Nei prossimi cinque anni il valore delle transazioni compiute con l’utilizzo delle carte di pagamento virtuali (le virtual card) raggiungerà la cifra di 5.000 miliardi di dollari, praticamente triplicherà in cinque anni, rispetto al valore di “appena” 1,6 mila miliardi previsto per il 2020. E’ la prima evidenza espressa dal report Juniper Research Virtual Cards Consumer & Business Adoption, Competitive Analysis & Market Size 2020-2025 .

Il meccanismo alla base del funzionamento di questo sistema di pagamento squisitamente fintech è conosciuto: invece di utilizzare sempre la stessa sequenza di cifre come avviene con le carte di credito tradizionali, fisiche, le virtual card generano sequenze temporanee casuali e per questo si prestano in modo particolare per le transazioni online, riducendo i rischi.

Si tratta a tutti gli effetti di un sistema di pagamento digitale che funziona sfruttando le tecnologie di tokenizzazione che generano in modo automatico le credenziali di utilizzo e le informazioni per i controlli finanziari integrati per “finanziare la carta” per transazioni monouso o multiuso.

Infografica Virtual Cards (Fonte: Juniper Research)
Infografica Virtual Cards (Fonte: Juniper Research)

Con le carte di credito virtuali, conosciute anche come carte di credito online, i clienti possono effettuare pagamenti sicuri in Rete, anche se non possiedono una carta fisica. Le carte virtuali comprendono solo un numero di carta, una data di scadenza e un codice di sicurezza. Queste carte non hanno “caratteristiche fisiche” come una striscia magnetica o un chip Emv, e pertanto non possono essere utilizzate nella maggior parte dei negozi fisici (diversamente dalle carte prepagate).
Il sistema, come sottolinea il report, sarà sempre più apprezzato anche in ambito b2b se si considera che, sempre in base al valore, proprio le transazioni b2b rappresenteranno l’80% del totale. 

Per quanto riguarda le geografie, a far la parte del leone anche per i prossimi anni resterà il Nord America (per oltre il 60% del totale), ma è proprio quello europeo il secondo mercato a valore, maggiore complessivamente anche rispetto a quello di tutte le altre aree geografiche. Il report evidenzia come, solo nella fase di lockdown, il volume delle transazioni virtuali b2b nel 2020 sia cresciuto dell’11% e sottolinea allo stesso tempo che le transazioni generate attraverso virtual card consumer non supereranno il miliardo di dollari da qui al 2025.

James Moar, Juniper Research
James Moar, lead analyst Juniper Research

Per il 2020, il rapporto prevede un calo dei livelli di spesa di circa il 4% in gran parte da collegare alla riduzione dei viaggi di lavoro e delle prenotazioni online, ma allo steso tempo si prevede crescere di circa l’11% il numero delle transazioni, in relazione al bisogno delle aziende di autorizzare le spese da remoto.
Così come resta bassa la percentuale di aziende che utilizza le carte virtuali (appena il 3%) perché per le elevate spese di elaborazione non sono pochi i fornitori che rifiutano ancora oggi i pagamenti su questi circuiti.

L’autore della ricerca James Moar, lead analyst Juniper Research, così commenta: “Le carte virtuali ancora oggi richiedono in diversi casi l’utilizzo di software aggiuntivo di cui l’utente medio che opera sulle piattaforme di e-commerce non percepisce i vantaggi. Da questo punto di vista senza dubbio ci si può attendere un’ulteriore maturazione della tecnologia fintech, in attesa che riesca a guadagnare trazione su più segmenti di prodotto, e conquistare anche il mercato consumer”.

In questo stesso ambito solo un anno fa Accenture preveda una crescita della spesa per le carte virtuali ad un tasso di crescita annuo composto del 21% sui cinque anni, confermando come quello delle virtual card rappresenti un comparto di assoluto interesse per il fintech. Mano a mano che le emittenti sapranno migliorare le soluzioni per l’emissione delle carte, e il mercato acquisirà quindi maggiore confidenza, Accenture prevede comunque che lo sviluppo del comparto si legherà soprattutto al mercato b2b.

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