A valle di Google Cloud Summit, a Milano, l’interesse per l’evoluzione della proposizione GenAI sollecita l’approfondimento sulla strategia e l’approccio al mercato di Google Cloud, in una fase, quella attuale, che da una parte fotografa l’attenzione crescente su come declinare i vantaggi dell’intelligenza artificiale nei processi di business, dall’altra trova le aziende indecise proprio su come muovere i primi passi nell’integrare l’AI nei flussi di lavoro, soprattutto le nostre Pmi. Da qui parte il confronto con Paolo Spreafico, country director of Engineering Italy di Google Cloud.

GenAI, le sensibilità dei mercati

“L’incremento di circa il 230% delle ricerche sull’AI generativa, soprattutto per quanto riguarda l’education, è una prova significativa dell’hype di interesse. Un hype che vediamo però anche confermare la fiducia, da parte delle aziende, nelle soluzioni e soprattutto nell’impatto che le AI in generale, e la GenAI in particolare, possono avere sui processi aziendali esordisce Spreafico e prosegue -. In questa fase, in particolare, l’interesse si concentra sulla possibilità di utilizzare l’intelligenza artificiale per migliorare la user experience, il modo in cui le aziende si interfacciano verso i propri clienti e questo anche con diversi casi italiani. Ma è alto l’interesse anche nel “voler migliorare il workflow dei processi aziendali a vari livelli, quindi per esempio utilizzando una soluzione di AI tramite agenti, così da creare delle applicazioni che siano di aiuto all’operatore umano per tutta una serie di specifici task”.

Crescono anche i progetti di integrazione dell’AI per le funzioni di back office (riassunto e sintesi testuale, generazione di contenuti, etc.etc.), così come al servizio della collaboration. “La fiducia, intesa come trust, tra gli utilizzatori della GenAI di Google cresce poi perché il nostro posizionamento è chiaro sin dalla proposta degli AI Principles nel 2018, orientati verso un’intelligenza artificiale basata su tecnologie rispettose delle proprietà intellettuali e dei dati privati”, per volere proprio del Ceo, Thomas Kurian.

Paolo Spreafico
Paolo Spreafico, country director of Engineering Italy di Google Cloud

Da qui la condivisione dei vantaggi di un’AI digitalmente sovrana per chi la utilizza, anche grazie alla disponibilità di due region data center italiane“, per cui oggi è reale la possibilità per Google Cloud di “erogare i servizi di collaboration e workspace, localizzati all’interno dell’Unione Europea, attraverso gli Assured Workloads“. Allo stesso tempo Spreafico non si nasconde dietro a un dito: “C’è ancora tanto lavoro da fare soprattutto per quel che riguarda l’ecosistema in generale e la  crescita delle competenze che servono per poi implementare le soluzioni in maniera efficace”.

La crescita delle ricerche su Google Search e i dati che arrivano da Google Trends al riguardo testimoniano che c’è fame di imparare e di capire come sia possibile adottare in modo agile queste tecnologie.
“Bisogna lavorare, e tanto, sulle competenze, che vanno a vantaggio anche di una maggiore consapevolezza e favoriscono il diffondersi naturale – in senso sano – della tecnologia”.

Guardare al mercato italiano significa allora puntare a valorizzare il sistema di partner e anche gli indipendent software vendor (Isv), che generano on-top alla piattaforma una serie di soluzioni fondanti. L’ecosistema Google Cloud di entrambi in Italia continua a crescere. “E’ lì ci impegniamo a lavorare per generare conoscenza che permetta di andare nella direzione che pensiamo sia quella che possa avere effettivamente un impatto”

GenAI, gli sviluppi tecnologici

Il valore della proposta per la GenAI di Google poggia su una serie di pattern architetturali che fondano poi l’unicità anche dell’offerta. “Permettono di implementare soluzioni in maniera efficace, che impattano direttamente i processi.”. Certo il ruolo della componente infrastrutturale nel generare valore è fondamentale. La sua efficienza permette di eseguire in modo rapido l’allenamento dei modelli e le predictions che questi modelli poi generano. “La disponibilità di nuove Tpu, Tensorflow Processing Units, di cui abbiamo rilasciato recentemente un ulteriore upgrade, accelera in maniera significativa anche di cinque volte in termini di performance l’esecuzione degli algoritmi basati sull’intelligenza artificiale”.

Approccio multimodale, sviluppo del modello di riferimento Gemini, così come anche la disponibilità di altri modelli di terze parti all’interno del cosiddetto Model Garden e l’apertura ad altri modelli privati sono gli ulteriori tratti distinitivi. Spreafico: “La nostra idea, e la nostra soluzione, da questo punto di vista è essere assolutamente open per offrire all’interno della piattaforma la possibilità di eseguire potenzialmente qualsiasi modello”. On-top, ancora, la possibilità con la platform di creare tramite un agent builder le applicazioni che poi erogano il servizio. Quello di fare “grounding” sfruttando Google Search è un altro vantaggio, “affinché le risposte, dell’applicazione, interrogando il modello, siano il più possibile “fattualizzate” rispetto anche alla basi dati, per evitare le possibilità allucinazioni”.

