L’emergenza da Covid-19 che l’Italia ha vissuto e sta ancora fronteggiando, insieme al resto d’Europa e del mondo intero, impone una serie di profonde riflessioni sul tema della salute e del benessere dei cittadini. Emerge con forza l’importanza di un corretto modello di sanità territoriale, di prossimità, che sia il punto di riferimento per il paziente e promuova la prevenzione, la diagnosi, il trattamento ed il monitoraggio delle malattie.

Un sistema sanitario proiettato al futuro che facendo leva sulle potenzialità del digitale metta al centro la gestione della salute del cittadino, sviluppato sulla base di attività di prevenzione e predizione, ripensando la filiera del lifescience. 

Questo lo scenario nel quale si apre la discussione dell’edizione 2020 del Digital Health Summit, in programma il 6-7-8-9 ottobre 2020. Organizzato come ogni anno da Aisis, GGallery Group NetConsulting cube, l’evento è rivisitato in una nuova veste tutta digitale, per ospitare dibattiti, seminari, workshop e webinar, catalizzando tutti gli attori della sanità in una digital week ricca di contenuti e relatori. 

Quale spirito guida questa nuova edizione del DHS, quali i temi sul tavolo e quali i messaggi chiave a cui fare da cassa di risonanza per contribuire ad accelerare lo sviluppo del settore? Lo domandiamo ai tre responsabili delle aziende organizzatrici dell’evento: Alberto Ronchi, presidente di AISIS, Paolo Macrì, presidente di GGallery e Annamaria Di Ruscio, amministratore delegato di NetConsulting cube.
Ecco le loro risposte.

Punti di forza

Quali i punti di forza dell’edizione 2020 del DHS e gli obiettivi del convegno? Quali i temi principali, che verranno toccati nella 4 giorni?

Alberto Ronchi, Direttore dei Sistemi Informativi, Istituto Auxologico Italiano
Alberto Ronchi, direttore dei Sistemi Informativi, Istituto Auxologico Italiano e presidente AISIS

“Il maggiore punto di forza è anche la più grande novità dell’edizione 2020 e cioè l’aver trasformato l’evento da fisico in virtuale, cercando di conservarne il valore per tutte le parti coinvolte – esordisce Alberto Ronchi -. Valore che è maggiore flessibilità per chi vi assiste perché può scegliere quali sessioni vedere in diretta e quali in un secondo tempo, grazie alle registrazioni di tutto l’evento. Valore anche per gli sponsor che possono contare su una maggiore partecipazione (data la facilità di fruizione) e avere una conoscenza puntuale delle preferenze dei partecipanti, grazie a raffinati meccanismi di raccolta dati (nel rispetto della normativa privacy, però). I temi sono stati, per forza di cose, influenzati dall’emergenza che abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo; quindi spazio al digitale come strumento per garantire il distanziamento, senza perdere in qualità, efficienza ed efficacia dei processi, declinandolo su temi come, ad esempio, la telemedicina, che ha finalmente avuto l’impulso necessario ad una adozione diffusa”.

Il DHS 2020 è una grande sfida, per tanti motivi – puntualizza Paolo Macrì -. Innanzitutto il format, dopo quattro anni di crescita continua dell’evento residenziale, non è stato banale trasformare tutto online in una formula tanto innovativa, quanto necessaria e adeguata al “new normal” dell’era Covid. In questi mesi abbiamo fatto tanta esperienza e messo a punto metodologie e strumenti per rendere gli eventi online altrettanto interessanti e coinvolgenti, per certi aspetti più efficaci del normale congresso o convegno residenziale. Certamente non sarà banale mantenere altrettanto alto il livello delle interazioni e delle dinamiche B2B che hanno sempre contraddistinto la formula del DHS, aperta a tutti gli stakeholder di settore, con un approccio olistico al settore della digital health. Ma le dirette video, che ormai sono una pratica quotidiana, integrate da survey, chat, questionari, form online e interviste, hanno altre potenzialità che potrebbero portare a risultati sorprendenti e numericamente molto più ampi. Ovviamente il Covid-19 costituirà il fil rouge dell’evento, declinato e modulato nelle stanze tematiche che sono state identificate e condivise con l’advisory board”.

Interviene Annamaria Di Ruscio:L’ancoraggio alla realtà che abbiamo vissuto, nei suoi aspetti migliori e negli insegnamenti che abbiamo tratto anche dalle esperienze negative rappresenta un punto di forza. L’obiettivo è far emergere tutto per ragionare di futuro. I temi attraverseranno il rapporto tra nazionale-regionale-locale/territoriale; la visione end-to-end della filiera del lifescience; la revisione dei modelli di procurement per l’innovazione; il ruolo del dato, della data privacy e dell’intelligenza artificiale; le soluzioni digitali a supporto della tele assistenza/consulto/medicina; il digital twin come nuova modalità di interazione e decisione. E molto altro”.

L’impatto del Covid-19

Il mondo delle Sanità a valore, tema rincorrente nelle ultime edizioni, ha subìto una scossone dovuto a Covid-19 e all’emergenza sanitaria. Quale la risposta del convegno a questa tematica e come il digitale può accelerare lo sviluppo di nuovi modelli? Le evidenze secondo le vostre analisi.

“Non abbiamo affatto abbandonato il tema del valore in Sanità, che è fondamentale per una corretta valutazione dei progetti, soprattutto di quelli di innovazione e trasformazione digitale – dichiara Ronchi -. Il focus è senz’altro sull’epidemia che ci ha colpito, ma il tema del valore sottende tutti gli interventi e deve diventare una costante quando si parla di digitale in Sanità”.

Paolo Macrì, Presidente di GGallery Group
Paolo Macrì, presidente di GGallery Group

“Le potenzialità del digitale a 360° sono state rese evidenti proprio dalla pandemia che stiamo vivendo – prosegue Macrì . La possibilità di incrementare interventi di telemedicina, di analizzare costruttivamente big data, di gestire in maniera dinamica e intelligente il problema della privacy e la necessità di riorganizzare in maniera efficace ed efficiente tutti i processi di gestione sanitaria, grazie all’informatizzazione degli stessi, sono solo alcuni degli esempi più evidenti e immediati di come il digitale possa impattare positivamente nel mondo della Sanità. Uno dei problemi centrali, anche se può sembrare banale, rimane quello di identificare metodi e protocolli comuni e condivisi: i diversi sistemi devono potersi “parlare” senza barriere e i dati devono essere facilmente “accessibili”. Diversamente il rischio è di fare investimenti inutili in termini di infrastrutture e di disperdere risorse preziose per mettere in atto un cambiamento culturale molto importante. Il professionista sanitario in generale necessità di un processo di alfabetizzazione informatica, mirata e strumentale verso obiettivi utili e immediati”.

“Mi verrebbe da dire – sottolinea Di Ruscio – che Covid abbia reso ancora più evidente come in Sanità si debba ragionare di valore e non di mero costo. E che il prezzo non è sempre allineato al valore che ne dà il paziente. A partire dal numero necessario di posti in terapia intensiva, alla necessità di pensare in modo nuovo al sistema sanitario. In modo integrato, evoluto, digitale, inclusivo. Inoltre, abbiamo compreso come oltre alle tecnologie, l’organizzazione, i processi e le competenze siano dirimenti. Tutti i pilastri della Value Based Healthcare che abbiamo approfondito nella scorsa edizione. Quest’anno osserveremo la Value Based Digital Healthcare a partire dalle esperienze sul territorio e dalle risposte dettate dal Covid. Che hanno consentito di abbattere resistenze e lungaggini, “grazie” all’emergenza e alla sua estesa drammaticità. E cercheremo di contribuire con idee al piano per la sanità dei prossimi anni”.

Urge un piano coordinato

Serve un piano industriale della Sanità? Quali gli spunti da suggerire agli addetti ai lavori per accelerare la trasformazione (digitale) della sanità? Dalle nuove logiche ospedaliere alle nuove app a valle dell’esperienza Covid.

“Serve un maggiore coordinamento centrale, superando la frammentazione data dalla regionalizzazione – suggerisce Ronchi -; questo non significa appiattimento e omogeneizzazione dei modelli ma maggiore controllo sui processi e, di conseguenza, sulla spesa e sul valore ottenutoInoltre è indispensabile trasformare l’attuale assetto in una diversa organizzazione che garantisca maggiormente la continuità di cura, realizzando una vera integrazione ospedale-territorio. Gli strumenti tecnici e informatici ci sono tutti, basta applicarli correttamente”.

