computing”.

In questa direzione vanno gli annunci delle due giorni da Watson AIOpsIbm Cloud Satellite (in versione abbozzata) al programma PartnerWorld, perché i partner trovino consistenza anche nel cloud.

Watson e AI per automatizzare l’IT

Guardiamo alcuni degli annunci principali. La nuova offerta Ibm Watson AIOps, basata su Red Hat OpenShift, consente alle organizzazioni di automatizzare le infrastrutture IT ed è progettata per supportare i Cio nel prevedere e indirizzare i risultati, allocare la forza lavoro su attività a maggior valore e costruire reti reattive e intelligenti al fine di garantirne il funzionamento senza soluzione di continuità. Risponde in questo modo a una delle criticità sollevate dagli anasliti: “l’impatto della sospensione delle attività di una azienda è di tipo reputazionale ed economico”. Secondo la società di ricerca Aberdeen, un’interruzione può tradursi in una perdita pari a 260.000 dollari all’ora,  mentre secondo Idc, le aziende che adotteranno soluzioni in questo ambito entro il 2024 saranno in grado di rispondere a clienti, competitor, legislatori e partner con una velocità superiore del 50% (fonte, Idc FutureScape: Worldwide Digital Transformation 2020 Predictions). Per questo Watson AIOps gira su ogni tipologia di cloud, collabora con un ecosistema di partner (inclusi Slack e Box), ed è in grado di aiutare le aziende nel rilevamento e nella diagnosi delle anomalie e nel ripristino rapido dei servizi.

Nuove funzionalità sono introdotte anche con Accelerator for Application Modernization with AI , sviluppate da Ibm Research all’interno del servizio di Cloud Modernization per consentire alle aziende di ridurre lo sforzo complessivo e i costi associati alla modernizzazione delle applicazioni grazie a machine learning e modelli interpretabili con l’AI

Rob Thomas, senior vice president IBM Cloud and Data Platform, IBM
Rob Thomas, senior vice president Ibm Cloud and Data Platform

“Ciò che abbiamo imparato dalle aziende di tutto il mondo è che sono tre i fattori principali capaci di determinare il successo dell’AI nel business: il linguaggio, l’automazione e la fiducia. La crisi Covid-19 e l’aumento del lavoro a distanzaspiega Rob Thomas, Senior Vice President, Cloud and Data Platform, Ibmstanno rendendo necessaria l’automazione dell’IA a una velocità e a un ritmo senza precedenti. Con l’automazione, stiamo offrendo ai Cio e ai loro team l’opportunità di dare priorità al lavoro fondamentale per le imprese digitali di oggi: gestire ed estrarre informazioni dai dati per applicare insight predittivi che contribuiscono all’efficacia del business e alla riduzione dei costi”.

Infine IBM Cloud Satellite (mostrato a livello prototipale), specificamente progettato con Open Source Kubernetes, fornisce il cloud come servizio on-premise o sull’edge per gestire con maggiore agilità ambienti e carichi di lavoro. “Per le imprese – spiga Krishna – la trasformazione digitale significa porre l’intelligenza artificiale al centro dei flussi di lavoro e utilizzare le intuizioni generate da quel processo per migliorare costantemente prodotti e servizi. Questa trasformazione è alimentata da un’architettura cloud ibrida che utilizza software open source che rende le aziende più sicure e consente loro di adattarsi rapidamente alle mutevoli esigenze dei clienti e alle mutevoli condizioni del mercato”. Ma è importante guardare anche agli aspetti di business.

Strumenti per automatizzare il business

Oltre all’automazione delle operazioni IT, Ibm ha presentato una serie di nuove funzionalità per dare strumenti concreti al business, per l’automazione del business planning (Ibm Cloud Pak for Data per aiutare il top management ad automatizzare l’accesso a dati di business e Ibm Planning Analytics per abilitare la pianificazione automatizzata, la definizione del budget e la capacità previsionale), per l’automazione delle business operation (Ibm Cloud Pak for Automation, per creare più facilmente soluzioni di automazione AI per lavori ripetitivi) per l’automazione dei call center (Ibm Watson Assistant per autoapprendimento e capacità simili agli assistenti virtuali grazie all’integrazioni delle principali piattaforme di customer service).

5g e Red Hat, guardando le telco

L’ultimo annuncio del Ceo Krishna ha riguardato le soluzioni cloud di rete telco basate su Red Hat OpenStack e RedHat OpenShift, indirizzare alle società di telecomunicazioni per accelerare la transizione verso l’edge computing e 5G, per gestire velocità di trasmissione dei dati, bassa latenza e ritardi minimi di trasmissione. “In questo momento di incertezza, le imprese stanno cercando di differenziarsi e di offrire ai propri clienti esperienze innovative, efficaci, adattive e sempre disponibili, rese possibili da tutte le infrastrutture tecnologiche, dal data center fino all’edge” ha dichiarato Denis Kennelly, general manager, Ibm Hybrid Cloud  –  Ibm sta aiutando le aziende a sfruttare appieno il potenziale dell’edge computing e del 5G con offerte multicloud ibride che riuniscono Red Hat OpenShift e la nostra esperienza nel settore per rispondere alle esigenze di business con un approccio unico”.

