Energia e automazione sono due aspetti che si coniugano nei progetti di sostenibilità di Schneider, ma anche nelle partnership che il vendor stringe in Europa. Come quella che lo lega a Stack, operatore globale di data center, al quale ha fornito i principali componenti a supporto dell’infrastruttura fisica del datacenter a Siziano, in provincia di Pavia, per valorizzare il percorso di sostenibilità dell’intero campus.
E’ con Silvia Olchini, vice presidente Secure Power Schneider Electric Italia, che ripercorriamo la partnership tra le due aziende, che valorizza la storia di Stack nata dall’integrazione di tre aziende europee ben consolidate, per realizzare data center di colocation sostenibili e “chiavi in mano” sui vari territori europei, riducendo l’impronta ambientale e vantaggio delle comunità locali. “La collaborazione con Stack per il data center di Siziano, che è il primo a livello europeo a essere stato certificato tier IV, è iniziata circa 10 anni fa – esordisce Olchini -. E’ una partnership che si è evoluta nel tempo e ci ha visti impegnati in diversi aspetti: dalla progettazione all’implementazione, fino alla gestione operativa del data center. La nostra peculiarità nel rapporto con i clienti è adottare un approccio a 360 gradi e questo progetto non ha fatto eccezione: abbiamo fornito soluzioni ma soprattutto competenze, know-how, applicazioni e un costante supporto”.
I data center di Stack vengono alimentati al 100% da energia rinnovabile e sono progettati sostenibili dall’inizio con attenzione ai sistemi per efficientare impianti, sia idronici, energetici o di raffreddamento. Fino a implementare tecnologie di raffreddamento personalizzate in alcuni data center, che consentono ad esempio di raccogliere l’acqua piovana, riducendo la dipendenza dalle forniture idriche pubbliche e minimizzando il consumo delle risorse.
Per quanto riguarda il campus pavese, l’impianto – MIL01A Stack – utilizza diverse tecnologie di Schneider Electric, dagli Ups Galaxy VX con batterie Li-Ion (che offrono fino al 99% di efficienza energetica in modalità eConversion), ad armadi rack, unità di condizionamento Crac ma soprattutto la gestione software con la suite EcoStruxure for Data Center, una piattaforma che permette di governare l’intero ambiente operativo, attraverso un unico centro di controllo che monitora, automatizza e riduce il consumo di energia, garantendone la sicurezza.
Ma come tutti i progetti di data center, quello di Siziano ha richiesto tempo e ha incontrato alcune criticità. “Una delle principali sfide che abbiamo affrontato è stata la complessità intrinseca del progetto, considerando in particolare l’ampiezza di questa infrastruttura – dettaglia Olchini -. Un data center moderno è un sistema nel quale convivono molte componenti e abbiamo contribuito con le nostre tecnologie a garantire l’affidabilità elettrica del data center e attraverso la piattaforma software a garantire automazione, sicurezza, permettendo di monitorare e raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica e di sostenibilità, che per Stack sono particolarmente importanti. La roadmap del progetto si è costruita passo dopo passo in questo lungo periodo di tempo, seguendo l’evoluzione del data center che oggi rappresenta una pietra miliare nell’evoluzione del settore data center in Europa”.
La maturità sulla sostenibilità
Il legame tra i data center e i territori in cui sono situati è di fondamentale importanza, specialmente quando si considera l’aspetto della sostenibilità in un settore noto per il suo alto consumo energetico. La maturità su questi temi è però cresciuta negli ultimi anni. “I data center sono diventati una parte essenziale delle infrastrutture digitali e sono strettamente legati ai territori in cui operano – precisa Olchini – e le norme sono cambiate per riflettere la crescente preoccupazione per la sostenibilità“. Recentemente, per esempio, è stata pubblicata una nuova normativa europea sull’efficienza energetica che richiede ai data center di potenza superiore ai 500 kilowatt di rendicontare il consumo energetico nei loro report finanziari annuali, il che rappresenta una grande spinta affinché l’intero settore si faccia carico in modo strutturato della sua responsabilità ambientale.
Ma non basta la legge per definire la postura corretta. “Riteniamo che ci sia ancora molto lavoro da fare per ridurre i consumi e l’impronta di carbonio, con il supporto di soluzioni e tecnologie che siano intrinsecamente più sostenibili. I vendor devono mettersi in gioco insieme all’ecosistema per raggiungere i risultati richiesti ed è anche per questo che abbiamo aderito anche noi a Ida – l’associazione italiana dei costruttori e operatori data center. Con la nostra esperienza in progetti data center innovativi in tutto il mondo possiamo supportare l’attività dell’associazione. Inoltre, in quanto Impact Company, condividiamo la visione sistemica che Ida intende adottare, per promuovere impatti positivi sulle comunità locali e sullo sviluppo del paese. Questo è un aspetto cruciale dato che il mercato data center italiano è uno tra quelli che crescono maggiormente in Europa occidentale, spinto dalla richiesta delle imprese italiane, e per il 2028 arriverà a valere 3,65 miliardi di dollari”.
Il mercato italiano dei data center ha dimostrato una crescita costante negli ultimi anni, con un tasso di crescita annuo superiore al 3% dal 2018, ma servono soluzioni integrate che possano supportare i campus nella loro espansione e nella transizione sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico. “Impatteranno su questa crescita cloud, big data analytics e non ultima l’intelligenza artificiale, che presenta requisiti di grande impatto rispetto alle infrastrutture fisiche e all’efficienza energetica – precisa Olchini -. Si tratta di transizioni di grande portata rispetto alle quali servono strumenti concreti, competenze, un approccio ampio. Abbiamo sviluppato per primi nel settore un quadro di riferimento operativo di metriche di sostenibilità data center che vanno a toccare tutti gli aspetti, oltre a quello energetico – il consumo di acqua, rilevante per l’aspetto di cooling, i rifiuti, l’impatto in termini di consumo di suolo e biodiversità”.
Per il 2024, l’attenzione sarà spostata anche nell’aiutare le aziende a spingere la transizione green attingendo ai fondi messi a disposizione del Pnrr a supporto della digitalizzazione e della migrazione al cloud pubblico in ottica sostenibile.
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