Semplificare l’infrastruttura per il multicloud ibrido, incrementandone però il potenziale, è il tema centrale di Nutanix .Next che quest’anno raccoglie a Washington D.C. oltre 5.000 attendee tra partner, sviluppatori, Cio e chief architecture officer proponendo un percorso sull’evoluzione dell’offerta di Nutanix nel momento in cui l’AI agentica richiede anche di ripensare i sistemi IT. E’ un piano di sviluppo ambizioso quello che Nutanix declina e coerente con i cambiamenti in atto nel panorama dell’infrastruttura IT enterprise.

Al centro della visione tracciata da Rajiv Ramaswami, presidente e Ceo di Nutanix, ci sono cinque pilastri strategici: “Semplicità operativa, libertà di scelta, automazione per l’efficienza economica, sicurezza, e un’attenzione costante alla customer experience”. Nel solco di una strategia che si articola su tre direttrici operative: “modernizzare l’infrastruttura, abilitare applicazioni eseguibili ovunque e supportare un’intelligenza artificiale distribuita, efficiente e sotto controllo”. Il pubblico di addetti non ha bisogno di molto di più per sintonizzarsi con queste coordinate su quello che di suo si distingue per essere un keynote tecnico e che lascia intravvedere la strategia proprio a partire dalla proposizione tecnica.

Nutanix .Next Ceo
Nutanix .Next – Rajiv Ramaswami, presidente e Ceo di Nutanix

Prima di entrare nei dettagli mettiamo a fuoco solo un paio di punti: il primo riguarda l’evoluzione della proposta di Nutanix che ha l’intelligenza di continuare ad essere una proposta no lock-in estesa.
Lato cloud già da anni con Aws e Microsoft e da quest’anno anche con la maturazione dell’offering che si concretizza con l’estensione del supporto cloud cluster NC2 anche a Google Cloud.
Nutanix completa così la triade di supporto ai principali hyperscaler globali, abilitando la possibilità di gestire carichi di lavoro ovunque tramite la sua piattaforma, con la necessaria coerenza operativa e controllo centralizzato. Su questo in particolare serve comprendere come la proposta Nutanix sia poi pragmatica: le macchine virtuali non scompariranno con l’avvento dei container. “Ci saranno casi in cui i container saranno usati senza virtual machine, specialmente all’edge, ma virtual machine e container coesisteranno ancora per decenni”, precisa il Ceo. L’importante è quindi offrire la libertà di scegliere il modello più adatto e di puntare alla semplificazione, che può anche voler dire, come svelato negli annunci, ripensare il ruolo e l’essenzialità dell’hypervisor che così come lo abbiamo visto operare fino ad oggi non basta più.

VM e container sono complementari
Nutanix .Next – VM e container sono complementari

Il focus principale si concentra allora sul lancio di Cloud Native Aos, un’estensione nativa della sua piattaforma di servizi dati che per la prima volta opera senza hypervisor, direttamente su ambienti Kubernetes sia on-premise che nel cloud pubblico.

A queste “conferme sulla strategia” si affianca, come accennato, il secondo punto chiave, che è quello delle partnership e delle integrazioni tecnologiche con/dei sistemi di storage esterni come Pure Storage FlashArray, e la ripresa sui vantaggi della proposta con Dell PowerFlex; la compatibilità con soluzioni Vdi come Omnissa (ex Vmware Horizon) e Citrix, e, infine, il tema dello sviluppo della proposizione nel campo dell’intelligenza artificiale agentica, abilitata dalla stretta collaborazione con Nvidia
Per l’AI con Nvidia in particolare, l’azienda punta ad una proposta di AI “production-grade”, in grado di essere governata in termini di sicurezza, efficienza e prevedibilità dei costi. Il mantra resta quello di sempre “Run Anything Anywhere”. Un mantra il cui significato è chiaro disvelato negli annunci di questi giorni anche grazie al confronto con Lee Caswell, senior VP product and solutions marketing di Nutanix. Entriamo nei dettagli su ognuno di questi singoli punti.

