Organizzazioni e aziende si trovano a fare i conti con la scarsità di specialisti e sviluppatori IT, mentre cresce la domanda di applicazioniche sono ormai fondamentali per automatizzare i processi di cui le persone hanno bisogno. La Now Platform di ServiceNow  si propone in questi contesti come piattaforma completa per creare, scalare e misurare l’automazione in tutte le aree dell’azienda e, in occasione dell’evento globale Knowledge 2024, non sono mancati gli annunci strategici in questo ambito. In particolare, parte costitutiva di ServiceNow App Engine, Creator Studio propone ora un ambiente di sviluppo no-code ed offre un’esperienza guidata e intuitiva per la creazione di applicazioni.

Creator Studio abbatte le tradizionali barriere allo sviluppo di app, rendendo possibile a chi governa e utilizza i processi aziendali di dare vita a specifiche idee di automazione. Questa piattaforma consente di generare applicazioni anche a chi non ha competenze di sviluppo, ma conosce bene i processi aziendali. In questo modo, i team IT possono essere sollevati da una mole di lavoro significativa e concentrarsi su progetti complessi e mission-critical, mantenendo comunque il controllo sul ciclo di vita dello sviluppo. Inoltre, i no-coder e low-coder, essendo più vicini ai processi aziendali, possono personalizzare le soluzioni in base alle esigenze specifiche.
Creator Studio integra quindi le funzionalità di sviluppo esistenti di ServiceNow, come App Engine Studio, ma rappresenta anche un nuovo punto di ingresso per la creazione di applicazioni. Ne parliamo con William Olivieri, Solution Sales Manager, Creator Workflows  ed Edoardo Messinese, Advisory Solution Consultant – Creator Workflows di ServiceNow.

William Olivieri, Solution Sales Manager, App Engine di ServiceNow
William Olivieri, Solution Sales Manager, App Engine di ServiceNow

“Tutte le aziende, anche in Italia, sono interessate e stanno cercando di comprendere come avvantaggiarsi dell’AI generativa in questo ambito. Le piattaforme low-code sono già evolute significativamente negli ultimi anni, e l’integrazione dell’AI generativa con il low-code moltiplica e accelera vertiginosamente le possibilità”, afferma Olivieri. “È possibile quindi creare automazione coinvolgendo persone senza particolari competenze tecniche e facendo re-skilling, un tema caro soprattutto alle aziende con molti dipendenti esperti di processi ma non di sviluppo. Con l’AI generativa, viviamo un macro-momento di cambiamento che ServiceNow ha intercettato da anni, attivandosi con diversi partner, tra cui Microsoft, in collaborazioni sempre più estese”. Messinese aggiunge: “È importante capire che, sebbene l’approccio low-code offra vantaggi ormai indiscussi, richiede comunque una certa forma mentis tecnica. L’AI generativa abbassa ulteriormente la soglia di ingresso necessaria per creare workflow di automazione e vere e proprie applicazioni.”

Con la release Now Platform Washington D.C.Patch 2 di maggio, ServiceNow ha annunciato diversi ‘acceleratori’ che sfruttano il potenziale della GenAI per la creazione di applicazioni. È possibile conversare in linguaggio naturale con un Virtual Assistant (bot), descrivere i requisiti ed essere guidati nel perfezionamento delle richieste sulla piattaforma, utilizzando i connettori già disponibili per automatizzare i processi con dati esterni che risiedono in altre applicazioni. “Conoscendo il processo è molto più facile e veloce ‘disegnarlo’, a partire proprio dalla conversazione con la GenAI, fino ad innestarvi le automazioni necessarie e ad esporre il servizio richiesto”, spiega Messinese. Non è necessario disporre di soluzioni o prodotti al di fuori della licenza specifica.

Creator Studio, vantaggi e punti di forza

Nell’ambito della suite Low-Code App Engine, uno degli annunci chiave di maggio è stato il Creator Studio, già disponibile con ServiceNow App Engine Studio. Questo strumento permette di costruire form di richiesta senza codice, automatizzare processi disegnandoli graficamente e gestire tutto con una solida governance. Creator Studio cambia radicalmente l’approccio delle aziende allo sviluppo di software, rendendolo un processo più inclusivo e collaborativo. “Creator Studio abbatte le ultime barriere e supera l’approccio low-code, consentendo anche ai no-coder di creare applicazioni. Affianca App Engine Studio senza sostituirlo, estendendo ulteriormente l’audience grazie a un approccio WYSIWYG (What You See Is What You Get) e drag-and-drop, con un layer di astrazione completo dai tecnicismi”, spiega Messinese. Questo consente agli esperti della Now Platform in azienda di collaborare con chi conosce i processi, ma non sa sviluppare.

Edoardo Messinese, Advisory Solution Consultant, ServiceNow
Edoardo Messinese, Advisory Solution Consultant, ServiceNow

Creator Studio comprende, infatti, le componenti necessarie per abilitare la collaboration tra no-coder e pro-coder con App Engine Studio che continua ad essere l’ambiente ideale per lo sviluppatore (il low-coder più o meno esperto), ma di fatto senza soluzione di continuità tra gli ambienti proposti.

