L’incontro tra creatività umana e tecnologie intelligenti sta trasformando radicalmente l’attuale scenario competitivo, aprendo opportunità di crescita prima impensabili.
È questo il messaggio che emerge dalla nuova ricerca di Accenture Reworking the Revolution, che ha coinvolto circa 14 mila dipendenti e 1.200 dirigenti di varie nazioni tra cui anche l’Italia.
I risultati dello studio conducono però i Ceo a realizzare che il rischio di rimanere indietro è concreto e occorre che le aziende si adeguino al più presto promuovendo una riqualificazione della forza lavoro allineata ai nuovi trend del mercato. I ricavi più grandi si avranno se gli investimenti futuri punteranno a tecnologie innovative e alla collaborazione uomo-macchina. La nuova parola d’ordine è “Applied Intelligence”, ovvero la capacità di integrare rapidamente tecnologia intelligente e ingegno umano in tutte le funzioni aziendali.
Lasciando parlare le stime, 38% pare essere la percentuale di incremento del fatturato che un’azienda potrebbe registrare entro quattro anni se iniziasse a investire in Intelligenza Artificiale ai tassi delle imprese leader. La conseguenza di un risultato del genere sarebbe un aumento dei profitti dell’economia globale, che toccherebbero i 4,8 trilioni di dollari. Inoltre l’occupazione potrebbe crescere del 10%.
Numeri sorprendenti, insomma, ma per essere raggiunti richiedono importanti cambiamenti dal punto di vista dell’organizzazione e dell’approccio.
La ricerca mette in luce due importanti sfide: il 61% dei dirigenti ritiene che la quota delle posizioni aziendali che dovranno collaborare in qualche modo con intelligenze artificiali crescerà nei prossimi tre anni, e secondo il 69% dei dipendenti è importante sviluppare nuove competenze per operare con macchine intelligenti.
La vittoria si raggiungerebbe solo se le due variazione venissero apportate in modo integrato, ovvero se le aziende rivisitassero i profili professionali dei dipendenti abbandonando il concetto di ruolo e concentrandosi sui task che vengono svolti, affidandoli poi alle persone o a sistemi automatizzati a seconda di cosa sarà più efficace. Come si può intuire dallo studio, le “job description” sono obsolete; si tratta di un’idea ormai superata per il 46% dei manager intervistati.
Il futuro sarà caratterizzato da programmi personalizzati di formazione, che insegneranno ai dipendenti la collaborazione con i sistemi di intelligenza artificiale. Nonostante solo il 3% dei dirigenti abbia indicato che la loro azienda aumenterà significativamente gli investimenti nel re-skilling dei dipendenti, gli analisti sono ottimisti. I risultati parlano chiaro. La chiave del successo esiste, ora spetta ai CEO la scelta della giusta strategia.
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