La trasformazione digitale non è un percorso lineare. È un processo caratterizzato da complessità crescente che riguarda infrastrutture, applicazioni, dati, sicurezza e servizi. E questi sono anche gli spunti da cui parte la chiacchierata di confronto con Antonio Burinato, direttore generale e Sergio Ajani, Service Solutions Design director di Innovaway. L’azienda si propone come digital solution provider e integrator – “service e solution provider sì, ma anche system integrator”, esordisce Burinato – capace di governare l’intero ecosistema tecnologico dei clienti, garantendo presidio operativo e capacità di innovazione. “Il punto oggi non è più adottare nuove tecnologie, ma governarne la complessità in modo continuo”, prosegue, sintetizzando di fatto la sfida da indirizzare che accomuna imprese e pubbliche amministrazioni: “La funzione del partner diventa quella di garantire l’affiancamento necessario per mantenere l’ecosistema IT coerente, sicuro, aggiornato e allineato alle priorità strategiche del cliente”.
Il mercato infatti non chiede semplici competenze tecniche, ma partner, presenti nei momenti critici, e in grado di anticipare le criticità, di operare su infrastrutture eterogenee, workflow frammentati, normative stringenti e una crescita esponenziale della domanda di automazione e AI.
La pressione competitiva e regolatoria è poi evidente soprattutto nei settori più maturi, come la finanza, le utilities, il retail e la PA centrale e regionale.
Innovaway opera già da anni su progetti di elevata complessità e scala: dai servizi gestiti per Intesa Sanpaolo (e IsyBank) alla gestione dei servizi per Rinascente, fino alle attività per Regione Lombardia, Inps, Università, enti regionali e aziende sanitarie, ne parliamo a seguire. Si tratta di ecosistemi digitali distribuiti, con migliaia di utenti, Sla stringenti, ambienti 24/7 e livelli di affidabilità tipici dei processi mission-critical. È in questi contesti che emerge il valore di coniugare prossimità, continuità e cultura del servizio con un modello industriale strutturato. In questo scenario emerge l’identità di Innovaway: un’azienda con oltre 25 anni di esperienza, 800 professionisti (sedi a Napoli, Benevento, Milano, Roma e Torino), un fatturato atteso 2025 intorno ai 60 milioni di euro, con una crescita indicativa del 10% rispetto all’anno precedente (52 milioni nel 2024), sedi internazionali e “una cultura del servizio radicata, che rappresenta la vera cifra distintiva della sua relazione con il mercato”.
Cultura del servizio, la cifra distintiva
La cultura del servizio, appunto. Si parla quindi di una sorta di “accountability estesa, che definisce il modo di lavorare, l’organizzazione interna e la relazione con i partner tecnologici”.

Su questo punto si inserisce la visione di Sergio Ajani, che sottolinea come l’efficienza dell’IT rifugge l’improvvisazione: “Il ciclo di vita delle soluzioni oggi non può più essere spezzato. Chi progetta deve essere lo stesso che gestisce ed evolve, perché solo così si crea coerenza”. Questo approccio elimina i rimpalli, riduce la complessità percepita dai clienti e consente al tempo stesso di sviluppare una conoscenza delle infrastrutture, dei processi e delle esigenze evolutive. Ne deriva un rapporto di fiducia che, nel caso dei grandi clienti finance, retail, industriali e pubblici, si traduce in contratti pluriennali ad alta intensità operativa.
E sono questi anche gli ingredienti alla base dei risultati economici, illustrati da Antonio Burinato che fotografano un’azienda con “una value proposition chiara”, in crescita solida e con una strategia chiaramente orientata verso la scalabilità e la sostenibilità. “È una crescita importante, quella maturata, soprattutto è una crescita sana”. Burinato evidenzia come non sia episodica, ma strutturale: “E anche i nuovi contratti pluriennali firmati nel 2024 portano un incremento stabile”. Una parte significativa deriva dai servizi end-to-end erogati in ambito Enterprise Service Management, IT Operations, Application Maintenance e Bpo ad alto valore, ambiti nei quali Innovaway ha consolidato negli anni un modello maturo, “che ora è chiamato a crescere ulteriormente sulla base del piano industriale sviluppato per il triennio, in uno scenario, quello IT, ancora molto frammentato”.
L’Italia si presenta come un mercato dinamico, con una domanda vivace da parte della PA centrale, della sanità digitale, del finance e del retail. Ajani aggiunge una riflessione sul posizionamento competitivo: “Non siamo focalizzati su un solo settore. La nostra forza è servire clienti diversi con la stessa capacità di governance e continuità”. Nel complesso, Innovaway affronta il 2025 con una struttura finanziaria robusta, un portafoglio ordini ampliato e una pipeline commerciale che riflette la crescente fiducia dei clienti nei confronti del suo modello end-to-end.
La proposta di un modello di governance
Innovaway non si limita allora a fornire tecnologie, ma costruisce un modello di governance della trasformazione prima e della possibilità poi di sfruttare il digitale che presidia l’intero ciclo di vita delle soluzioni.

Come sottolinea Sergio Ajani, “la coerenza del servizio è ciò che fa la differenza: si può avere la tecnologia migliore, ma se non gestisce una struttura che garantisca continuità ed execution, non si va lontano.” Questo approccio emerge in modo evidente nei grandi contratti gestiti dall’azienda. Burinato cita l’esempio di Intesa Sanpaolo, dove Innovaway opera con un modello integrato che comprende supporto applicativo e governance unificata dei livelli di servizio. “Con Intesa non operiamo come un fornitore, ma come un pezzo della loro macchina operativa”, afferma.
