L’evento Oracle Data & AI Forum, organizzato al Maxxi – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, il 23 gennaio, offre l’occasione per riflettere su benefici, rischi e opportunità legati all’impiego dell’intelligenza artificiale in qualsiasi settore, che si tratti di organizzazioni pubbliche e private di qualsiasi dimensione. Rappresenta inoltre l’occasione per ascoltare casi reali di utilizzo dell’AI, partecipare a discussioni con esperti su come prepararsi a sfruttare al meglio i dati e le tecnologie AI più recenti.
Oracle propone una piattaforma di dati moderna e nuove innovazione con strumenti come ricerca vettoriale, retrieval-augmented generation, e tutte l’ecosistema multicloud che consentono di portare l’intelligenza artificiale nelle tue applicazioni e di integrare i modelli di linguaggio di grandi dimensioni nelle applicazioni e nei processi. L’evento è inoltre occasione per le aziende per scoprire come sfruttare la tecnologia Oracle Cloud Infrastructure (OCI) per utilizzare i modelli AI in modo più efficiente, più veloce e meno costoso
Tanti gli spunti emersi quindi durante la mattinata, cornice anche dell’annuncio dell’integrazione dell’AI generativa in tutto lo stack tecnologico di Oracle, in cloud – IaaS, PaaS e SaaS – e on-premises con le soluzioni di cloud distribuito (e.g. Dedicated Region Cloud At Customer).
Il servizio OCI Generative AI di Oracle è un servizio completamente gestito, multilingue (oltre 100 quelle supportate), che integra perfettamente i modelli linguistici di grandi dimensioni (Llm) di Cohere e Meta Llama 2 per rispondere a un’ampia gamma di casi d’uso aziendali.
Le nuove funzionalità di Oracle AI si concentrano sulla semplificazione della personalizzazione dei modelli con dati rilevanti e proprietari, sull’automazione dell’esecuzione di attività complesse e sulla fornitura di opzioni di protezione per costruire e distribuire applicazioni in modo sicuro e responsabile.
La tavola rotonda con alcuni autorevoli esponenti del settore pubblico, dall’Università di Torino all’Inail, dal ministero dell’Economia a Sogei, rappresenta l’occasione per riflettere sulla risposta collettiva all’introduzione di una tecnologia innovativa: “La risposta della società all’introduzione di una tecnologia innovativa è sempre lenta e il futuro ha contorni inaspettati, non sempre corrispondenti alle nostre previsioni”, spiega Paola Pisano, docente di Economia e Management dell’innovazione all’Università di Torino, e già ministra per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale.
“Oggi l’intelligenza artificiale ha diverse applicazioni – prosegue Pisano – anche tra le piccole e medie imprese che spesso fanno più difficoltà a innovare. Si passa da quelle più specialistiche, ad esempio quando vi si fa ricorso per aumentare la produttività delegando gli aspetti più noiosi e routinari del proprio lavoro, alle applicazioni in ambito finanziario, farmaceutico e nella pubblica amministrazione. Tra questi, penso all’utilizzo da parte del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per prevedere le possibilità di picchi di violenza in 190 Paesi, con tre mesi di anticipo”.
Portando l’esempio concreto dell’Università di Torino nella quale lavora, Pisano anticipa l’apertura di un laboratorio su ‘intelligenza artificiale e dati’, nella consapevolezza dell’estrema importanza di questi ultimi per addestrare al meglio i modelli di AI, e per promuovere la ricerca e la collaborazione tra l’ateneo e le imprese private e pubbliche su diversi progetti e iniziative. Inoltre, si prevede di lanciare una sperimentazione che coinvolgerà il personale amministrativo e docente del dipartimento di Economia, per indagare le applicazioni pratiche dell’AI nel loro lavoro.
L’intervento di Stefano Tomasini, dirigente generale del ministero dell’Economia e delle Finanze, fa luce sulle aspettative della PA in merito al ricorso all’intelligenza artificiale: “Da un lato, la sua integrazione nei processi quotidiani rappresenta un’aggiunta di intelligenza a quella umana, non una sostituzione. Dall’altro, i rischi ci sono e sono grandi: tra questi la paura che la pubblica amministrazione non sappia sfruttarne a pieno le potenzialità, a discapito di quanto avvenuto in passato per altre tecnologie”. Considerato, dunque, che le tecnologie sono sempre più pervasive all’interno delle organizzazioni, “occorre rendere le amministrazioni più consapevoli delle opportunità che queste offrono – prosegue Tomasini -. I cambiamenti che ne derivano sono organizzativi: man mano che cresce il livello di sofisticazione, il ricorso alla tecnologia diventa meno evidente. Di pari passo, la consapevolezza dei decisori deve crescere, così da renderli capaci di scegliere quali tecnologie adottare all’interno delle diverse organizzazioni”.
