Dopo le sei acquisizioni degli ultimi anni, culminate con quella più eclatante di Alcatel Lucent nel 2015, ora Nokia nel suo quartier generale di Vimercate consolida la strategia.
Con un focus chiaro che vede nel 5G convergere l’impegno del gruppo, partendo da un fatturato mondiale di 23 miliardi di euro (2018). “Consolidiamo il bilancio in Finlandia, essendo Nokia un’azienda europea ma dal respiro internazionale, con un Ceo indiano e un board internazionale” esordisce Massimo Mazzocchini, vice president Mediterranean di Nokia, a capo di una regione allargata (da Cuba a Israele) che pesa 500 milioni di euro sul business complessivo dell’azienda, esclusi i contratti con i global provider.
Non sarà diverso l’andamento del business per quest’anno: “Le nostre previsioni sono di un mercato flat e questo andamento rispecchierà anche il nostro fatturato per il biennio 2019-2020 – anticipa Mazzocchini -. Con l’avvento del 5G inizieranno a crescere altre tipologie di business, che andranno a svuotare il mercato legato a tecnologie legacy verso ambienti cloud aperti, che porteranno a crescite del fatturato in futuro”. Non a caso il 5G sarà una delle aree al centro della strategia di Nokia per i prossimi anni.
Incontrato di recente a Vimercate, una delle tre sedi italiane (Vimercate, Roma, Battipaglia in Campania), Mazzocchini coordina le 1.400 persone nel nostro Paese, di cui 1.150 a Vimercate e 350 impegnate in ricerca e sviluppo (“il 25% della forza lavoro”).
Una R&D da sempre importante che si focalizza su tre specializzazioni: la tecnologia microwave (storica in Italia), il trasporto ottico (R&D distribuita tra centri in Italia, Finlandia, Canada, Usa e Cina, ognuno con una propria competenza) e la data analytics, un filone nato nell’ultimo anno che vede operativo un competence center con 80 persone dedicate, per gestire la mole dei dati veicolati dalla rete, analizzati sia per scopi cognitivi sia a vantaggio degli operatori. “La ricerca globale di Nokia si focalizza su trasporto ottico, mobile network e IP & optical network – precisa Mazzocchini –, una ricerca che posiziona l’Italia come centro di eccellenza a livello mondiale”.
Quattro anime a Vimercate
L’Innovation Hub di Vimercate, con l’ultima creazione del garage adiacente anche ai Nokia Bell Labs (“da quali sono usciti 8 premi Nobel” puntualizza Mazzocchini) è punto di ritrovo per partner e clienti. “Qui i nostri partner possono sviluppare dei Poc mettendo a fattore comune idee, partecipare a corsi di formazione, testare le tecnologie. Tra gli ultimi eventi organizzati, un approfondimento tecnico voluto dalla nostra business unit software che ha radunato più di 30 operatori telefonici da tutto il mondo – spiega Mazzocchini -. Un hub utilizzato anche per training della nostra forza lavoro, con appuntamenti ricorrenti con personale da tutto il mondo (Education Hub). Complessivamente il Technology Center di Vimercate è un centro di fertilizzazione importante con gruppi di lavoro dedicati ai temi diversi: dallo sviluppo di prodotti legati alla gestione delle reti, alla virtual/augmented reality per indirizzare use case nell’ambito del 5G, agli analytics basati sullo studio di tecnologie di ML e AI, fino ai Bell Labs centro di competenza di certificazione ambientale”.
5G alla fonte
Tutta la strategia oggi ruota attorno al 5G, che ha visto gli operatori aggiudicarsi le licenze quest’anno in una gara molto dispendiosa, per preparare l’introduzione commerciale della nuova tecnologia. “Il 5G nasce da un’analisi delle necessità del futuro con un approccio estremamente libero, partirà sì dal riutilizzo della rete Lte esistente, ma ha già una visione di insieme nuova che mancava in precedenza: per la prima volta la rete è cloud native e nasce dall’idea di rispondere alle esigenze del futuro” spiega. Il 5G avrà la necessità di connettere insieme trilioni di device intelligenti, di gestire smart factory, miliardi di sensori, macchine a guida autonoma che richiedono una latenza delle risposta della rete pari a 1 millisecondo. In questo modo al 5G si chiede di ridefinire i livelli di capacità delle rete, connettività, latenza e reliability.
