Nelle analisi relative alla digitalizzazione di attività e processi, non sempre è valutato in modo corretto e con attenzione l’impatto della crescita del volume dei dati. Un impatto non solo ‘digitale’, perché elaborare dati occupa spazio e consuma energia e risorse reali. Saranno sempre più estese le aree e gli spazi del territorio dedicate al calcolo. I data center, per dirla in modo semplice, non sono ‘invisibili’ e sono sempre più importanti anche in relazione ai temi di governance e di sovranità dei dati, per cui ogni singolo Paese si dovrebbe trovare a fare i conti con la capacità di gestire spazi, risorse, energia dei data center. A questo proposito Data4 individua 6 trend di riferimento per il settore con un filo rosso trasversale che ne lega la maggior parte, da rintracciare nella sostenibilità, nell’AI e nella gestione energetica.
Spieghiamo subito il perché. La domanda di capacità di calcolo e di archiviazione dei dati, abbiamo visto, continua a crescere. L’AI da una parte è causa prima di questa crescita perché i modelli di apprendimento dell’intelligenza artificiale richiedono molte risorse, e si stanno sviluppando rapidamente. Pertanto, Cpu e Gpu oggi hanno un Thermal Design Power anche oltre i 500 W e generano rack da oltre 40 kW e con la crescita dei sistemi di calcolo High Performance soddisfare le crescenti richieste dei clienti significa saper indirizzare le esigenze di risorse per il calcolo AI dei sistemi Hpc (1).
Di proposito insistiamo nel voler comunicare l’idea del data center come di un ‘oggetto fisico’ che vive sul territorio e che non sempre è “ben accetto” (2). Anonimi, a scarso impatto sui livelli di occupazione, energivori, non sempre la costruzione dei DC raccoglie il consenso unanime di comunità locali e autorità. E per questo gli operatori devono ora rispettare non solo i requisiti standard in termini di prestazioni energetiche delle loro infrastrutture (Pue), ma anche specifici parametri sui consumi che riguardano l’acqua (Wue), le emissioni di carbonio (Cue), tutto il ciclo di vita dell’infrastruttura (Lca). Le riflessioni di Davide Suppia, sales VP & country director di Data4, al riguardo aiutano a cambiare in parte la prospettiva diffusa, sottolineando infatti che oltre i “consumi”, la vita dei DC inizia con la costruzione di nuovi edifici, ma prosegue con la gestione dei rifiuti nei campus, gli investimenti in prodotti e servizi, ecc.
Per questo si tratta ora di ridurre gli impatti per rispettare Scope 3 ma anche di integrare i data center con il territorio locale e l’economia (3). Servono sinergie e dialogo anche con gli altri attori che operano nell’area e non è un caso se, tra i requisiti nella valutazione dei campus, si considerano con attenzione le possibilità di riutilizzo del cosiddetto “calore di scarto” di cui le zone limitrofe possono beneficiare ed il cui utilizzo è visto dalle popolazioni come possibilità di risparmio concreta e significativa. Certo, si parla anche del teleriscaldamento, molto utilizzato nei paesi nordici, e che la stessa Data4 contempla nelle città in cui sorgeranno i nuovi campus, ma anche della creazione di soluzioni dedicate al settore agroalimentare. E si parla anche di forme di collaborazione con le realtà formative locali e con i giovani. Per esempio attraverso collaborazioni virtuose con le scuole secondarie di secondo grado e le facoltà di ingegneria, mentre con la Data4 Academy, l’azienda sta già intensificando le iniziative in tutti i suoi campus europei.
Arriviamo al centro del tema della sostenibilità (4). L’avidità dei carichi di lavoro con l’AI richiede l’ottimizzazione dei flussi energetici ed il lavoro di concerto con i gestori delle reti elettriche e con gli operatori cloud così da concertare il carico della domanda con la disponibilità di energia effettiva. In futuro, a questo proposito, le tecnologie basate sull’idrogeno, ancora in fase di sperimentazione, potrebbero giocare un ruolo importante anche in relazione ai piani di investimento e alle sovvenzioni che il mercato riceverà da parte dei governi e dell’Unione Europea.
Sempre collegato al tema della sostenibilità anche quello dei sistemi di raffreddamento (5) sui quali continua la ricerca e maturano i progressi, soprattutto per quanto riguarda il raffreddamento a liquido. Per esempio, grazie ai sistemi Direct Liquid Cooling con scambio termico diretto sugli elementi critici tramite “blocchi d’acqua”, sia immergendo completamente i server. Tecniche che nelle misurazioni Pue fanno la differenza, ma anche il machine learning (AI) per esempio sulla scorta del calcolo sfruttando i milioni di punti dati generati dai sistemi critici del data center.
Per calcolare e migliorare l’impatto ambientale dei DC, il principio di valutazione deve infine essere l’analisi di tutto il ciclo di vita dei sistemi (6) che è l’approccio strategico poi scelto da Data4 per verificare tutti i flussi e gli impatti coinvolti nella progettazione e nella produzione di un data center. Si va oltre l’analisi delle emissioni di gas serra e dei parametri che influenzano le risorse e la qualità dell’ambiente, e si calcola anche l’impatto ambientale associato alla fase di costruzione di un data center con quello associato al suo funzionamento per stabilire quali siano le azioni prioritarie e per arrivare ad una “verità ambientale” per tutti i progetti tecnici e tecnologici. Un problema che si gioca anche sul tema della visibilità su ogni singolo aspetto compresi quelli di eco-design, e che per Data4 si lega anche allo studio di riqualificazione delle aree industriali ed all’utilizzo di calcestruzzo green a basse emissioni di carbonio nell’ottica di valorizzare le economie circolari.
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