Jim Whitehurst, president, IBM
Jim Whitehurst, presidente di Ibm (precedentemente Ceo di Red Hat)

Le nuove soluzioni permettono ai clienti di sfruttare sistemi di intelligenza artificiale e analytics direttamente nell’edge, operano su Red Hat OpenShift (la principale piattaforma enterprise Kubernetes) e includono Ibm Edge Application Manager che permette la gestione autonoma, l’implementazione e l’amministrazione da remoto di carichi di lavoro di livello enterprise, Ibm Telco Network Cloud Manager con funzionalità di automazione intelligenti per orchestrare le funzioni di rete container e virtuali in pochi minuti, un portafoglio di applicazioni e servizi edge e nuovi servizi di Ibm Services per edge computing e per il cloud delle reti telco per abilitare il 5G e le soluzioni edge in tutti i settori.

Partner, spinta sul cloud

Nonostante il mondo dei Business Partner di Ibm (presenti in 170 paesi) ha subìto negli anni trasformazioni e focalizzazioni diverse – a valle di acquisizioni, cambi di rotta dettati da vertici dversi – ha da sempre lo stesso strumento di governo, quel programma – Ibm PartnerWorld – che fornisce loro competenze, vantaggi e offerte.

Oggi secondo tre direttrici – Build, Service and Sell – soprattutto per indirizzare il mercato del cloud (con una serie di tool per apprendimento, sviluppo, test, fino agli strumenti per accelerare l’acquisizione di competenze). La partner conference ospitata all’interno di Think Digital 2020 ha annunciato una serie di nuovi percorsi messi a disposizione dei Business Partner per creare applicazioni, sviluppare codici e integrare le proprie soluzioni, ma soprattutto per offrire servizi attraverso Ibm Cloud.

David La Rose, Gm, IBM Partner Ecosystem
David La Rose, Gm, Ibm Partner Ecosystem

Se in passato la componente di vendita (Sell) era svincolata, oggi l’integrazione delle nuove aree Build e Service risponde maggiormente alla vendita di soluzioni cloud ibrido o multicloud. “Il mondo è radicalmente diverso rispetto a qualche mese fa e il contesto di mercato attuale ha accelerato la tendenza ad adottare un modello di business flessibile – ha affermato David La Rose, GM, Ibm Partner Ecosystem -. In questo periodo i nostri partner commerciali continuano ad avvalersi di modelli di business basati su cloud e a rafforzare le proprie competenze digitali per rispondere alle necessità dei clienti, che devono affrontare anche nuove sfide. Il successo dei nostri partner dipende dalla loro adattabilità e ingegnosità, soprattutto nell’aiutare le imprese a superare queste sfide, ora più che mai. Confidiamo sulla scelta dell’approccio cloud ibrido aperto di Ibm, che in questo periodo di incertezza potrà guidare le organizzazioni a individuare nuove modalità per risolvere i problemi”.

Nuovi strumenti permettono ai partner di accelerare il passaggio al cloud dei clienti: una nuova forma di incentivazione, strumenti per approfondire le proprie competenze tecniche e capire i workload fondamentali per il business, un nuovo Partner Support Desk per offrire supporto personalizzato e proattivo tramite telefono, e-mail o chat, nuovi pacchetti dedicati ai partner che includono vantaggi nelle aree Cloud e Cognitive per favorire il processo di apprendimento, sviluppo e test delle soluzioni su Ibm Cloud.

In particolare tra gli strumenti offerti l’ampliamento delle offerte di finanziamento a tasso 0 per le nuove licenze in ambito Power, Storage e Software, l’offerta di soluzioni gratuite di cloud e AI in modalità SaaS per un periodo di 90 giorni e il lancio di una piattaforma My Digital Marketing gratuita per affiancare i partner nel passaggio al digital marketing.

Rometty e Whitehurst

Tra i protagonisti di questo Think Digital 2020 interessante ascoltare Jim Whitehurst, presidente Ibm (ex Ceo di Red Hat), che sottolienea la sinergia sempre più forte con Ibm e come “l’architettura aperta sia la chiave per aiutare a gestire anche le emergenze, perché l’interruzione causata da Covid-19 ha dimostrato perché è così importante per le aziende essere in grado di spostare i carichi di lavoro IT quando e dove sono necessari. Ora, più che mai, vediamo un disperato bisogno di velocità, agilità e flessibilità“.
Ma al di là della trasformazione alimentata da un’architettura cloud ibrida che utilizza software open source il tema è di più ampio respiro. Piace ascoltare ancora Ginni Rometty, executive presidente di Ibm, che in una chiacchierata con will.i.am (musicista e filantropo) ritorna sul momento critico sottolineando la necessità di una inclusione digital: “C’è un modo per rendere questa era digitale non solo umana ma inclusiva per tutti”. Il tema è davvero questo.

Virginia M. (Ginni) Rometty, executive chairman, IBM & will.i.am
Virginia M. (Ginni) Rometty, executive chairman, IBM & will.i.am

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