La protezione dei dati è un asset strategico della resilienza aziendale, non solo per la crescente complessità degli ambienti IT ma anche per l’evoluzione tecnologica necessaria a fronteggiare minacce sempre più sofisticate. Infrastrutture ibride, workload distribuiti, cloud pubblici e privati, servizi SaaS e una superficie d’attacco in espansione richiedono piattaforme capaci di unificare gestione, controllo e sicurezza. È in questo contesto che si inseriscono proposte come Synology ActiveProtect e la serie DP, pensate per semplificare, automatizzare e rendere affidabile ogni fase del ciclo di backup e recovery. Ne parla Lorenzo De Rita, Enterprise Project Manager di Synology.

La complessità degli ambienti IT – scelte infrastrutturali ibride e lavoro distribuito – ha reso la protezione dei dati un obiettivo sempre più difficile da raggiungere. Quali sono le principali sfide che le aziende devono affrontare in tema di backup e recovery?

Negli ultimi anni, l’evoluzione degli ambienti IT ha aumentato in maniera significativa la complessità della protezione dei dati. La combinazione di infrastrutture ibride, cloud pubblici e privati, servizi SaaS e lavoro distribuito ha trasformato il backup da semplice operazione tecnica a elemento strategico della resilienza aziendale.

Le principali sfide che le aziende devono affrontare in tema di backup e recovery sono:

  1. Integrazione dei sistemi multi-ambiente: Proteggere asset eterogenei (on-premise, cloud pubblico, edge-computing e sedi remote) significa gestire tecnologie e vendor diversi, ciascuno con logiche, costi e piattaforme diverse.
  2. Protezione da minacce di ultima generazione: Il backup è ormai uno dei bersagli principali dei cyberattacchi. È fondamentale implementare strategie di difesa che includano air-gap, autenticazione multifattore, snapshot immutabili e crittografia dei volumi. Tuttavia, queste tecnologie non sono sempre accessibili o facili da implementare.
  3. Protezione dei dati nel cloud: Esiste ancora un falso mito del cloud sicuro e non penetrabile. In realtà, i principali provider garantiscono la disponibilità dei servizi, ma non la protezione da cancellazioni accidentali, errori umani o malware. Serve pertanto una strategia di backup dedicata per gli ambienti cloud.
  4. Conformità e sovranità del dato: Le normative come il Gdpr impongono tracciabilità, versionamento e controllo sulla localizzazione dei dati. Al contempo, le aziende devono assicurare Rpo e Rto sempre più stringenti, anche in scenari di failover o migrazione multi-cloud.
  5. Crescita esponenziale dei costi: Con la crescita esponenziale dei volumi di dati, diventa fondamentale ottimizzare deduplicazione, compressione e automazione per contenere i costi di storage e investimento (Capex) senza compromettere la disponibilità operativa.

Best practice e approccio strategico

Quali sono le migliori pratiche che le imprese dovrebbero adottare per costruire una strategia di data protection realmente efficace, capace di garantire continuità operativa e compliance anche in caso di attacco ransomware o perdita di dati?

Per costruire una strategia di protezione dei dati davvero efficace è innanzitutto necessario identificare e classificare i dati critici per il core business, definendo chiaramente chi è responsabile della loro tutela (Ciso).

Lorenzo De Rita
Lorenzo De Rita, Enterprise Project Manager di Synology

In secondo luogo, è fondamentale mantenere più copie dei dati, conservate su sistemi e luoghi diversi, includendo almeno una copia immutabile per resistere a cancellazioni accidentali o attacchi ransomware. Ciò è possibile applicando una politica di conservazione 3-2-1-1-0: tre copie dei dati, su due tipi di supporto differenti, una off-site, una immutabile e zero errori.

Non basta archiviare: occorre garantire che i dati siano ripristinabili entro gli Sla definiti, tramite procedure di recovery collaudate e test periodici che ne dimostrino l’efficacia. Infine, tutte le operazioni devono avvenire nel rispetto delle normative e della sovranità dei dati, con controlli automatizzati per monitorare accessi e posizione dei dati.
In sintesi, la protezione dei dati non è fare copie, ma garantire continuità, ripristino e conformità; qualunque cosa accada a prescindere dall’infrastruttura in essere ed il relativo costo d’implementazione in fase di progettazione.

Esempi concreti di implementazione:
– In alternativa, si può adottare uno scenario più classico: un’infrastruttura full-flash con tre volumi separati, di cui:
o Volume 1 dedicato alla virtualizzazione
o Volume 2 dedicato alla condivisione dei file
o Volume 3 dedicato alle snapshot interne del sistema

A questi si affianca un sito remoto dedicato al disaster recovery (ad esempio un DP7400), sul quale vengono replicate le informazioni provenienti dai tre volumi. In questo modo è possibile definire Rpo distinti: uno per le macchine virtuali, uno per file e documenti, e infine uno per le cartelle che contengono le snapshot del sistema.
Questo approccio non solo introduce un ulteriore livello di protezione, ma permette anche di definire politiche di ripristino diverse in base alla criticità dei dati.