L’innovazione richiede semplificazione 

Secondo Lee Caswell l’obiettivo dell’azienda è offrire una piattaforma capace di adattarsi alla crescente distribuzione di dati e workload, estendendone la resilienza e la semplicità di gestione su architetture cloud-native e multi-cloud.

Lee Caswell
Nutanix .Next – Lee Caswell, senior VP product and solutions marketing di Nutanix

“Stiamo portando i nostri servizi enterprise direttamente dove girano i workload Kubernetes, senza bisogno di un hypervisor” – ci spiega CaswellQuesto significa maggiore flessibilità e riduzione dei costi operativi, soprattutto in ambienti edge e cloud pubblico”. E con Cloud Native Aos, Nutanix introduce la possibilità di eseguire i propri servizi di storage e protezione dati (come snapshot, replica e disaster recovery) all’interno di cluster Kubernetes nativi, sia in ambienti bare metal sia attraverso i principali hyperscaler (a partire da Aws Eks, i servizi gestiti per Kubernetes).
Questo passo è reso possibile grazie alla natura modulare della piattaforma Aos, che fin dalle origini è stata progettata per essere indipendente dall’hypervisor, al contrario di soluzioni come vSan che sono “strettamente accoppiate” con vSphere.

Una piattaforma per Kubernetes “anywhere”

Cloud Native Aos risponde a una sfida concreta: garantire efficienza ed adattabilità mission-critical anche per applicazioni containerizzate in ambienti distribuiti. Nella visione di Nutanix, il cloud-native non è confinato ai grandi data center, ma si estende all’edge computing in contesti come centrali eoliche, impianti petroliferi o strutture sanitarie remote. In questi casi, l’assenza di un hypervisor consente un impatto sull’efficienza ridotto e un avvio più rapido, facilitando l’adozione di Kubernetes anche in ambienti a bassa densità di calcolo.

Nutanix Cloud Native Aos
Nutanix .Next – Nutanix Cloud Native Aos in Aws

L’iniziativa si inserisce poi nel quadro di Project Beacon, annunciato tre anni fa con l’obiettivo di disaccoppiare i servizi dati di Nutanix dall’infrastruttura sottostante. “Cloud Native Aos è il primo prodotto derivato da Project Beacon”, sottolinea Caswell. Il supporto iniziale riguarda Aws Eks, ma è previsto l’ampliamento ad altri runtime Kubernetes e all’esecuzione su bare metal nel corso dell’anno. Nel dettaglio, quindi Cloud Native Aos “porta flessibilità out-of-the-box anche a container stateless e stateful”, supporta la mobilità delle applicazioni e dei dati tra cloud pubblici e on-premise, e consente la gestione self-service tramite Api Kubernetes. L’approccio proposto da Nutanix risolve quindi il problema della frammentazione tra storage virtualizzato e containerizzato, offrendo una data platform coerente che può girare su qualsiasi ambiente. 

Estensione storage, partnership con Pure Storage, ma non solo…

Nutanix e la profonda integrazione con i fornitori di storage esterno: in primis oggi è Pure Storage a rubare la scena, lo abbiamo detto. La novità merita ora di essere approfondita perché rappresenta un’evoluzione rilevante per un’azienda nata nel paradigma Hci, dove lo storage è sempre stato parte integrante della piattaforma. Nutanix sarà in grado di offrire i propri servizi di calcolo, networking e gestione tramite Prism anche quando lo storage “risiede” esternamente, consentendo una scalabilità superiore rispetto agli attuali limiti Hci (oltre i 32 nodi, ad esempio). Nel caso di Pure Storage, l’integrazione avviene tramite Nvme over Tcp con FlashArray e questo è un annuncio che si colloca in parallelo alla stessa strategia di apertura dell’alleanza strategica con Cisco, con cui è proposta ora una soluzione FlashStack certificata con Nutanix. Mentre ricordiamo che ha compiuto oramai già quasi un anno, ed è in continua maturazione, la collaborazione volta all’integrazione dei potenziali con Dell Technologies su PowerFlex.