Alla domanda se esista un approccio strategico e organizzativo ideale alla AI nel settore pubblico, e se si debba ripensare i processi, creare processi ex novo o giocare in equilibrio tra tradizione e innovazione, Tomasini fa notare come non ci sia un approccio ‘ideale’, “dipende dal contesto in cui ci si muove. Sicuramente è bene mantenere il servizio tradizionale innovandolo con una tecnologia capace di migliorare ed efficientare il processo. Ma per riuscirci, occorre ripensare completamente i processi in ottica di dare dei servizi, integrandoli con quelli di altre organizzazioni, e in questo è importante il ruolo dell’IT in ognuna di esse”.
Ecco, tra gli attori che operano proprio nell’ecosistema IT, Maurizio Stumbo, direttore Soluzioni e Servizi per la pubblica amministrazione centrale di Sogei, parlando dell’approccio all’AI, del suo riconoscimento come abilitatore tecnologico e facilitatore interno, pur riconoscendo la centralità della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale nelle strategie nazionali, si concentra sull’aspetto etico della responsabilità nell’utilizzo dell’AI nel settore pubblico. “La pubblica amministrazione – sottolinea quindi Stumbo – deve avere per sua natura una sensibilità specifica nell’uso di questi strumenti di supporto, avendo a che fare con i dati dei cittadini, da proteggere, prima ancora che da valorizzare.” A questo si lega strettamente il discorso della generazione dei dati, che devono essere governati e certificati con responsabilità (es. controllo delle fonti e certificazione dei dati lungo lo sviluppo dell’intelligenza artificiale), perchè “una PA non può generare nuove informazioni che potrebbero avere un impatto su un servizio pubblico, senza essere certi della loro qualità e veridicità”.
Stumbo cita inoltre alcuni casi d’uso di Sogei, come ad esempio la valorizzazione delle basi dati storiche per l’orientamento scolastico. “In questo caso, l’AI propone percorsi formativi, ma è comunque alle famiglie che spetta la scelta finale “: si tratta quindi di un lavoro utile di indirizzo, in cui l’ultima parola deve restare sempre quella umana.
L’AI è entrata già nei piani d’uso di diversi organismi tra questi spicca il caso d’uso di INAIL, ed Anna Sappa, responsabile Architetture e Piattaforme dell’Organizzazione Digitale di Inail, illustra così i progressi finora compiuti dall’Istituto, che non è nuovo al suo utilizzo: “L’intelligenza artificiale è una tecnologia già disponibile sul mercato e capace di rispondere alle nostre necessità, come quella di offrire agli utenti, cittadini e imprese, servizi di sempre maggiore qualità e nel minor tempo possibile e, al contempo, semplificare la ‘vita amministrativa’ all’interno di un ente pubblico”.
Per fare un esempio concreto, “Inail eroga finanziamenti a fondo perduto – oggi anche in misura maggiore rispetto agli anni precedenti – per migliorare la salute e il benessere dell’ambiente di lavoro. Il flusso di lavoro è favorito dall’uso dell’intelligenza artificiale, che interviene nel supportare l’utente durante la compilazione e l’inoltro della domanda e nella valutazione delle pratiche ricevute. Senza l’intelligenza artificiale la nostra persona, cui resta il compito di valutare il documento elaborato, non avrebbe la possibilità di valutare tutto il percorso di compilazione”. Si guarda ora al futuro.
“I terreni in cui sperimentare queste tecnologie sono molteplici – conclude Sappa – e c’è spazio per tutti, anche oltre ad Oracle, Ibm e Microsoft, per citare tre grandi nomi con i quali quotidianamente lavoriamo. Il mio auspicio è che la pubblica amministrazione abbia una governance sull’AI e faccia un lavoro di squadra, promuovendo uno sviluppo corale dove in ultima analisi sia il cittadino il principale beneficiario”.
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