Prosegue il ciclo di seminari dedicati alla Sostenibilità Digitale organizzati da TIM e Google Cloud, insieme a NetConsulting cube, in cui si dibatte del ruolo ricoperto dal digitale quale alleato imprescindibile nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità, a partire dai 17 obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu.
Il secondo appuntamento dal titolo Sostenibilità e Business: come Orchestrare Sostenibilità Finanziaria, Sostenibilità Organizzativa e Digitale vede coinvolti Ernesto Ciorra, direttore Innovability, e Carlo Bozzoli, direttore Global Digital Solutions di Enel.
I due protagonisti di questo incontro – nell’intervista “doppia” realizzata da Emanuela Teruzzi, direttore responsabile di Inno3 – raccontano come Enel affronta il tema della sostenibilità dal punto di vista finanziario, organizzativo e digitale e quali gli elementi strategici del proprio Piano di sostenibilità.
Partendo dai 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile definiti dall’Onu da raggiungere entro il 2030, come Enel si mappa su questi obiettivi? Quali fa propri e come li persegue?
“Enel già da anni mappa il proprio Piano Strategico sugli obiettivi definiti dall’Onu, analizzando come l’azienda andrà ad incidere su questi nel piano a tre anni che viene presentato agli azionisti” esordisce Ciorra. “Il vero tema è che noi abbiamo preso uno di questi obiettivi, il numero 7 (Garantire l’accesso all’energia a prezzo accessibile, affidabile, sostenibile e moderna per tutti) – e lo abbiamo reso il mantra della nostra azienda. Energia sostenibile significa energia rinnovabile, l’unica senza emissioni. Energia innovativa significa innovare per ridurre i costi, sia per i nostri clienti che per i nostri azionisti. Energia accessibile per tutti significa avere a cuore le comunità e coloro che non possono pagare l’energia, quindi avere un’attenzione non solo al business ma anche al sociale”. All’obiettivo numero 7 si affiancano così l’obiettivo 13 (Lotta al cambiamento climatico) e l’obiettivo 9 che riguarda le infrastrutture e le reti come fattori abilitanti (Industria, innovazione e infrastrutture), nonché gli ecosistemi e le piattaforme, in linea con l’SDG 11 (Città e comunità sostenibili).
Enel ha tradotto tutto questo in un modello di business sostenibile: tutti gli investimenti che Enel approva devono essere compatibili con la società e con l’ambiente. “Quando sono entrato in Enel nel 2014” racconta Ciorra “mi sono trovato all’interno di un comitato investimenti in cui l’amministratore delegato mi ha spiegato che se un investimento non è sostenibile sul piano sociale o ambientale, anche se rende economicamente non va approvato. Un esempio? Ci siamo trovati in un’occasione ad avere la possibilità di investire 2,5 miliardi di euro in un Paese estero, con degli indicatori di redditività superiori a quelli che abbiamo normalmente per investimenti in Italia e in Spagna. In quel paese però non venivano rispettati i diritti delle donne e, più in generale, i diritti umani, pertanto l’investimento non è stato approvato. Con questo Enel vuole tutelare i propri azionisti: ciò che non è accettabile oggi sul piano ambientale o dei diritti umani e sembra produrre ricavi, in realtà non è sostenibile nel tempo”.
Quali sono i risvolti di business che questi obiettivi portano nella strategia di Enel?
“Rispondo con un esempio – prosegue Ciorra – Enel si era presa l’impegno di colmare il digital gap dei paesi in cui opera. Nel 2015 l’Italia era il penultimo paese d’Europa per banda larga, così abbiamo creato una start up, Enel Open Fiber, con l’obiettivo di recuperare il divario di connettività rispetto agli altri Paesi. Ci siamo riusciti: i dati ci dicono che oggi siamo diventati il terzo paese d’Europa per banda larga”. Un altro esempio di come non manchino i risvolti di business è quello della piattaforma sviluppata da Enel X per assistere da remoto i pazienti affetti da Covid-19 e monitorare in tempo reale le loro condizioni di salute. “Oggi medici e operatori sanitari del Policlinico Gemelli sono in grado di gestire centinaia di persone da casa monitorandole. Ogni problema sociale può diventare un’opportunità per guadagnare e, contemporaneamente, migliorare il Paese”.
Quali modelli, organizzativo e finanziario, ha adottato Enel per portare avanti una strategia di sostenibilità?
Per raccontare il modello organizzativo di Enel per traguardare la sostenibilità, Ciorra utilizza una metafora: “La sostenibilità è un po’ come il sangue che circola nel nostro corpo. Grazie al sangue ogni parte del corpo muore e rinasce periodicamente, grazie ad un ricambio cellulare costante. Allo stesso modo le persone che si occupano di sostenibilità devono stare ovunque in azienda”. Con questo obiettivo, Enel si è dotata di una struttura organizzativa in cui all’interno di ogni funzione aziendale sono presenti delle risorse che gestiscono la sostenibilità e l’innovazione di quell’area, riportando sia ad Ernesto Ciorra sia al proprio capo area. “L’obiettivo della sostenibilità è la sopravvivenza. Se l’azienda non cambia con il contesto esterno, muore. Operare in maniera sostenibile consente di prolungare la vita dell’azienda, cambiare costantemente consente di trasformarsi e di cogliere le opportunità di crescita”.
Ciorra prosegue spiegando come la sostenibilità non riguarda solo la componente organizzativa, ma anche quella finanziaria, che rappresenta un elemento centrale ed estremamente innovativo del modello di sostenibilità dell’azienda.
