L’Europa ha sempre giocato un ruolo storico nello sviluppo della fisica quantistica. Ora si propone di guidare anche la transizione tecnologica globale nel settore e punta ad un ruolo chiave non solo nella ricerca sul quantum computing ma anche per quanto riguarda i casi d’uso concreti di queste tecnologie. Da qui la strategia Quantum Europe in a Changing World, presentata dalla Commissione Europea all’inizio di luglio, che traccia una roadmap ambiziosa (realizzabile?) verso il 2030. Proprio in queste direzioni. Basata su un’architettura declinata in cinque aree strategiche, la strategia si fonda su un principio chiave: trasformare le competenze scientifiche europee in capacità industriali autonome, superare la frammentazione attuale, accelerare la commercializzazione di soluzioni quantistiche.
La visione industriale e geopolitica
Secondo la Commissione, le tecnologie quantistiche rappresentano uno snodo strategico, con impatti potenziali su settori chiave come la sanità, l’energia, la mobilità, la finanza, la sicurezza e la difesa. In un contesto di crescente rivalità e competizione internazionale, in cui peraltro Usa e Cina stanno mobilitando investimenti pubblici e privati per conquistare il primato quantistico, “l’Europa – si legge nel documento – non può permettersi di rimanere indietro”. La tecnologia quantistica è la prossima frontiera dell’innovazione, “essenziale per la sovranità tecnologica dell’Unione”, afferma ancora il documento, e per questo l’Unione inserisce il quantistico tra le tecnologie critiche delineate anche nella Strategia per la Sicurezza Economica dell’UE.

Così declina le motivazioni dell’approccio Henna Virkkunen, executive VP per la Sovranità tecnologica, la Sicurezza e la Democrazia: “L’Europa, all’avanguardia nella scienza quantistica anche in questi anni ha conseguito importanti risultati in termini di innovazione e scoperta. Abbiamo tutto il necessario per diventare un continente di primo piano nel settore quantistico, a partire da una forza lavoro altamente qualificata fino a una solida infrastruttura di ricerca. Con l’intensificarsi della corsa globale in ambito quantistico e con il passaggio dai laboratori alle applicazioni reali, l’Europa deve mantenere la sua leadership”. È lo scopo della strategia europea sul quantum: riunire gli Stati membri, l’industria, il mondo accademico e la società per sfruttare appieno il potenziale delle tecnologie quantistiche. Secondo i seguenti cinque pilastri strategici.
Dalla ricerca alla fabbrica
La strategia europea individua in ricerca e innovazione (1) il fondamento su cui costruire lo sviluppo industriale nelle tecnologie quantistiche. Sebbene l’Unione Europea possa già vantare una significativa presenza di talenti quantistici ed un numero considerevole di pubblicazioni scientifiche di valore, il passaggio dalla ricerca di base all’industrializzazione delle tecnologie rimane frammentato. La Commissione propone allora la Quantum Europe Research and Innovation Initiative, che aggreghi e coordini gli sforzi di Stati membri e programmi UE attorno a un’agenda condivisa di Ricerca, Tecnologia e Innovazione. Tale iniziativa seguirà una sequenza articolata in tre fasi principali: la prima (Discover) sosterrà la ricerca fondamentale in settori come calcolo, comunicazione e sensing quantistico. La seconda fase (From Lab to Fab) si concentrerà sull’investimento in infrastrutture avanzate e strumenti di progettazione per sostenere la transizione verso l’industrializzazione. Infine, la fase Apply and Use promuoverà lo sviluppo di applicazioni nei settori pubblico e industriale, assicurando che i progressi scientifici vengano tradotti in benefici concreti per la società e l’economia europea. In parallelo, l’iniziativa includerà misure per attrarre talenti e formare una forza lavoro specializzata, e sarà gestita attraverso una nuova governance definita da un futuro Quantum Act.
Infrastrutture quantistiche: calcolo, comunicazione sensing
Le infrastrutture (2) rappresentano l’asse portante della strategia quantistica europea. La Commissione intende realizzare un ecosistema coordinato di risorse hardware e software per il calcolo, la comunicazione e il sensing quantistico. Attraverso il programma EuroHpc sono già stati avviati prototipi di computer quantistici in diversi Stati membri, integrati con sistemi Hpc tradizionali, con l’obiettivo di raggiungere entro il 2030 piattaforme con 100 qubit corretti per errore e migliaia entro il 2035. Per esempio, tre piattaforme ibride Hpc-quantistiche sono già operative in Francia, Germania e Finlandia sotto l’egida dell’EuroHpc JU. E per le comunicazioni sicure, l’Europa sta costruendo una rete quantistica pancontinentale, terrestre e satellitare, nell’ambito dell’iniziativa EuroQci, che entro il 2030 sarà operativa con segmenti interconnessi. Sul fronte sensing, sono in sviluppo gravimetri quantistici e sistemi Q-Mri, per applicazioni strategiche e sanitarie. A sostegno dell’intero comparto, saranno definite roadmap tecnologiche per ogni dominio e istituite strutture di test e certificazione per facilitare standardizzazione, interoperabilità e accesso condiviso a tecnologie critiche.
Ecosistema, dal laboratorio al mercato
Arriviamo così al punto a nostro avviso più cruciale: l’ecosistema industriale (3). Quello quantistico europeo è vivace ma ancora fragile.

