Da anni si parla di utilizzo in formato digitale dei documenti e l’anno appena chiuso ha segnato passi avanti importanti con la fatturazione elettronica. Tuttavia, nonostante i processi di digitalizzazione in atto nelle aziende ancora oggi la maggior parte di esse, in diversi ambiti – e di sicuro in quello del trasporto merci – utilizza ancora documenti cartacei. Tra i principali ostacoli ad un esteso ricorso a documenti di trasporto digitali c’è proprio il grado di accettazione variabile (e piuttosto basso) da parte delle varie autorità.
Tra i problemi fino ad oggi senza soluzione quello del corretto scambio delle informazioni è il più critico perché i Paesi UE utilizzano sistemi informatici diversi fra loro, senza caratteristiche di interoperabilità adeguate.
Stupisce che nel tempo non sia stato curato proprio un aspetto caratterizzante la nascita stessa del Mercato Europeo, anche considerato che, come dichiara lo stesso Consiglio dell’Unione Europea, “l’introduzione della digitalizzazione del trasporto merci e della relativa logistica è riconosciuto comportare notevoli risparmi sui costi amministrativi per le imprese, ed in particolare per le Pmi, che rappresentano la stragrande maggioranza delle imprese di trasporto e logistica nell’UE”.
Il nuovo anno porta da questo punto di vista le prime importanti novità, decise proprio a fine 2019. La presidenza e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sul tema il 26 novembre.
A fine dicembre, a seguito della riunione degli ambasciatori dei Paesi membri, riuniti nel Coreper (Comitato dei rappresentanti permanenti), è stata approvata la proposta di istituire un quadro giuridico uniforme per l’utilizzo delle informazioni elettroniche sul trasporto merci, qualsiasi sia la modalità del trasporto.
Con le nuove norme si impone a tutte le PA pertinenti di accettare le informazioni documentate in formato elettronico su piattaforme certificate. Spetta alle imprese scegliere il ricorso al formato per dimostrare la conformità alle prescrizioni legislative e quindi sarà possibile ancora presentare le informazioni cartacee, ma le autorità pubbliche non potranno evitare di accettare quelle digitali, anche se questo sarà effettivamente vero solo da qui ad altri cinque anni, considerate le tempistiche necessarie per l’applicazione concreta.
La roadmap dell’accordo
Il testo concordato, infatti, sarà ora messo a punto dai giuristi-linguisti. Dovrà quindi essere adottato formalmente prima dal Consiglio e poi dal Parlamento.
Quindi il regolamento entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione. Il Consiglio UE spiega che “alcune delle disposizioni saranno applicabili a decorrere dall’entrata in vigore dell’atto giuridico, ma altre solo quattro anni dopo. L’obbligo per le autorità pubbliche di accettare le informazioni rese disponibili in formato elettronico inizierà ad applicarsi cinque anni dopo l’entrata in vigore del regolamento, in funzione dell’adozione delle pertinenti specifiche tecniche da parte della Commissione“.
In ogni caso, tempo 30 giorni dall’entrata in vigore delle nuove norme la Commissione dovrà comunicare ed adottare quanto serve per assicurare l’interoperabilità tra i sistemi informatici e stabilire le procedure comuni, con norme dettagliate, per accesso e trattamento delle informazioni, nonché per garantire l’applicazione delle norme da parte delle autorità competenti.
Un peccato la tempistica così lunga. Benefici immediati e riconosciuti infatti sono la riduzione dei costi – sia per le imprese sia per le autorità – e una più facile applicazione delle norme, oltre ad un settore trasporti più efficiente e sostenibile.
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