Da una parte i team IT faticano a controllare un’architettura di rete sempre più complicata, dall’altra cybercriminali sempre più abili – con ampie disponibilità di budget e risorse tecnologiche – sono in grado di eludere le misure di sicurezza basate su vecchi modelli mettendo a rischio il patrimonio di informazioni e dati delle organizzazioni di qualsiasi dimensione.
In un’era in cui si “dissolvono” i perimetri aziendali è per questo importante approdare ad un modello di difesa Zero Trust, come quello proposto da Akamai che è in grado di sostituire un’architettura incentrata sul perimetro, puntando su regole e decisioni relative alla cybersecurity e al controllo degli accessi applicate dinamicamente in base a identità, dispositivi e contesto.
Solo chi è effettivamente autorizzato ad utilizzare applicazioni e informazioni può accedervi, indipendentemente da dove si trovi e, nel caso, anche senza essere all’interno della rete.
Il whitepaper spiega come avanzare nel percorso di adozione per abbracciare l’approccio Zero Trust e i benefici anche per quanto riguarda la governance complessiva legata alla visibilità sulle applicazioni e sul traffico delle informazioni.
Sette piccoli (ma importanti) passi per avvicinarsi ad un modello di sicurezza in grado di sostenere le sfide del cloud e della trasformazione digitale e permettere a dipendenti, clienti e partner di lavorare e collaborare con le organizzazioni senza mettere a rischio gli asset.
Non perdere tutti gli approfondimenti della Room Akamai Protect Your Business
© RIPRODUZIONE RISERVATA