La stessa logica si ritrova nei progetti per Inps, dove Innovaway contribuisce alla gestione di servizi complessi come le pensioni con volumi elevatissimi, e nei contratti della Regione Lombardia (tra gli altri progetti, messa in sicurezza dei backup del sistema sanitario con Rubrik), che richiedono presidio costante di ambienti critici e una capacità di gestione dei picchi di domanda. E ancora, nella sanità, l’azienda è coinvolta in progetti di digitalizzazione che includono teleassistenza, gestione delle piattaforme cliniche e supporto agli ecosistemi territoriali (tra cui in Lombardia anche Aria). Nel retail è partner strategico di Rinascente, con un modello operativo che integra supporto omnicanale, assistenza ai punti vendita e governance applicativa. Nel mondo universitario e della ricerca, l’azienda gestisce servizi evoluti per atenei e fondazioni, garantendo continuità 24/7. Il modello operativo è abilitato da un’organizzazione con presenza anche all’estero (complessivamente, Italia compresa, circa 800 persone) che consente di erogare servizi multilingua da Albania, Bulgaria, ed ha raccolto la sfida di crescere anche negli Stati Uniti. Questa capacità cross-country permette di gestire contratti globali con Sla differenziati e disponibilità continua. Come sintetizza Ajani: “Il nostro go-to-market nasce dalla consistenza del servizio. Quando il cliente vede che siamo presenti sempre, anche nelle ore più complicate, allora diventa partnership vera”.
Una strategia per l’utilizzo virtuoso degli abilitatori tecnologici
Nel confronto con Innovaway, emerge con forza una visione integrata dell’innovazione che unisce sicurezza, cloud, automazione e intelligenza artificiale. Burinato insiste su un punto fondamentale: “Oggi nessun progetto IT parte senza una valutazione di rischio: cybersecurity e protezione del dato sono diventati prerequisiti, non componenti opzionali.” Un approccio che deriva dall’esperienza sul campo e dalla crescente esposizione delle organizzazioni a minacce, incidenti e vulnerabilità derivanti da ecosistemi distribuiti, infrastrutture ibride e applicazioni eterogenee. Su questo tema interviene con decisione anche Sergio Ajani, che sottolinea come la frammentazione sia uno dei problemi principali: “Il cliente vede ambienti diversi, strumenti diversi, fornitori diversi. E quando c’è un incidente non vuole spiegazioni tecniche: vuole che qualcuno si prenda la responsabilità dell’intero servizio.” La cybersecurity, per Ajani, non è quindi solo una questione di tecnologia, ma di governance operativa, capacità di reagire e modello di servizio end-to-end. Il secondo asse dell’innovazione è il cloud. Burinato precisa che “il cloud non deve essere un dogma: deve essere governato. Senza controllo si rischia di aumentare la complessità, non di ridurla.” Anche in questo caso Ajani rafforza il concetto: “Cloud, on-premise, ibrido: quello che conta è avere una linea di governo unica, costante, che mantenga coerenza e qualità del servizio.” E Innovaway approccia il tema in modo agnostico, nel rispetto delle scelte dei clienti – ma anche guidando le scelte – e sulla base di una proposta strategica “ibrida”, di gestione multicloud che integra infrastrutture pubbliche, private e servizi ibridi con un presidio costante dei livelli di servizio, dei costi e dei processi.
Il capitolo più denso riguarda però l’intelligenza artificiale. Burinato la definisce “il prossimo livello dell’automazione, oltre gli hype”, ma avverte: “L’AI generativa è solo il primo step. Il vero cambio di paradigma arriverà con l’Agentic AI, capace di eseguire attività e orchestrare workflow complessi.” Ajani conferma: “Quando l’AI non si limita a rispondere, ma agisce e propone soluzioni, allora diventa un moltiplicatore di valore. Questo richiede di modulare in modo specifico per le reali esigenze delle aziende l’utilizzo dell’AI, tenendo ben presente la natura dell’AI non-deterministica”, anche attraverso la verticalizzazione dei large language model, per i contesti specifici, partendo dalla proposta open source. Una visione, quella di Innovaway in relazione alla valorizzazione delle tecnologie che si concretizza nelle partnership tecnologiche strategiche “e quella con HclSoftware è la più evidente basata sulla capacità di portare l’AI nativa delle piattaforme Hcl e nei processi reali dei clienti”, commenta Burinato, sulla scorta del recente riconoscimento come Europe Managed Service Provider Partner dell’anno. Ma l’ecosistema è comunque esteso: cloud provider, vendor di cybersecurity, soluzioni di automazione e piattaforme Itsm compongono un mosaico che Innovaway integra in un’unica logica di servizio. Emerge una consapevolezza condivisa da Burinato e Ajani: la trasformazione digitale non è un ciclo che si chiude, ma un percorso che richiede continuità, disciplina e capacità di adattamento e si torna così alle riflessioni punto di partenza. Burinato lo sintetizza in una frase: “Quello che facevamo tre anni fa oggi non basta più, e tra tre anni sarà diverso ancora. Il digitale non è un progetto, è un percorso continuo.” È una visione che si riflette nel modo in cui Innovaway costruisce le proprie relazioni con imprese e PA. Per questo Ajani insiste sulla necessità di una prospettiva di lungo periodo. Messaggio chiaro: è la continuità a trasformare un fornitore in un soggetto strategico, capace di accompagnare le organizzazioni nella complessità crescente dei sistemi digitali.
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