Active Protect e gestione centralizzata della sicurezza

La proposta Active Protect introduce un approccio unificato alla gestione del backup e della protezione dei dati. In che modo questa soluzione consente di semplificare la gestione, migliorare la visibilità e automatizzare i processi di difesa nelle infrastrutture moderne?

ActiveProtect introduce un approccio unificato alla gestione del backup e della protezione dei dati, semplificando le operazioni, migliorando la visibilità e automatizzando i processi di difesa nelle infrastrutture moderne.

Con ActiveProtect Manager (APM) l’amministratore dispone di un’unica interfaccia GUI da cui monitorare, configurare e gestire tutte le applicazioni di backup disponibili su DSM, eliminando la necessità di accedere a pannelli o strumenti separati. Questo riduce la complessità operativa e migliora significativamente la visibilità sull’intero ambiente.
APM integra funzionalità avanzate come lo storage Worm nativo (Write Once Read Many), che garantisce immutabilità dei dati e li protegge da cancellazioni accidentali, ransomware o modifiche non autorizzate. Inoltre, APM supporta la funzionalità airgap, che consente di isolare immediatamente copie pulite dei backup (tramite isolamento logico o fisico) per facilitarne il ripristino e assicurare la continuità della protezione dei dati.

La soluzione è progettata per scenari enterprise e cloud ibridi, permettendo di gestire backup su larga scala, orchestrare politiche di retenzione, automatizzare replica e versionamento, e uniformare la protezione tra VM, server fisici, Nas e workload SaaS.
Viene inoltre introdotta la possibilità di assegnare e cambiare dinamicamente i piani di protezione tra i diversi client, adattando policy, frequenza, retenzione e priorità in base al livello di criticità o ai requisiti aziendali. Questo rende la piattaforma flessibile, scalabile e perfettamente adatta ad ambienti eterogenei o in rapida evoluzione.

Infine, nella nuova versione di ActiveProtect Manager viene inoltre introdotta una funzione di data-tiering che sposta senza interruzioni i tuoi dati verso la destinazione di archiviazione remota scelta, rispondendo alle esigenze di conservazione a lungo termine.

La serie Synology DP e il modello DP320

La nuova serie DP rappresenta un’evoluzione nella proposta Synology per la data protection. Quali sono le caratteristiche distintive del modello DP320 e come si inserisce in un’architettura di backup completa, che integri ambienti locali e cloud?

Il Synology ActiveProtect Appliance DP320 è una soluzione di backup professionale progettata per garantire protezione, efficienza e semplicità di gestione alle aziende che desiderano mettere al sicuro infrastrutture fisiche, virtuali e ambienti SaaS.
Si tratta di una piattaforma integrata che centralizza il controllo e la supervisione dei backup, offrendo ripristini rapidi e funzioni di sicurezza avanzate contro ransomware e perdita di dati. Sul piano tecnico, il DP320 adotta un formato desktop compatto a 2 bay e integra un processore AMD R1600 dual-core con 8 GB di memoria DDR4.

La sua configurazione nasce con due unità da 8 TB in Raid 1 per lo storage dei dati, ottimizzando la protezione e la disponibilità delle informazioni, per la protezione di asset per un totale di 5TB. È dotato di due porte Gigabit Ethernet, una dedicata al trasferimento dati e una alla gestione, garantendo connettività stabile e semplice integrazione nelle reti aziendali. Il sistema operativo ActiveProtect Manager fornisce deduplicazione dei dati lato sorgente, immutabilità dei backup con storage nativo di tipo Worm, verifica automatica dell’integrità e ripristino in sandbox, offrendo un livello di sicurezza e controllo tipico delle soluzioni enterprise.

Visione e ruolo della resilienza dei dati

Guardando al futuro, quali tendenze emergono nel campo della resilienza dei dati e della protezione intelligente? In che direzione Synology intende evolvere la propria offerta per anticipare le nuove esigenze di sicurezza e continuità del business?

La resilienza dei dati sta diventando sempre più centrale nelle strategie aziendali. L’aumento esponenziale di informazioni digitali, la crescente complessità delle infrastrutture IT e l’emergere di minacce sofisticate, tra cui ransomware e attacchi mirati, richiedono soluzioni intelligenti in grado di proteggere i dati in modo proattiva.
Le tendenze emergenti indicano un passaggio verso sistemi di backup automatizzati e deduplicati, con capacità di ripristino rapido e isolamento dei dati critici, garantendo continuità anche in scenari complessi. L’integrazione di intelligenza artificiale e analisi predittiva permette di identificare anomalie e prevenire perdite prima che si verifichino, aumentando la resilienza complessiva dell’infrastruttura.
In questo contesto, la protezione dei dati non è più un’opzione: diventa un elemento strategico per garantire continuità operativa, fiducia e competitività, anche in scenari complessi o imprevedibili. Investire oggi nella resilienza dei dati significa prepararsi ad affrontare le sfide di domani, salvaguardando il patrimonio informativo e assicurando stabilità e operatività dell’azienda.

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