Dal 1° rapporto sul 5G realizzato nel 2020 da NetConsulting cube con il supporto di di Dell Technologies, Engineering, Samsung e TIM, emerge che nelle grandi imprese è oggi apprezzabile sia il grado di conoscenza del 5G, sia la consapevolezza che lo stesso 5G non sia una mera innovazione tecnologica in ambito Tlc, bensì una piattaforma capace di abilitare nuovi servizi. In particolare, è diffusa l’opinione che il 5G possa apportare diversi benefici ai processi business, da quelli commerciali, che sono i più citati, a quelli operativi interni, fino ai processi tipici delle realtà industriali o logistiche, quindi più specifici.
Allo stesso tempo sono ancora relativamente poche (9,3%) le aziende che si sono attivate sul 5G sviluppando un piano ad hoc, mentre è consistente la percentuale di aziende che ne stanno valutando l’introduzione (27,8%) o non hanno ancora avviato iniziative sul tema, ma sono interessate a farlo (46,2%).
Questo scenario trova spiegazione nella diffusa opinione che questo mercato non sia ancora abbastanza maturo, tanto che solo un terzo del panel ritiene che il 5G possa trovare applicazione in azienda a partire dal 2021, mentre per il resto del panel i tempi si allungano al biennio 2022-2023 (44,4%) o addirittura al 2024 (9,3%). Dalla survey emerge inoltre che a frenare l’introduzione del 5G (Fig.1) non siano solo, seppur più rilevanti, delle criticità proprie del mercato 5G (a partire dall’incertezza sui tempi di avvio del mercato o dalla disponibilità limitata di device), ma anche delle criticità che investono le aziende (come la necessità di ammodernare l’infrastruttura e l’esigenza di investire in sicurezza) e, in minor misura, i fornitori.
Ogni comparto di mercato manifesta ovviamente un diverso orientamento al 5G in funzione dei possibili scenari d’uso dello stesso e dei vantaggi che le aziende possono trarne.
Nel comparto Tlc & Media, il 50% delle aziende afferma che il 5G è già nel 2020 una tecnologia sufficientemente matura da essere implementata nella propria azienda, mentre il restante 50%, afferente alla componente Media, posiziona il 5G prudenzialmente tra il 2022 e il 2023.
Per quanto riguarda l’Industria, molte aziende dichiarano che il 5G è già in fase di test e il 15,4% (contro una media del 9,3%) ha già sviluppato un piano per l’introduzione di progetti basati sul 5G riguardanti ambienti indoor. Il 5G renderà ancor più intelligenti le fabbriche, potendo abilitare l’integrazione di macchinari, sensori, piattaforme, robotica e anche i prodotti stessi, che diventeranno sempre più smart. Il tutto con una pervasività indoor mai riscontrata e implementabile sino ad ora.
Nel settore Trasporti & Logistica si osserva un atteggiamento abbastanza incerto verso il 5G che riflette, da un lato, la convinzione che i tempi per la sua diffusione su ampia scala siano ancora piuttosto lunghi e comunque ad oggi non definibili e, dall’altro, la difficile identificazione – per alcune realtà – dei possibili ambiti di applicazione del 5G. Dall’analisi delle aree di possibile applicazione del 5G emerge che nel breve periodo il focus delle aziende è sull’ottimizzazione dei processi di business interni, grazie all’adozione di veicoli a guida autonoma e, più in generale, di flotte intelligenti, e ad iniziative di safety management specificatamente pensate per controllare le condizioni dei veicoli e del conducente.
Nel settore Gdo & Retail l’atteggiamento delle aziende nei confronti del 5G è prevalentemente di tipo “wait & see”. Gli operatori retail non saranno i first mover nell’adozione delle tecnologie 5G, anche se l’esperienza vissuta durante il lockdown può rappresentare un driver per l’accelerazione degli investimenti in tal senso. Sebbene il livello di conoscenza della tecnologia 5G sia nella maggioranza dei casi ancora superficiale, è diffusa l’opinione che questa tecnologia possa rappresentare una piattaforma utile per abilitare nuovi servizi, favorendo la profonda trasformazione digitale in corso nel settore.
Il settore Energy & Utilities mostra oggi un approccio prevalentemente dicotomico verso il nuovo standard di comunicazione: se per alcune aziende il 5G rappresenta un paradigma da poter approfondire già nel breve periodo, altre aziende adottano una strategia prudenziale e “attendista”, aspettando che le condizioni di mercato siano sufficientemente mature da consentire ulteriori valutazioni.
All’interno del mondo Finance, nessuna delle aziende intervistate ha già intrapreso un progetto 5G o definito un piano relativo all’introduzione del 5G; tra l’altro il 23% dei rispondenti dichiara di non prevedere affatto di adottarlo e si tratta esclusivamente di Banche, che sebbene si riconoscano la portata del cambiamento legato all’introduzione di questa tecnologia, attribuiscono al 5G un effetto poco disruptive sul business.
L’ultimo settore analizzato nella survey, la Sanità privata, mostra verso il 5G un approccio prudenziale, tanto che sono ancora poche le realtà o i gruppi che, senza attendere il consolidamento del mercato, avviano delle sperimentazioni.
Gli ambiti all’interno dei quali si ritiene vi possano essere i maggiori utilizzi del 5G fanno riferimento (Fig. 2), in primis, allo sviluppo di nuovi prodotti/servizi (72,2%) e a seguire al miglioramento delle attività produttive dei dipendenti (51,9%) e alle relazioni con i clienti (48,1%)
Buone valutazioni sono state assegnate anche all’utilizzo del 5G per migliorare la relazione con i clienti nel post-vendita sia relativamente alla manutenzione che per attività di customer service (40,7%).
Meno impatti sono stati invece indicati nelle relazioni post-vendita con i fornitori (16,7%) e nelle attività di back office aziendali (7,4%).
Per far sì che il 5G possa “scaricare a terra” tutte le sue, è necessario che vi sia una leadership che controlli e promuova la sua introduzione in azienda (Fig. 3).
Da questo punto di vista, il Cio emerge, con il 79,6% dei voti, come il leader assoluto a cui viene delegata questa responsabilità. Il motivo di questo risultato non appare solamente legato al fatto che al Cio vengono delegate le problematiche di tipo tecnologico ma, soprattutto, al fatto che il Cio viene sempre di più vista all’interno delle organizzazioni come quella figura capace di declinare le tecnologie e i digital enabler all’interno dei processi di business e supportare i business manager nel creare valore per le proprie organizzazioni.
A seguire, in ordine di citazione, è indicato il Top management (40,7%), figura che ancora vuole e deve essere partecipe delle decisioni che vengono giudicate strategiche. Alcune realtà, quelle più strutturate dal punto di vista organizzativo hanno indicato il Chief innovation manager (20,4%) mentre il 16,7% hanno costituito dei comitati preposti per valutare il 5G nel suo complesso.
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