Butangas nasce in Italia nell’immediato dopoguerra ed è oggi un brand molto conosciuto nel nostro Paese per quanto riguarda la distribuzione del Gpl, che rappresenta il core business del gruppo Veroniki Holding, cui appartiene l’azienda, che con questa attività è attivo in sette Paesi Europei. Butangas, deve poter contare su una gestione efficace ed efficiente degli automezzi oltre che su un’ampia disponibilità dei servizi e un’elevata reattività dei sistemi, anche in relazione all’espansione del business che ha contraddistinto l’attività aziendale nel tempo. Si parla di una realtà che conta 15 filiali, 15 unità operative e 9 impianti di stoccaggio e imbottigliamento del prodotto, di cui due depositi costieri. Per quanto riguarda la distribuzione, invece, la sua rete oggi si estende anche nelle zone rurali interne o difficilmente raggiungibili, servite grazie ad un parco di 150 autobotti e 110 autocarri che consentono di raggiungere 200mila clienti e oltre 9mila professionisti di realtà piccole e grandi.
Il contesto ed il bisogno
Spiega così le esigenze in evoluzione di una realtà così complessa Demetrio Moscato, vicedirettore generale, Butangas: “Il periodo che stiamo vivendo è particolarmente complesso anche a causa degli scenari geopolitici fortemente instabili. Ciò richiede ]…[ flessibilità, velocità e capacità di recepire i cambiamenti per far fronte alle sfide che anche un settore come il nostro deve affrontare. Uno su tutti: la transizione energetica ]…[“.
Da qui parte il percorso di rinnovamento dell’infrastruttura tecnologica di Butangas, nel 2021. L’azienda percepisce la necessità di aumentare la reattività dei sistemi, ha bisogno di ridurre i tempi di ciascuna operazione, anche per quanto riguarda la gestione di backoffice quindi dalla semplice stesura di un documento all’elaborazione di report complessi.
Su tutto vuole rendere l’infrastruttura più resiliente, con benefici anche in termini di business continuity. Da una parte quindi restano i bisogni di scalabilità e stabilità tipici del comparto, dall’altro è fondamentale l’evoluzione infrastrutturale in coerenza con la mission dell’azienda che vuole continuare ad offrire ai clienti servizi reattivi e risposte real-time.
Il metodo
Nell’esperienza di Butangas si evidenzia come il cloud non sia considerato, in modo aprioristico, come soluzione e metodo per qualsiasi trasformazione digitale. Per migliorare le performance, l’azienda sceglie invece di dotarsi di un’infrastruttura principalmente on-premise, anche se affiancata da servizi SaaS in cloud per specifici applicativi.
In questo percorso è affiancata dal partner Labinf che si attiva non solo nella fase di studio architetturale dell’infrastruttura, ma anche per la sua integrazione e messa in esercizio. Dopo l’analisi di fattibilità condotta da Ibm e dal partner Labinf, in accordo con l’azienda, è proprio la piattaforma Ibm Power ad essere individuata come la soluzione più idonea a rispondere alle esigenze emerse, valorizzando allo stesso tempo gli asset aziendali già disponibili. La scelta di Ibm si lega anche al “]…[Connubio ]…[ tra Butangas e Ibm che ha radici profonde e lontane considerato come sin dagli anni ‘80 Ibm supporta e affianca Butangas nel processo di evoluzione tecnologica, come spiega Marco Ballan, Infrastructure Sales manager di Ibm Italia.
Non solo, poiché un progetto di modernizzazione ha bisogno di competenze ad hoc per valorizzare gli investimenti fatti e integrarli, quando serve innovare, Butangas individua anche nuove figure professionali che possano occuparsi internamente della gestione della piattaforma Ibm attraverso il percorso di formazione gratuito proposto da Ibm i Academy, rivolto a giovani neodiplomati, condotto da Ibm e focalizzato su Power con Ibm i, fino all’inserimento di una nuova risorsa, formata proprio nell’Academy.
La soluzione
Entriamo nei dettagli del percorso di evoluzione infrastrutturale scelto.
Erp, applicativi verticali, reportistica e tutte le soluzioni core per il business vengono eseguiti sui sistemi Ibm, per le caratteristiche di affidabilità e per la business continuity. On-premise. L’infrastruttura Ibm Power è gestita per Italia, Austria e Germania dal team IT interno di Butangas, che ha anche la responsabilità dell’erogazione di tutti i servizi Infrastructure & Security del Gruppo, nonché quella dell’applicativo verticale proprietario per il mondo Gpl, attraverso la divisione per lo sviluppo software.
Dal punto di vista strettamente tecnologico, con un collegamento di rete Dark Fiber a 10 Gb tra il sito primario e quello di disaster recovery, per il sistema informativo di Butangas on-premise vengono scelti due server Ibm Power, con sistemi storage Ibm FlashSystem 7000 e 5000 e dischi allo stato solido e una coppia di Hardware Management Console (Hmc) per la gestione e il controllo dell’infrastruttura stessa.
Il sistema operativo è pure Ibm scelto per la sua solidità, la sicurezza, e l’apertura agli standard di mercato, con la possibilità quindi di integrare un numero sempre crescente di strumenti open source.
Per quanto riguarda le scelte software, all’infrastruttura vengono associati, per esaltarne le possibilità di ottimizzazione e flessibilità, Virtual I/O server (PowerVM) per virtualizzare le risorse hardware da assegnare alle varie istanze Ibm i, PowerHA Tools for Ibm i – Full System FlashCopy per automatizzare i backup delle partizioni Ibm i riducendo la necessità di blocco del sistema a meno di 30 secondi e, infine, repliche storage per trasferire i dati tra il sito primario e quello di disaster recovery, così da ridurre l’Rpo (Recovery Point Objective) a meno di 5 minuti e abbassare il rischio di eventuale perdita di dati in caso di disastro. Riprende Moscato: “Affidabilità, modernizzazione e innovazione sono le caratteristiche che ci hanno spinto a individuare la piattaforma Ibm Power come quella più in linea con i nostri obiettivi. Una piattaforma efficiente e resiliente per il business, in grado di fornire le applicazioni e gli insight in modo sicuro, dove e quando servono”.
Benefici e vantaggi
Le scelte di evolvere le risorse infrastrutturali e software disponibili nella direzione indicata ha portato a miglioramenti tangibili in termini di performance: l’esecuzione delle transazioni è migliorata del 20-30% arrivando a picchi del 40-50% in caso di report e procedure complesse, il tutto senza saturare le risorse della macchina. Oltre a questo sono stati dimezzati i tempi di backup, ed il Recovery Point Objective è stato portato a meno di 5 minuti mentre il Recovery Time Objective è stato ridotto a meno di mezz’ora. E’ quindi calato sensibilmente il tempo necessario per ripristinare il servizio dopo un’interruzione, senza metter sotto stress l’infrastruttura di rete. Raggiunti gli obiettivi iniziali, è ancora disponibile un margine per migliorare ulteriormente queste performance in caso di necessità.
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