L’analisi sull’andamento del mercato digitale, per il 2023 e in prospettiva, mostra una crescita lenta e progressiva della spesa relativa a tecnologie e servizi digitali, in tutti i settori dell’economia. Si confermano alcuni elementi già riscontrati lo scorso anno:

· Le tecnologie digitali sono uno dei fattori indispensabili per qualsiasi impresa per competere sul mercato e su cui puntare per efficientare processi, ottimizzare la relazione con i clienti e innovare servizi e prodotti;

· La pubblica amministrazione, insieme alla sanità sono tra i principali attori, continuando a sostenere crescenti investimenti destinati alla modernizzazione e digitalizzazione degli enti della PA centrale e locale; transizione al cloud, cybersecurity; evoluzione delle piattaforme dati sono i principali ambiti di investimento su cui si concentrano le risorse messe a disposizione dalla missione 1 del Pnrr;

· I digital enabler sono ancora una volta i principali protagonisti della crescita del mercato, con un ruolo primario di cloud, cybersecurity e intelligenza artificiale, affermatasi grazie al grande successo dell’AI generativa, dovuto sia alla facilità con cui tutti possono accedere a questa tecnologia (quanto meno nella sua versione gratuita) sia agli evidenti benefici che comporta;

· Skill e competenze sulle tecnologie innovative continuano a rappresentare una risorsa scarsa, condizionando lo sviluppo del mercato e ponendo molti interrogativi su come rendere sostenibile l’evoluzione del percorso di digitalizzazione nel lungo periodo.

Tra i temi emergenti, su cui si è focalizzata la monografia del rapporto di quest’anno, vi è quello della sostenibilità che rappresenta un elemento chiave su cui molte aziende hanno predisposto piani con obiettivi definiti in termini di Kpi e costituito strutture organizzative ad hoc. Sempre più diffuse le iniziative di Green IT che puntano al decommissioning, al consolidamento dei data center e al green coding per ridurre il carbon footprint dei progetti informatici.

Azioni concrete

Esistono tuttavia ancora molte questioni su cui governi e aziende dovranno essere in grado di dare risposte in termini di strategia e vision ma anche di azioni concrete.

Innanzitutto, la resilienza e la sicurezza sia delle aziende che delle infrastrutture del Paese è messa sempre più a rischio dall’interconnessione di sistemi e reti che la crescente digitalizzazione comporta. Incidenti informatici, indipendentemente dal fatto che siano originati da un errore umano o da un attacco malevolo, sono in grado di paralizzare l’economia di interi paesi a livello globale, con gravi conseguenze a livello economico. Su questo punto l’Europa risulta molto avanti dal punto di vista normativo, con l’entrata in vigore di Nis2 e di normative come Dora, focalizzata sul settore finanziario ma con impatto molto esteso considerata l’attenzione posta alla supply chain degli istituti finanziari. Sebbene i rischi siano difficilmente azzerabili, la mitigazione di questi e l’attuazione di politiche che consentano di controbilanciare l’esposizione sono indispensabili per continuare ad investire.

La competitività degli operatori del settore dipende anche dalla capacità di investire in ricerca e sviluppo, e di attrarre capitali da parte di investitori finanziari. Nel report State of European Tech, l’80% dei fondatori di start up tech dichiara di aver incontrato più difficoltà nel 2023 a raccogliere capitali e di aver dovuto modificare le proprie aspettative sull’entità dei round di finanziamento. Numericamente, per aziende che ricevono finanziamenti, l’Italia si colloca al settimo posto in Europa, con 0,93 miliardi di dollari investiti in calo rispetto ai 2,4 miliardi di dollari del 2022. Per creare le condizioni per lo sviluppo di un mercato digitale, è assolutamente importante supportare lo sviluppo dell’ecosistema che è fatto non solo di grandi operatori globali, ma anche di attori nazionali.

Infine, l’evoluzione tecnologica ha tempi sempre più rapidi, come evidenziato dalla portata del fenomeno ChatGpt e in generale dalla diffusione dell’AI, e la mancanza di competenze, già evidente, rischia di diventare difficile da gestire se non si intraprendono in maniera decisa azioni volte a definire programmi di formazione mirati nelle scuole secondarie sia su studenti che sul corpo docente, oltre alle “academy” degli operatori tecnologici che hanno cercato di colmare il gap con master e corsi dedicati alle tecnologie emergenti.

Leggi tutti gli approfondimenti dello Speciale Mercato Digitale in Italia 2024

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi l'articolo: