Vodafone Business lavora per supportare ed abilitare lo sviluppo del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) con un approccio verticalizzato sulle diverse missioni su cui può dare il maggiore contributo, a partire dalla prima che è dedicata alle tematiche di “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura”.
Enzo Bagnacani, Head of Business Solutions di Vodafone Business, inquadra lo scenario entro cui si colloca la missione 1 del Pnrr e mette a fuoco il tema della digital transformation e della sua articolazione, il grado di maturità delle aziende italiane e le risposte che Vodafone Business può dare per supportarle nella loro accelerazione digitale.
Gli snodi della digital transformation
Gli investimenti previsti dal Pnrr sono fortemente indirizzati all’accelerazione digitale del Paese e, in particolare, del suo ecosistema imprenditoriale. In questo contesto, va però ben compreso cosa si intenda quando si parla di digital transformation.
“Di digital transformation si parla da tanti anni e in questo periodo è tornata in auge visto il lancio del Pnrr – puntualizza a questo proposito Enzo Bagnacani –. E, per questo, è fondamentale comprenderla in modo puntuale per capirne gli impatti relativi a chi si trova a vivere una crescente digitalizzazione, clienti privati e aziende di tutte le dimensioni, e a chi la promuove, ovvero chi si trova a dover supportare questo complesso percorso”.
La Digital Transformation possiamo dire che si articola in 4 fattori principali. – prosegue Bagnacani – In prima battuta e in genere la Digital Transformation è associata ad aspetti tecnologici e in particolare all’Innovazione introdotta dalla Tecnologia. L’innovazione Tecnologica non è mai lo scopo o il fine della Digital Transformation. La tecnologia è semmai un abilitatore cioèuno strumento importante per creare nuovi servizi, svolgere nuove attività, modificare la relazione con i propri Clienti. L’innovazione tecnologica aiuta le aziende per gestire il secondo fattore cioe’ la capacita’ di far evolvere il proprio Business.
A questo proposito, negli anni, si è assistito a diverse ondate di innovazione tecnologica che hanno portato un’ampia gamma di nuove infrastrutture e soluzioni, come ad esempio il cloud computing e l’IoT, che hanno consentito alle aziende di abilitare nuovi modelli di servizio, di innovare le relazioni con clienti e partner, di formulare modelli di business innovativi.
Bagnacani procede nell’analisi fino ad analizzare gli altri fattori rilevanti della digital transformation: “Per rendere concrete queste trasformazioni è necessario che le aziende affrontino un terzo aspetto importante della digital transformation, ovvero si riorganizzino con nuovi processi, organizzazioni e sistemi a supporto del business. Infine, le aziende che devono completare questa trasformazione devono affrontare e gestire il quarto e fondamentale fattore, cioè quello umano, ovvero la necessità di individuare e sviluppare nuovi profili professionali, nuove competenze e nuove tipologie di risorse.
Adozione e gestione della innovazione tecnologica, evoluzione del modo di fare impresa, revisione di processi e sistemi, rinnovamento di profili e competenze sono, quindi, i quattro elementi fondamentali della digital transformation. ”Saper usare tecnologie innovative e complesse è importante ma non esiste trasformazione digitale completa senza una governance seria degli altri tre fattori che spesso risultano essere più complicati e rilevanti da gestire”. Sono fattori che il sistema dell’offerta deve indirizzare per poter supportare in modo adeguato le aziende che vivono la trasformazione digitale e per aiutarle a cogliere le opportunità del Pnrr.
La maturità digitale del Sistema Italia
La maturità di aziende e imprese italiane nel portare a terra le opportunità del digitale è ancora piuttosto limitata. “Come parte di un gruppo internazionale, noi stiamo rilevando un certo ritardo del Sistema Italia nel contesto europeo, soprattutto in confronto alle realtà del Nord Europa – commenta Bagnacani. Il ritardo non riguarda tanto il grado di adozione della tecnologia, che è alla portata di tutti, quanto l’implementazione degli altri tre fattori alla base della digital transformation”.
Questa situazione rende ancora più interessanti le potenzialità che caratterizzano il Pnrr: “C’è senza dubbio spazio per indirizzare le opportunità di accelerazione digitale e per poter far crescere il livello di digitalizzazione di aziende ed enti”. La maturità digitale nell’ecosistema italiano non è, però, uniforme, varia a seconda della collocazione geografica e della tipologia delle organizzazioni prese in esame.
Bagnacani approfondisce il ragionamento partendo dalla pubblica amministrazione: “Il mondo pubblico, soprattutto a livello centrale, da tempo ha iniziato ad avviare iniziative a supporto della pervasività digitale e, in questo scenario, il Pnrr dovrebbe portare concretezza e una svolta fondamentale per rendere effettiva la digitalizzazione degli enti ma soprattutto dei servizi ai cittadini e alle imprese”.
Passando al settore privato, Bagnacani mette in luce le situazioni eterogenee che caratterizzano le aziende di diversa dimensione: “Già prima dello scoppio della pandemia, le grandi aziende hanno iniziato a seguire un percorso di digital transformation partendo dal necessario adeguamento delle infrastrutture Ict; è un percorso destinato ad essere lungo e difficile, soprattutto alla luce della mancanza di un adeguato livello medio di standardizzazione degli ambienti applicativi e della complessità organizzativa: questo percorso, già avviato per determinati ambiti aziendali, è stato accelerato dall’emergenza sanitaria: vedi per es. la remotizzazione del lavoro e l’adozione di soluzioni di Smartworking”.
Per quanto riguarda le Pmi, Bagnacani evidenzia come “il digitale sia stato di particolare aiuto soprattutto per le startup, ovvero per le realtà di recente costituzione: sono imprese più giovani e, quindi, tendenzialmente più competenti da un punto di vista digitale o, comunque, più propense a cogliere le opportunità derivanti dalla disponibilità di soluzioni innovative.”
Per queste realtà, il Cloud soprattutto ha di fatto reso possibile l’utilizzo di tecnologie tradizionalmente accessibili solo alle aziende di maggiori dimensioni. “Il resto delle Pmi invece” Bagnacani completa il quadro “continua a presentare una maturità digitale contenuta e questo contribuisce al ritardo dell’Italia in Europa”.
Lo strappo del Covid-19, le opportunità del Pnrr
Come anticipato, l’avvento del Covid-19 ha dato una grande accelerazione alle diverse spinte e tensioni verso l’adozione di soluzioni digitali. Bagnacani chiarisce: “L’emergenza sanitaria ha di fatto obbligato e costretto le aziende di ogni dimensione a utilizzare una serie di strumenti digitali che si sono rivelati essere assolutamente necessari per garantire la loro sopravvivenza”.
Spicca, in tal senso, la necessità di adottare modelli di smart working che ha forzato anche le imprese più “ostili” al digitale ad adeguare le proprie infrastrutture e a ricorrere a tool che consentissero l’accessibilità e la gestione delle risorse IT aziendali da remoto.
La crisi sanitaria ha, quindi, operato un vero e proprio strappo che è evidente nelle parole di Bagnacani: “La spinta delle aziende verso il digitale non è sempre stata all’insegna della programmazione, della consapevolezza e di obiettivi chiari relativamente alla digitalizzazione”.
Per Bagnacani la naturale conseguenza di questa situazione è che “oggi, le aziende devono iniziare a capire come mettere ordine nelle iniziative che sono state implementate per far fronte all’emergenza sanitaria, velocemente e senza un’adeguata comprensione di quello che significasse spingere così tanto sulla digitalizzazione. Recuperare la consapevolezza e la maturità digitale è un tema importante oggi rispetto alle iniziative urgenti intraprese nella recente fase e sarà altrettanto determinante in futuro per cogliere al meglio tutte le opportunità delle iniziative legate al Pnrr”.
Secondo Bagnacani, la cybersecurity è, senza dubbio, un contesto dove, in periodo di emergenza, si è manifestato in modo evidente questo gap relativo alla maturità e consapevolezza digitale delle aziende italiane. “La remotizzazione degli accessi alle risorse e ai servizi aziendali senza adeguati strumenti e competenze, sia per i dipendenti aziendali sia per gli stakeholders esterni, ha generato e sta generando molte criticità sul fronte della sicurezza e affidabilità delle infrastrutture, dei servizi e dei dati aziendali”.
Le imprese si sono concentrare su infrastrutture, connettività e dispositivi a supporto dell’accesso e del lavoro da remoto e, quindi, dell’operatività, ma hanno trascurato gli aspetti di accesso sicuro e protezione delle risorse così come di adeguata consapevolezza e competenza dei dipendenti relativamente ai potenziali rischi di attacco.
“Oggi è necessario che le aziende indirizzino questi aspetti dotandosi di nuovi strumenti e processi che possano irrobustire la sicurezza della operatività e delle infrastrutture aziendali. Le aziende poi si devono occupare anche e soprattutto di irrobustire il cosiddetto fattore umano che oggi rappresenta uno degli ambiti maggiori di attacco per gli eventi di Cybersecurity, precisa Bagnacani.
Le imprese devono, pertanto, superare l’indeterminatezza derivante dalla loro corsa, a volte inconsapevole, verso la digitalizzazione. In tal senso, il Pnrr rappresenta un’opportunità straordinaria per arrivare a una digitalizzazione più matura che abbracci tecnologia, processi e fattore umano. Ma solo se le aziende saranno in grado di comprendere tutti gli aspetti necessari alla digitalizzazione potranno sfruttare le potenzialità e i fondi del Pnrr, rispettandone tempi e requisiti.
Il supporto di Vodafone Business
In questo contesto, Vodafone Business intende offrire agli utenti finali un supporto consulenziale che li aiuti, in linea con le opportunità derivanti da Pnrr, a dotarsi di tecnologie e a gestirle, a evolvere i propri modelli di business, a rivedere i processi e ad adeguare competenze e skill.
“Vodafone Business vuole portare alle aziende la sua capacità di indirizzare tutti gli elementi della digital transformation e di cogliere le opportunità derivanti dal Pnrr per sostenere e completare il loro percorso di digitalizzazione – spiega Bagnacani e puntualizza -; alla base del nostro supporto, la gestione della cybersecurity è centrale e fondamentale per aiutare le aziende, lungo il loro percorso di digital transformation, a superare lo strappo determinato dal Covid-19 e a recuperare la necessaria consapevolezza e maturità digitale”.
L’importanza di una gestione adeguata della cybersecurity è dimostrata dal sensibile aumento, negli ultimi due anni, degli attacchi subiti dalle aziende, non solo per la nascita di nuove minacce ma soprattutto quanto per una persistente debolezza proprio del fattore umano.
“Al di là delle recenti falle tecnologiche, abbiamo spesso registrato una non adeguata attenzione nel comportamento delle risorse umane rispetto ai nuovi rischi di cybersecurity per le aziende. Le aziende hanno sempre più spinto verso la digitalizzazione e la remotizzazione e questo comporta un rilevante ampiamento del campo di attacco per iniziative di cybersecurity. Nel frattempo le competenze, il livello di attenzione, i comportamenti superficiali sono rimasti gli stessi, sia per i dipendenti sia per gli addetti. Il campo di attacco quindi è oggi molto più ampio ma il fattore umano, che è la porta di accesso più frequentemente usata da attacchi cyber, non è stato reso più robusto. sostiene Bagnacani. “Gli obiettivi del Pnrr accelereranno ulteriormente la digitalizzazione e quindi il campo di attacco cyber si amplierà in modo esponenziale. Il presidio delle tematiche relative alla CyberSecurity è centrale per tutte le iniziative legate al Pnrr”.
Nell’ambito del Pnrr sarà, quindi, necessario mettere in campo, guidare e sviluppare progetti fortemente centrati sulla governance della sicurezza.
Vodafone Business, obiettivo cybersecurity
“Vodafone Business è da sempre impegnata ad aiutare le aziende a gestire le tematiche della cybersecurity a tutto tondo”, afferma Bagnacani.
L’offerta di Vodafone Business rivolta alle aziende è pensata, infatti, per seguire tutte le fasi della gestione della sicurezza con un approccio circolare che prevede le fasi di prevenzione-identificazione, mitigazione-protezione, gestione-rilevazione, risposta-risoluzione; una proposta completa che solleva le aziende dalla complessità che caratterizza questo ciclo di attività e la gestione delle relative tecnologie.
“Con il suo portafoglio di soluzioni, Vodafone Business supporta le aziende da un punto di vista sia tecnologico sia consulenziale in tutte le fasi in cui la governance della cybersecurity si articola – entra in dettaglio Bagnacani -. Questo supporto è stato particolarmente significativo durante il periodo più duro dell’emergenza sanitaria e lo sarà sempre di più nel contesto di sviluppo e creazione con il Pnrr”.
Per quanto riguarda l’identificazione delle vulnerabilità, Vodafone Business è in grado di svolgere un assessment delle vulnerabilità dell’azienda (con soluzioni di vulnerability assessment, penetration testing, etc.), tema particolarmente sentito dalle piccole e medie imprese che non hanno sempre una adeguata consapevolezza di quanto il proprio business sia effettivamente protetto.
In ambito protezione, Vodafone Business dispone di una serie di soluzioni che consentono di mettere in sicurezza gli asset aziendali primari, a partire da quelli infrastrutturali (anti DDoS, firewall gestito, email protetta, Ndr.).
“Durante la crisi pandemica, ha acquisito ulteriore importanza la tematica della multi factor authentication. Molte aziende hanno remotizzato l’accesso alle proprie risorse – in contesti di smart working o di collaborazione remota con attori esterni – senza però dotarsi di validi strumenti di strong authentication, e questo ha comportato vulnerabilità e facilitato i conseguenti attacchi”.
“Le aziende italiane in questo ultimo periodo di emergenza, soprattutto le Pmi, hanno beneficiato dei servizi di phishing awareness di Vodafone Business, ovvero – chiarisce Bagnacani – del supporto fornito alle divisioni interne, come HR, nel creare consapevolezza, migliorare la security awareness e nell’aumentare la capacità di identificare i tentativi di phishing dei dipendenti. Parliamo quindi di una serie di servizi che sono concretamente orientati all’irrobustimento del delicato quanto importante fattore umano”.
I servizi dedicati invece alla rilevazione delle minacce poggiano su soluzioni preventive e tempestive. “In quest’area, Vodafone Business veicola, tra le altre, soluzioni SIEM, anche in logica as a service: grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale, la soluzione può correlare eventi e segnalazioni e rilevare attacchi potenziali. Sono tecnologie complesse che non tutte le aziende possono adottare e gestire in autonomia: l’approccio as a Service consente anche alle realtà più piccole di fruire di questa intelligenza senza doversi occupare della complessa gestione che rimane a carico di Vodafone Business”.
Infine, nella fase di risoluzione degli attacchi, Vodafone Business eroga servizi per rispondere ad attacchi o data breach,. “In quest’ultima fase, giocano un ruolo importante le soluzioni di breach response & forensics – spiega Bagnacani -. A fronte di un attacco, Vodafone Business mette a disposizione delle aziende le competenze, i processi e gli strumenti necessari per rispondere all’incidente e per avviare e svolgere le attività di remediation successive, ovvero bonifica, ripartenza, analisi dell’impatto, analisi forense”.
Il valore di Vodafone Business
“Le imprese – spiega Bagnacani – si focalizzano soprattutto sulle fasi di protezione, investendo in tecnologie complesse per la difesa dei servizi primari come accessi internet, e-mail e portali. Non sempre dedicano adeguata attenzione alle fasi e iniziative di prevenzione necessarie per valutare il livello di esposizione del business. Purtroppo spesso trascurano del tutto l’ambito degli strumenti e delle competenze necessari per rispondere a eventuali attacchi subiti. Troppe volte troviamo Clienti impreparati rispetto ad un attacco. Al crescere della digitalizzazione la fase di protezione delle infrastrutture ovviamente rimane cruciale, ma qualsiasi azienda, di qualsiasi dimensione, non si può più permettere il lusso di non avviare delle azioni ricorsive di prevenzione e di non prevedere come gestire eventuali Data Breach ”.
In questi casi, la scelta di rivolgersi a Vodafone Business poggia sul riconoscimento del suo ruolo di attore che gestisce infrastrutture critiche con competenze, skill, processi, certificazioni e strumenti che le permettono di gestire tutte le fasi cicliche della cybersecurity.
Vodafone Business si pone, quindi, come consulente e attore credibile la cui finalità non è tanto vendere software o hardware, quanto piuttosto guidare le aziende grazie ad una profonda conoscenza delle tecnologie e dei passi che devono essere seguiti per portarla all’interno di infrastrutture complicate e critiche.
Il valore di Vodafone Business è evidente nelle parole di Bagnacani: “Vodafone Business accompagna le aziende nel percorso di trasformazione digitale offrendo l’innovazione che è più utile e vicina al business, semplificando la gestione della tecnologia e garantendo sempre la sicurezza necessaria nell’era digitale.
E conclude: “Vodafone Business si propone, quindi, di agire come un consulente e un partner di riferimento per cogliere, in modo efficace e nel rispetto dei tempi, tutte le opportunità legate alle iniziative del Pnrr”.
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