Per superare i limiti strutturali – come la scarsa capitalizzazione delle startup, l’assenza di grandi utilizzatori industriali e l’elevata frammentazione – la Commissione promuove una strategia industriale a più livelli. Nei prossimi anni verranno realizzati sei impianti pilota per la fabbricazione di chip quantistici, mentre sarà istituito un centro europeo di progettazione e una piattaforma per il design collaborativo. I Quantum Competence Cluster saranno estesi a tutti gli Stati membri per offrire infrastrutture e servizi integrati. Per facilitare il passaggio dal laboratorio al mercato, saranno creati testbed accessibili, strumenti di procurement pubblico per stimolare la domanda e programmi di co-sviluppo tra startup e grandi industrie in settori chiave. Parallelamente, la Commissione mobiliterà fondi europei (Eic, Eib, InvestEU) per attrarre investimenti privati e rafforzare la protezione della proprietà intellettuale, contribuendo alla sovranità tecnologica dell’UE.
Il valore duale del quantum computing
Le tecnologie quantistiche hanno poi un evidente potenziale dual-use (4), con applicazioni sia civili che in ambiti strategici come spazio, sicurezza e difesa. L’UE punta a sfruttare questa caratteristica per rafforzare la propria autonomia in scenari critici. Tra le priorità figurano lo sviluppo di sistemi di navigazione autonomi senza Gps, basati su sensori ottici quantistici, e orologi quantistici di nuova generazione per i satelliti Galileo. Nell’ambito della difesa, le applicazioni includono gravimetria avanzata, comunicazioni ultra-sicure via Qkd, rilevamento di minacce e simulazioni complesse per la logistica o la scoperta di nuovi materiali. E saranno attivate iniziative “spin-in” per trasferire rapidamente soluzioni civili alla difesa. Nel 2026 sarà inoltre pubblicata una roadmap congiunta su tecnologie quantistiche per spazio e difesa, in collaborazione con Esa e Nato. Tutte le azioni saranno coordinate per garantire che le tecnologie restino accessibili e protette da vincoli esterni, allineate agli interessi strategici dell’Unione.
Competenze e formazione, le Quantum Skills Academy
Ultimo, ma non certo meno importante, l’asse strategico relativo allo sviluppo delle competenze (5). La crescita del settore quantistico richiede una forza lavoro altamente qualificata.

Pur disponendo di una solida base accademica, l’UE soffre una carenza di figure applicative nei settori più strategici, come ingegneria quantistica, software, integrazione di sistemi e sicurezza informatica. Per colmare questo divario, la Commissione lancerà nel 2026 la European Quantum Skills Academy, piattaforma digitale che offrirà accesso a programmi formativi accademici, tecnici e interdisciplinari, promuovendo anche la mobilità dei talenti. L’iniziativa sarà affiancata da un programma di apprendistato quantistico, competizioni digitali, un portale dei talenti, e borse di studio per attrarre studenti e professionisti extra-UE. Sarà anche attivato un programma – Researchers-in-Residence – per facilitare l’ingresso di ricercatori nelle startup. La strategia prevede inoltre misure per colmare il gender gap e garantire una maggiore inclusività. Tutte le attività saranno monitorate attraverso l’Osservatorio Europeo delle Competenze per allineare domanda e offerta formativa in tempo reale.
In roadmap
Le prossime tappe dell’attuazione della strategia europea per le tecnologie quantistiche prevedono una fase di concertazione e coordinamento tra la Commissione, gli Stati membri e la comunità quantistica europea. Accademici, startup, imprese, cluster di innovazione e soggetti istituzionali saranno coinvolti in un processo condiviso per trasformare la visione strategica in azioni concrete. A supporto di questa governance multilivello, verrà istituito un comitato consultivo ad alto livello composto da scienziati ed esperti europei di spicco, inclusi premi Nobel attivi nel campo quantistico, con il compito di fornire raccomandazioni indipendenti sull’attuazione tecnica e strategica del piano. Il momento chiave sarà rappresentato dalla presentazione, nel 2026, di una proposta legislativa denominata, appunto, Quantum Act, che costituirà il perno normativo per rafforzare l’ecosistema industriale europeo, incentivare investimenti pubblici e privati in impianti pilota e sostenere iniziative su scala europea, nazionale e regionale dedicate alla manifattura e alla sovranità tecnologica nel settore quantistico.
E’ sulla base di questi pillar che la Commissione Europea intende passare dalla frammentazione all’integrazione, dalla valorizzazione delle conoscenze (oggi quasi esclusivamente scientifica), alla sovranità tecnologica ed il 2030 è la soglia temporale posta per concretizzare questa visione. La riuscita dipenderà dalla capacità degli Stati membri, delle imprese, delle università e degli investitori di convergere verso l’obiettivo comune di fare dell’Europa un continente capace di raggiungere il “vantaggio quantistico” applicato su scala industriale.
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