“Il nostro modello finanziario è tanto semplice quanto innovativo. Abbiamo letteralmente inventato un nuovo prodotto finanziario che si chiama “Sustainability Sdg-linked bond” e l’abbiamo legato alla nostra traiettoria di decarbonizzazione su cui tutta l’azienda ha degli obiettivi. Quando ci rivolgiamo ai nostri mercati, questi ci riconoscono uno sconto in termini di tasso d’interesse perché abbiamo un modello di business sostenibile. Abbiamo emesso strumenti finanziari per 14,5 miliardi di bond, pagando meno rispetto ai nostri corporate bond. Oggi tra bond e altri strumenti finanziari abbiamo oltre 40 miliardi di indebitamento garantito da obbligazioni, prestiti o altri strumenti legati alla nostra finanza sostenibile”.
La sostenibilità finanziaria di Enel è oggi un modello seguito da aziende di tutto il mondo, come Suzano, Novartis, Chanel, Schneider Electrics, Tesco, H&M. Il prodotto finanziario creato da Enel ha portato una reale disruption nella finanza sostenibile mondiale: ad oggi, con questo strumento, sono stati emessi oltre 80 Miliardi di bond. “Avevamo lanciato questo strumento nel novembre del 2019 con grande scetticismo iniziale da parte dei mercati finanziari nei nostri confronti. In seguito, gli stessi mercati hanno compreso che essere sostenibili è un modello che va premiato”.
Abbiamo più volte sottolineato, anche durante il primo incontro di questo ciclo di seminari, il ruolo del digitale a sopporto della sostenibilità. Quale è il ruolo del digitale in Enel e cosa il digitale vi ha permesso di realizzare per la sostenibilità?
Risponde Carlo Bozzoli, a capo della divisione Global Digital Solutions di Enel, che definisce la sostenibilità come “una questione di sopravvivenza sul mercato, per competere in modo diverso”. Il contesto in cui opera il settore energetico è oggi in forte cambiamento: “di fronte alla crescita demografica costante, alla domanda crescente di fabbisogno energetico e ad uno sfruttamento eccessivo delle risorse del pianeta, è ormai chiaro che urge una transizione verso un mondo più green e digitale. Questa transizione, drastica e accelerata, richiede alle utility di far evolvere il proprio ruolo e diventare orchestratori di un sistema più complesso, sempre più composto da asset distribuiti (ad esempio migliaia di fonti di produzione rinnovabile o soluzioni di storage o batterie) dei quali non saremo proprietari. Sarà necessario passare da un modello di business tradizionale lineare ad un modello di business circolare o di piattaforma”.
In questo contesto, si parla sempre di più di modelli di sfruttamento delle risorse distribuite multi-tenant, in cui la utility non è il proprietario dell’assett. Il digitale gioca un ruolo cruciale: l’adozione di piattaforme digitali abilita la gestione di questa crescente complessità, per guidare una transizione energetica in modo sostenibile all’interno di un contesto normativo e di pressioni sociali in continua evoluzione.
“Le piattaforme digitali devono essere “plug&play” e avere una forte attenzione al riuso. In questo modo il digitale concorre a ridurre i costi marginali in termini di scalabilità ed efficienza” afferma Bozzoli.
Per abilitare la transizione energetica, oggi la mission del journey digitale di Enel è quella di trasformare l’azienda in una platform company. Come? In tre step che Bozzoli identifica in questo modo:
- “costruire un portafoglio di applicazioni e un ecosistema digitale di piattaforme IT su misura, rispetto all’utilizzo di piattaforme standard di mercato”
- “perseguire modelli operativi a piattaforma”
- “costruire modelli di business platform based nella transizione energetica (es. città intelligenti, mobilità elettrica, …)”
Per traguardare questi obiettivi è necessario disporre di infrastrutture digitali resilienti e plug&play, avere un’organizzazione agile, flessibile e adattativa, sviluppare al proprio interno competenze di eccellenza sulle tecnologie abilitanti, per avere il controllo diretto della tecnologia dentro l’azienda.
Quali gli impatti sul modello organizzativo e sulle competenze?
“Abbiamo fatto evolvere l’organizzazione della funzione Global Digital Solutions in modo importante, superando i vecchi modelli organizzativi con modelli abilitanti molto più agili e flessibili” spiega Bozzoli. In Enel è il business che sviluppa innovazione: “abbiamo un’organizzazione a specchio rispetto al gruppo, basata su elementi organizzativi chiamati Digital Hub inseriti all’interno delle divisioni, a doppio riporto gerarchico della divisione in cui si trovano e della Global Digital Solution. Il business è l’attore principale dell’innovazione”.
Sul tema delle competenze, secondo Bozzoli oggi “il business deve disporre di competenze molto diverse rispetto a quelle che possedeva in passato rispetto a quelli che sono i vantaggi e le opportunità che può offrire il digitale”. La mission della divisione Digital di Enel è orientata a garantire e diffondere all’interno delle linee di business know-how e competenze, in un concetto di open innovation sostenibile. “Lavoriamo sempre più per community, come se fossimo un laboratorio o una startup, perché questo è il nuovo modo di lavorare in un modello operativo a piattaforma. In sette anni abbiamo incontrato più di 15mila startup e in diverse centinaia lavorano oggi con noi.
Quale sarà il ruolo del digitale nella transizione energetica?
“Non saremo un’azienda asset intensive, ma software intensive. Il software diventerà centrale e sarà una delle tecnologie abilitanti per essere sempre più capaci di orchestrare impianti distribuiti nel mondo, multi-location e multi-tenant. Per fare questo servono le piattaforme, serve software sostenibile, serve capacità di utilizzare intelligenza artificiale, serve capacità di utilizzare strumenti che analizzano in modo predittivo i dati. Il software sarà l’elemento su cui si giocherà la competizione futura nel settore delle utilities”, conclude Bozzoli.
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