“È certamente necessario un piano industriale, che però, a mio avviso, deve avere coerenza e applicabilità indistinta sul territorio nazionale – interviene Macrì -. Avere una sanità diversificata per aree territoriali è anti economico, dannoso per il paziente/cittadino e per gli operatori sanitari stessi. Il sistema Paese deve fare investimenti razionalmente distribuiti che consentano una maggiore omogeneità dell’offerta di cura e le Regioni devono coordinarsi in tal senso. Forse, ripeto forse, anche in questo senso la digitalizzazione può essere utile, accelerare certi processi, imporre uniformità in certi ambiti e portare in maniera più capillare le molte eccellenze che l’Italia ha dimostrato di avere”.

Annamaria Di Ruscio, amministratore delegato di NetConsulting cube
Annamaria Di Ruscio, amministratore delegato di NetConsulting cube

“Nel 2020 abbiamo tutti compreso il significato forte della “interconnessione” e dell’effetto domino delle azioni, della disparità tra norme e comportamenti e gli effetti derivanti – dichiara Di Ruscio . Anche il valore della solidarietà: tra territori, tra cittadini, tra istituzioni. Ma anche il dovere di avere una visione per il futuro che ci consenta di non agire solo nell’emergenza, di costruire un sistema sanitario (e di Paese) resiliente e capace di muovere passi nel futuro, cambiando. Con regole uniformi a tutti i livelli, con organismi integrati (come pure i relativi sistemi informativi, fruibili da ogni punto) ed una centralità del dato (certo, univoco, integrato, predittivo) che finora non abbiamo mai avuto. Sistemi e approcci inclusivi per tutti i territori e tutti i pazienti/cittadini. Senza gap. Su questi temi stiamo sollecitando la comunità intera a darci il proprio punto di vista attraverso una survey di più parti: la prima parte è già on line sul sito dell’evento; le altre saranno frutto dell’interazione che caratterizzerà tutte le stanze del DHS. L’Europa ci abilita molto di questo attraverso il Recovery Fund, che esige una visione, un piano articolato nelle azioni e nel tempo. Un piano industriale ma anche strategico. Fatto di nuovi processi, nuovi modelli organizzativo-funzionali, nuove competenze e certamente un nuovo uso di tecnologie innovative e non. Per gestire meglio non solo i pazienti ma anche i cittadini tutti, in una migliore logica di benessere prima che di cura. E di relazione continua, non solo in emergenza o acuzie”.

Bagaglio digitale

Cosa portarsi a casa dall’edizione 2020 del DHS?

“Che anche in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo si può fare comunque molto per trasformare la Sanità usando il digitale”, sintetizza Ronchi.
 

Commenta Macrì: “Considerato il cambiamento epocale che stiamo vivendo, in tutti i settori, la nostra settimana digitale dedicata alla sanità sarà certamente capace di produrre tante idee e riflessioni, da valutare, adattare e mettere in pratica nei mesi e anni a venire. L’auspicio è che proprio quest’anno, grazie al fatto che l’evento non sarà limitato territorialmente e temporalmente (la piattaforma resterà aperta con tutti i contenuti in modalità e-learning), il Digital Health Summit diventi anche una community dove perseguire un dialogo e un confronto continuo tra addetti ai lavori, costruendo un capitale culturale a disposizione degli stakeholder pubblici e privati”.

“Il senso di una Comunità sempre più estesa – concorda Di Ruscio -. Grazie anche al nostro Advisory Board che si è arricchito di tante Associazioni ed Istituti. Una Comunità che si racconta con trasparenza e realismo, che prova a proporre soluzioni a partire dal vissuto e dalle competenze. Che si interroga su come trasformarsi. Anche attraverso la tecnologia. E che interseca i diversi livelli funzionali (Direttori Generali, CIO, Ingegneri clinici, etc.) e collabora con il sistema di Offerta perché comprende che la parte è il tutto e solo insieme si possono realizzare i veri cambiamenti”.
Sul sito dell’evento, il programma preliminare e il profilo dei relatori. A breve l’agenda definitiva.

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