“Le applicazioni servono per supportare i processi aziendali: per questo è importante vivere il tema dell’application modernization, prima di tutto, come tema di business. La priorità è rappresentata dalle esigenze del cliente e dall’effettivo ritorno sugli investimenti“, così Mirko Gubian, Global Demand Senior Manager di Axiante, esordisce per spiegare approccio e metodo di Axiante che, con la nuova business unit, Digital, accompagna le organizzazioni nel percorso di Application Modernization come processo fondamentale nella vita di un’azienda.
Si tratta di valutare il grado di obsolescenza delle applicazioni in uso, e aggiornare il software utilizzato, facendo leva sul potenziale degli approcci informatici più vantaggiosi, modernizzando linguaggi, framework e piattaforme. E’ importante farlo “proprio a partire dalla definizione degli obiettivi di business – spiega Gubian – e l’individuazione delle applicazioni che impattano sui Key Performance Indicators (Kpi) è specifica per ogni azienda. Il nostro approccio comprende la valutazione delle esigenze di business, per poi individuare le strategie di modernizzazione e le soluzioni tecnologiche più adatte alla singola organizzazione”. Sfide che evidenziano il bisogno di metodo.
Al centro ci sono i processi, ma “è fondamentale ricordarsi di chi li esegue”. Più che di utenti, serve parlare di persone che cercano di raggiungere determinati obiettivi. “Per questo, mettere al centro i processi significa in verità tenere al centro le persone”. La tecnologia, ovviamente, è il prerequisito per una realtà come Axiante che opera come system integrator e per questo deve poter garantire piena padronanza delle tecnologie, ma l’obiettivo resta “aiutare le aziende clienti a migliorare o creare processi nuovi, con la relativa copertura informatica”.
Axiante ha scelto di utilizzare le metodologie di Design Thinking, la cui caratteristica fondamentale è quella di “portare i team a mettere a fattor comune l’esperienza sul campo”, ma anche esprimere il “sentiment relativo all’esperienza nello svolgimento del proprio lavoro/processo” a seconda dei ruoli ricoperti, per incoraggiare le persone ad esplorare soluzioni alternative e valutare opzioni non considerate. “Serve per sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda, fino a riuscire a far convergere le idee sugli obiettivi”, prosegue Gubian.
Il secondo elemento caratterizzante la metodologia di Axiante è proprio quello relativo alla gestione del progetto.
“L’azienda fa leva sulle tecnologie Agile Scrum, perché proprio attraverso la suddivisione in Sprint (iterazioni) è possibile procedere, per obiettivi bisettimanali, nella fase di ideazione. A questa succede un percorso interattivo di analisi delle possibili soluzioni fino ad approdare alla scelta di quella ottimale”.
Il Design Thinking si rivela un approccio molto concreto basato sulla “tangibilità”. Parlando di software e processi questo significa riuscire a ben prototipare, ovvero consentire agli utenti di toccare con mano, passo a passo, quale potrebbe essere la realizzazione compiuta del progetto. Con la prototipazione si entra nella sfera tecnica, ed il terzo elemento essenziale (insieme a persone e processi) della modernizzazione applicativa sono le metodologie DevOps e lo sviluppo Cloud Native.
“Sono strumenti abilitanti che permettono in modo rapido di prototipare anche soluzioni complesse che una volta avrebbero richiesto installazione e integrazione di prodotti diversi su server diversi, mentre ora – attraverso semplici script di performing – rendono possibile realizzare architetture in pochi minuti e, attraverso i cloud vendor, avere a disposizione le risorse necessarie a dare tangibilità alla soluzione”.
La mission di Axiante ovviamente è quella di consegnare soluzioni chiavi in mano. Coniugare la fase di esplorazione, quella di prototipazione e il delivery richiede di procedere “in parallelo”. “All’interno del processo Scrum – spiega Gubian – sussistono quindi tre filoni operativi: la raccolta delle idee e la loro sintesi, la prototipazione, e lo stream di realizzazione della soluzione. Proprio questo flusso in parallelo consente di tenere l’elemento tempo sotto controllo. Significa poter contenere i costi ed arrivare velocemente alla realizzazione della soluzione/progetto”. Essere veloci quindi si traduce anche in un effettivo allineamento tra gli obiettivi iniziali e la realizzazione.
Axiante Digital, il valore della scelta e delle competenze
Axiante governa e padroneggia diverse tecnologie, scelte tra quelle di 15/20 partner tecnologici. E’ un aspetto importante. “Perché il “metodo” sia efficace – approccia il tema Gubian – è importante disporre quanto più possibile internamente di expertise approfondite e focalizzate e abituate a lavorare in team multidisciplinari, con il cliente coinvolto”.
E questo vale per tutte le strategie esperibili, a seconda degli obiettivi che il cliente si pone. Può essere sufficiente dotare l’app di una nuova interfaccia (encapsulate), distribuirla su una nuova piattaforma (rehost), ma si può scegliere anche di aggiornare la piattaforma di base (replatform), fino a procedere con l’ottimizzazione del codice sorgente (refactor) o la revisione dell’architettura applicativa (rearchitect), ed alla completa reingegnerizzazione dell’applicazione (rebuild) o alla sua sostituzione con una nuova (replace).
Ecco che in questi percorsi, sebbene il cloud venga spesso considerato l’ultima frontiera per la modernizzazione delle applicazioni, la migrazione da un ambiente on-prem a un ambiente cloud non è da sola sufficiente a migliorare l’impatto delle applicazioni sul business. Per questo è importante differenziare gli approcci da seguire per le diverse applicazioni o aree applicative.
Sulla scorta del “metodo” dettagliato in apertura è possibile quindi modellizzare l’azione di Axiante, concretamente, in sei passaggi, la definizione degli obiettivi (anche attraverso metriche misurabili e Kpi, 1), lo studio a seconda degli obiettivi di quali applicazioni hanno un impatto diretto o indiretto e con quale livello di criticità (2); l’analisi dello stato attuale e lo studio del piano di ammodernamento ad hoc per ognuna delle applicazioni individuate (3), quello necessario per identificare rischi e i costi correlati alla modernizzazione, che non deve essere considerata come un’operazione fine a se stessa, ma come un investimento per il futuro del business (4); la fase di execution che consiste nel modernizzare l’applicazione adottando una delle diverse strategie possibili inquadrate (5) e, dopo l’execution la verifica sul raggiungimento degli obiettivi di business (6).
Axiante mette a disposizione un bagaglio di competenze completo e suggerisce le soluzioni tecnologiche migliori per trarre valore dall’innovazione e sfruttare tutte le potenzialità offerte dai nuovi linguaggi software. “La nuova divisione Digital è composta da un team di 15/20 persone, una variabilità legata ai componenti non specificatamente dedicati al mondo Digital e rappresentati da profili senior a supporto del lavoro del team”, spiega Gubian.
Digital può contare su due architetti software, con competenze specifiche per back-end e front-end, esperti del mondo cloud-native, delle metodologie cloud e degli strumenti e potenzialità del cloud dei tre principali hyperscaler (Aws, Microsoft con Azure e Google Cloud). Le altre figure sono rappresentate dagli sviluppatori e da figure funzionali in grado di parlare il linguaggio del business e dei clienti per declinare poi con precisione le esigenze dei clienti stessi al team di sviluppo. “Axiante lavora inoltre internamente per la formazione degli sviluppatori – conclude Gubian –, specialmente per le competenze Java, ma conta anche su collaborazioni internazionali con aziende estere in grado di fornire forza di programmazione preziosa per far fronte ai momenti di picco”.
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