“Il 5G è nato dall’analisi delle esigenze del mercato, per indirizzare nuove esigenze – argomenta Dario Boggio, Head of E2E Solutions MED Market Unit -. Possiamo così sintetizzarle: ultrabroadband (obiettivo già raggiunto), bassa latenza, rete sicura e stabile, fino alla possibilità di gestire milioni di sensori (questa capacità arriverà solo in un secondo momento a causa dei limiti dei protocolli attuali)”.
L’altro aspetto da considerare è che la rete oggi non può dare a tutti nello stesso tempo lo stesso servizio, per cui il 5G dovrà essere flessibile (flexible), scalabile (scalable), automatizzato (automated), personalizzabile (dynamic network slicing), cloud native, software centrico (software defined) con la possibilità di gestire il cloud sempre più nell’edge, nella periferia della rete con bassissima latenza. “Tutto questo cambia l’approccio alla rete per cui la parte di accesso diventa un di cui – precisa Boggio – . Ci si concentra sui servizi offerti”.
Education
Alcuni use case indirizzano il 5G. Tra questi il mondo education, con impatti importanti grazie alla possibilità di utilizzare la virtual reality e l’augmented reality per la formazione e il training in siti diversi dall’aula, con una sfida ambiziosa: trasformare l’education, “un mondo dove ancora oggi non c’è una killer application valida (gaming a parte) – argomenta Boggio -. La strategia è quella di portare la scuola dagli studenti e non gli studenti a scuola. Il senso di immersività, l’utilizzo di oggetti all’interno dell’aula virtuale, la creazione di modelli di digital twin daranno vita a nuove tipologie di education ancora da esplorare, abilitate da un 5G a bassa latenza grazie a un banda elevata. Stiamo trasformando i contenuti in micro learning, lezioni da 15 minuti”.
Industria e città
Opportunità 5G anche per gli operatori, che vedranno abilitata la rivoluzione 5G nell’industria e nelle città, avendo la possibilità di rivendere parte della rete per usi legati alla sicurezza pubblica, alle smart city, all’automazione delle fabbriche. “Dalla prospettiva passata di monetizzare la rete – precisa Boggio – all’idea di vendere esperienze personalizzate. Le sfide degli operaori, in questo contesto, sono legate alla definizione degli SLA e alla rete stessa, perché il 5G è più fluido, dinamico”. E aggiunge Mazzocchini: “Siamo i primi a sperimentare il 5G su noi stessi, con la prima fabbrica in Finlandia a 500 km da Helsinky. La fabbrica non è cablata ma connessa in 5G, mostrando un ritorno in produttività del 50%”.
Customer experience
Lo studio dell’impatto del 5G sui clienti è importante per indirizzare un’offerta che premi la customer experience. Di fatto serve capire l’impatto di sistemi di machine learning, che possono predire il futuro, sull’esperienza del cliente, che varia a seconda del contesto, delle informazioni distribuire, dei suggerimenti proposti da sistemi di AI e ML. La sicurezza rimane un ambito non più negoziabile e gli strumenti di orchestrazione delle sicurezza devono garantire “una rete incident free”.
“Oggi la rete, definita dal software, non ha ancora le feature pronte per supportare tutte le potenzialità del 5G. Ci vorranno ancora due anni per poter avere completi benefici e tutte le funzionalità. Si vede però fin da ora che il 5G aprirà a use case nuovi, in vertical diversi. Cambia l’approccio dell’industria: una volta chiedeva che ci fosse la copertura della rete, adesso vuole nuovi servizi ed è cambiato anche il mindset, il modo in cui si pensano le opportunità. La nuova Business Unit Enterprise all’interno di Nokia, che prima ragionava solo per tecnologie, ora propone un approccio più ampio” spiega Boggio.
“Credo che il portafoglio prodotti oggi sia completo per progettare, implementare e gestire una rete 5G, con una strategia integrata e con la presenza di Nokia in tutto il mondo. E’ un portafoglio end-to-end in grado di supportare l’evoluzione, da radio e core a backhaul e fibra ottica, alle soluzioni cloud e software”.
“Nokia crede profondamente nel 5G perché tocca la vita delle persone” conclude Mazzocchini e porta avanti una strategia comune coordinata che vede da una parte la presenza in tutti i gruppi internazionali per la definizione degli standard, dall’altra l’utilizzo delle tecnologie 5G in casa propria (fa fede la prima fabbrica completamente 5G in Finlandia). Non ultimi gli accordi commerciali per il 5G già in essere: oggi con 48 telco provider.
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