Il valore dei regolamenti

Così come il progresso della tecnologia sembra marcare un’accelerazione significativa – considerato cosa già oggi è possibile fare con le AI generative – la corretta percezione dei rischi e del bisogno di ‘orientare’ correttamente lo sviluppo sono altresì in agenda. “Come tutte le informazioni disponibili possano essere analizzate e processate, per definire dei risultati da utilizzare, è un elemento che trova a valle un interesse altissimo”, spiega Spreafico che, sollecitato sul valore dei regolamenti come l’AI Act a livello europeo e sull’attenzione sul tema del governo italiano non ha dubbi: “Secondo noi è un bene che ci siano. E’ assolutamente importante che ci siano precise raccomandazioni in materia”.

Lo abbiamo ripreso anche in apertura. È chiaro che il tema comunque presenta tante novità, è un tema recente, è in continua evoluzione. “Quello che stiamo cercando di fare allora è lavorare con i responsabili dell’Unione Europea per rendere questa regolamentazione sempre più efficace dal punto di vista delle garanzie da offrire alla comunità, affinché non si vada oltre confini invalicabili nell’utilizzo dell’AI stessa”. L’idea di Spreafico è quella dell’AI come “un’opportunità per rilanciare la competitività, sempre in maniera responsabile. E’ quello su cui stiamo cercando di lavorare con il nostro team di policy che segue l’evoluzione delle regolamentazioni”. Lo si fa anche tenendo al centro il valore degli investimenti che hanno permesso fino ad oggi di compiere i passi in avanti che abbiamo visto: Grounding e Retrieval Augmented Generation, sono elementi importantissimi”, aspetti che offrono l’immediata percezione di come stiamo parlando di un abilitatore digitale, la GenAI, che è in continua e rapida evoluzione.

I casi italiani

I casi dei clienti di Google, anche in Italia, per quanto ‘puntuali’, sono una prova di questa continua evoluzione. Technogym per esempio sta usando la nostra GenAI per migliorare le performance di Technogym Coach”. E’ proposto un assistente virtuale che accompagna gli utenti dell’attrezzatura in palestra ad utilizzarli per il raggiungimento degli obiettivi. “E’ un ottimo esempio di come si possa migliorare un processo già esistente e quindi modernizzare un’applicazione core”. Oniverse, azienda italiana multibrand attiva nei settori moda, food & wine e nautica, implementa un assistente virtuale interno basato su Vertex AI Search e sui modelli Gemini 1.5 Pro e Flash 1.5 per consentire ai dipendenti di accedere rapidamente alle informazioni, anche all’interno di documenti complessi contenenti diagrammi e tabelle. E Telepass ha elaborato una piattaforma MLOps con Vertex AI per l’implementazione di oltre 80 pipeline di addestramento mensili per diversi casi d’uso. Per elevare efficienza e la qualità dei modelli, per esempio, Telepass ha integrato Vertex AI Model Monitoring, automatizzando il processo di riaddestramento ed elevare le prestazioni in linea con le aspettative degli stakeholder. Anche Generali ha utilizzato le tecnologie di AI generativa di Google Cloud per sviluppare un’applicazione ad uso interno in grado di rispondere alle domande dei dipendenti relative ad un ampio spettro di documenti interni. “Un utilizzo importante proprio perché indirizza un bisogno diffuso, quello dell’interrogazione delle dashboard, che spesso restano di difficile lettura anche per gli addetti ai lavori”.

Inevitabile toccare il tema degli sviluppi dell’AI di Google con la pubblica amministrazione nostrana. Spreafico: “Il potenziale impatto che può avere l’AI generativa e l’intelligenza artificiale in generale sui processi della pubblica amministrazione è molto molto alto. Per esempio per migliorare il rapporto con il cittadino. Quando si parla di citizen experience, si sa, è come aprire un vaso di Pandora. C’è davvero tantissimo da fare, “anche solo la possibilità di interrogare velocemente in linguaggio naturale i sistemi quando serve o l’utilizzo dell’AI nei contact center sono possibilità attuali che hanno un elevato potere attrattivo proprio pensando ai progetti nell’ambito della pubblica amministrazione”. La PA mostra un’elevata ‘recettività’ alle iniziative e Google Cloud sta collaborando su diversi fronti alla sua digitalizzazione, anche sulla base delle possibilità offerte dal Pnrr. Ulteriori annunci al riguardo sono in arrivo nei prossimi… mesi.

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