“E proprio in questo senso – spiega Olivieri – Creator Studio è frutto degli stessi feedback dei clienti, che hanno richiesto di abilitare anche a chi dispone di competenze di business– ma non di coding – a portare valore nei processi in piattaforma”. Creator Studio che, lo ribadiamo, è compreso già in App Engine senza costi aggiuntivi, rappresenta in questa direzione un doppio vantaggio: “Avvicina le persone alla generazione di workflow efficaci, garantendo controllo e flessibilità tramite la Now Platform. Questo crea uno scenario collaborativo sempre più diffuso. In passato, le esigenze del business potevano essere soddisfatte solo dopo mesi, oppure si ricorreva allo ‘Shadow IT’ con soluzioni improvvisate, che portavano inefficienza e problematiche di sicurezza dei dati, in quanto non governabili”.

Un modello questo anche molto più “sostenibile”, perché adottabile da ogni figura secondo ruoli specifici ben definiti, senza mettere a rischio la sicurezza, e governato da App Engine Management Center (AEMC), che consente di supervisionare l’intera pipeline di sviluppo, dall’idea al monitoraggio in produzione. Inoltre, entro fine anno è previsto il lancio del nuovo ServiceNow Studio, progettato per supportare tutte le attività degli sviluppatori professionisti e dei partner che implementano soluzioni sulla Now Platform, in completa sinergia con le soluzioni create dai low-coder e no-coder. SSia che si utilizzi Creator Studio (no-coder), App Engine Studio (low-coder), o appunto ServiceNow Studio (pro-coder), tutto l’ecosistema lavora in modo integrato e governato dalla Now Platform, facilitando una collaborazione coordinata e produttiva in base alle proprie competenze e aree di responsabilità.

Il tema della concertazione/sicurezza nello sviluppo dei workflow non è di secondaria importanza e del tutto contemplato dalla proposta ServiceNow. Ci spiega infatti Messinese: “La proposition di ServiceNow semplifica la governance poi di quanto sta già avvenendo nei team, quando le persone per lavorare meglio si attrezzano con soluzioni e modalità scelte in autonomia, di fatto evadendo gli sforzi di una gestione coerente e sicura sui processi”. Proprio App Engine Management Center aiuta invece a gestire le idee e i progetti di chi lavora, “consente a chi si occupa dell’amministrazione dei progetti low-code di valutarli, verificarne la coerenza o la sovrapposizione rispetto ad altri progetti, e quindi abilitare l’accesso ai tool per realizzare o meno le idee, con la perfetta gestione dei ruoli, degli ambienti, delle eventuali risorse di training e della pipeline dallo sviluppo al test, all’implementazione finale”.

Creator Studio, verso il no-code puro e sicuro con la GenAI

La disponibilità di uno strumento studiato nello specifico per la popolazione aziendale no-coder poi intercetta e risolve anche le problematiche di sicurezza. Lo strumento infatti parla la stessa lingua dell’utente finale, ma consente all’IT di gestire il patrimonio informatico, con una serie di garanzie sul fatto che i workflow/applicazioni realizzati saranno anche sicuri. “Considerata l’evoluzione della proposta che include tutte le funzionalità generative dell’AI, ci si avvicinerà poi nel tempo sempre di più all’idea ed alle possibilità di un ‘no-code puro ma anche sicuro’”, spiega Messinese.

L’approccio low-code/no-code di ServiceNow, integrato con il potenziale dell’AI generativa, piace alle aziende. Certo, il rilascio di Creator Studio è recente, ma la possibilità di generare workflow in autonomia ha suscitato già da tempo elevato interesse anche in Italia, nei clienti del nostro Paese, e persino tra i più scettici. “E l’AI è considerata in modo diffuso davvero come un acceleratore” – specifica Olivieri -. E’ possibile utilizzare il low-code non solo per creare nuove applicazioni, ma anche per estendere il potenziale di quelle già disponibili. E questo in ambito ITSM, come per i delivery services in ambito HR, è apprezzato da tempo. “L’interesse è trasversale alle industry, ma è importante oggi rimarcare come proprio i team finance, nei diversi verticali, in particolare siano alla ricerca di maggiore integrazione dei sistemi ERP e pertanto cerchino con le modalità low-code di orchestrare i processi complessi e frammentati utilizzando ServiceNow App Engine e Automation Engine” e ora anche Creator Studio.

Nel tempo i team IT sono quelli che nei processi di modernizzazione si sono mossi prima, anche per naturale predisposizione nell’adottare strumenti innovativi, è seguito poi un periodo in cui è stato chiesto all’HR di valorizzare le risorse umane, con urgenza, “oggi sono i CFO chiamati ad organizzarsi per affrontare nel migliore dei modi i momenti disruptive. E la possibilità – lavorando sui processi e digitalizzandoli – di riuscire a risolvere prima i problemi si rivela un game changer abilitato proprio da soluzioni come Creator Studio e App Engine.
Si aggancia e chiude Messinese“Dove i sistemi nel tempo hanno vissuto e soffrono di maggior rigidità, ecco che proprio lì il paradigma low-code e no-code aggiunge valore, perché è immediatamente evidente il guadagno in efficienza. Oggi, in questo senso, la partnership sempre più stretta con Microsoft e la possibilità di poter valorizzare il potenziale degli strumenti di produttività con l’AI e Copilot, che si integrano e dialogano nativamente con la proposta ServiceNow, consentiranno la realizzazione di un ideale enterprise service management robusto e virtuoso”

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