Per diversi aspetti, l’approccio al tema dello storage enterprise proposto da Infinidat è differente rispetto all’idea di storage “classica”. L’azienda, israeliana, nata nel 2011, è nello scenario una realtà ancora relativamente giovane; è stata fondata da Moshe Yanai che ha guidato in precedenza lo sviluppo di Emc Symmetrix (parliamo addirittura dell’inizio degli anni ’90). L’idea alla base della proposta è quella di eliminare i compromessi tra prestazioni/costi e disponibilità di risorse anche quando si scala in termini di petabyte. Soprattutto Infinidat punta ad offrire modalità di archiviazione rapida con la protezione integrata per consentire ai clienti di spendere meno a livello infrastrutturale e concentrarsi sull’innovazione. La via è un’architettura storage software-defined con latenza di microsecondi, scalabile, con una disponibilità ampia di portafoglio e soluzioni storage enterprise sia per gli ambienti primari, sia per quelli secondari.
Solo per “ripercorrere” alcune funzionalità software-driven che distinguono la proposta, si potrebbe fare riferimento alle tecnologie innovative per quanto riguarda la gestione della cache (Neural Cache), la struttura Raid (Infiniraid) e Infinisnap, la tecnologia snapshot. Tecnologie che combinate con un layer hardware, quasi considerabile come “commodity”, danno vita ad una proposta in grado di gestire in modo agile molteplici workload su scala, appunto, enterprise.
Ora questa proposta non può fare a meno di confrontarsi con la crescita delle soluzioni storage predisposte per indirizzare i workload negli ambienti di cloud ibrido. Una lettura in linea con quella degli analisti. Dave Pearson, Research VP, Idc: “]…[ L’estensione della proposta Infinidat abilita ora casi d’uso adatti allo storage su cloud ibrido, che vanno dal disaster recovery e il backup alle attività di sviluppo, per aumentare la capacità di archiviazione nel cloud, ed offre alle aziende funzionalità avanzate di cyber storage detection e di ripristino rapido. Infinidat continua ad ampliare il proprio portafoglio di soluzioni, fornendo funzionalità innovative legate al cloud ibrido, l’automazione autonoma, la resilienza del cyber storage e la capacità di cyber detection ]…[“.
In particolare, si fa riferimento quindi a due proposte. La prima InfuzeOS Cloud Edition di fatto si concretizza con il sistema operativo di Infinidat ora disponibile su cloud pubblico, “così da fornire un’esperienza core-to-cloud coerente attraverso il supporto delle implementazioni di cloud ibrido“, spiega Eric Herzog, Cmo, Infinidat.
La seconda novità, Infinisafe Cyber Detection è invece uno strumento pensato per consentire alle aziende di migliorare la resilienza dello storage primario ed abilitare il recupero completo dei dati con estese capacità di cyber storage detection.
Alcuni numeri per comprendere meglio come le novità introdotte si inseriscono nella strategia dell’azienda, sempre a partire da alcuni rilievi di analisi. Secondo Gartner, entro il 2025 il 60% dei responsabili delle infrastrutture e delle operations implementerà almeno uno dei casi d’uso legati allo storage su cloud ibrido. Nel 2022 questa percentuale era ferma al 22%. In questa prospettiva, i casi d’uso di InfuzeOS Cloud Edition includono disaster recovery e business continuity, backup, test/DevOps, integrazione delle applicazioni e Poc, burst storage e storage tiering.
Sarà Aws il primo hyperscaler a supportare il sistema operativo (disponibile direttamente nel market place Aws da maggio) nelle configurazioni Infinibox a singolo nodo, con le attività di Infinidat estese all’interno di Aws Partner Network (include la certificazione Aws Outposts Ready). Per portare un concreto esempio di utilizzo, grazie all’automazione autonoma intelligente, introdotta da InfuzeOS, Infinibox e InfiniBox Ssa II, on-premise, possono riconoscere il cloud pubblico come se fosse un’altra piattaforma InfiniBox. Così è possibile estendere su cloud la user experience delle piattaforme Infinibox locali.
InfiniSafe Cyber Detection, il secondo pilastro dell’innovazione della proposta, è progettato invece per consentire un rapido ripristino in caso di attacchi informatici, grazie a scansione e indicizzazione approfondite al fine di identificare potenziali problemi. Vengono ispezionati nella loro interezza i file, le applicazioni, l’infrastruttura di storage principale (come i volumi) e i database, e vengono individuate eventuali minacce per gli ambienti di primary storage, a vantaggio dell’integrità dei dati che devono essere ripristinati. Il sistema lavora utilizzando i sistemi di ML che garantiscono una sicurezza del 99,5% nel rilevamento delle minacce informatiche per gestire i falsi positivi/negativi e ridurre lo sforzo in eventuali indagini forensi aggiuntive.
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