Nutanix Cloud Platform con Pure Storage
Nutanix .Next – Nutanix Cloud Platform con Pure Storage

Questa apertura rappresenta di fatto un’opportunità per conquistare una nuova classe di clienti, in particolare quelli intenzionati a mitigare la dipendenza da Broadcom dopo l’acquisizione di Vmware. “Con Pure abbiamo oltre 100 opportunità commerciali già tracciate prima ancora dell’annuncio pubblico della partnership. È un segnale chiaro dell’appetito che c’è sul mercato”, ci spiega Caswell, evidenziando il potenziale di interoperabilità tra gli ecosistemi.

FlashStack with Nutanix
Nutanix .Next – FlashStack with Nutanix

Una risposta al cambiamento del mercato della virtualizzazione

Le collaborazioni si inseriscono anche in un quadro di trasformazione del mercato. Gartner prevede che entro il 2026 il 50% delle aziende rivaluterà le proprie tecnologie di virtualizzazione a causa dei cambiamenti in atto nel settore. “E’ un momento cruciale, è evidente – prosegue Caswell -. Molti clienti cercano alternative a Vsphere e strumenti come Prism possono rappresentare il nuovo standard operativo per gestire storage e calcolo in modo convergente”. Si rileggono allora con un’altra prospettiva, in questo filone, anche il supporto a Omnissa (ex Vmware Horizon) su Ahv, così come la nuova integrazione con Citrix, che prevede il pieno supporto Prism e l’aggiunta di Netscaler per la gestione del bilanciamento del carico e della sicurezza nei desktop virtuali.

Nutanix Enterprise AI: rendere operativa l’agentic AI

Accanto a cloud e storage, Nutanix estende la propria visione anche all’intelligenza artificiale, con un focus particolare sull’agentic AI, ovvero la nuova generazione di workflow autonomi e iterativi capaci di operare a partire da dati aziendali sensibili. La nuova release di Nutanix Enterprise AI (Nai) si propone come piattaforma completa per costruire, eseguire e gestire applicazioni di AI agentica in produzione, semplificando i processi anche in ambienti distribuiti e multicloud. Nai è progettata per operare su qualsiasi cluster Kubernetes certificato Cncf, sia on-premise che in cloud pubblico o in ambienti edge, abilitando un modello operativo coerente e scalabile. Uno dei principali obiettivi è superare la frammentazione tra ambienti AI sperimentali e produzione, offrendo una base solida per applicazioni autonome basate su LLM e pipeline multi-agente.

Nutanix Enterprise AI
Nutanix .Next – Nutanix Enterprise AI

Tra le principali novità della nuova versione spicca l’integrazione nativa con Nvidia AI Enterprise, incluso il supporto per i microservizi Nvidia nim e il framework Nvidia NeMo, che consente di accelerare la costruzione di agenti AI personalizzati e sicuri. Le aziende possono utilizzare modelli pre-addestrati, strumenti di embedding e componenti di reranking e guardrail direttamente all’interno di una pipeline supportata dalla piattaforma Nutanix, con semplificazione sia nella fase di sviluppo che in quella di messa in produzione. Una delle caratteristiche più innovative della nuova piattaforma è poi la condivisione degli endpoint Llm tra più applicazioni aziendali. Questo approccio ottimizza l’uso delle risorse (Gpu, Cpu, memoria, storage) evitando duplicazioni e migliorando l’efficienza operativa. Le aziende possono così erogare servizi AI agentici come layer condivisi, semplificando il deployment trasversale tra dipartimenti o linee di business, pur mantenendo sicurezza, controllo degli accessi e tracciabilità.

Dal punto di vista funzionale, Nai consente inoltre di integrare facilmente modelli open come Llama Nemotron, sfruttando strumenti di reasoning, NeMo Retriever per il recupero documentale e NeMo Guardrails per il filtraggio dei contenuti generati, ma anche  configurare l’accesso a fonti dati esterne tramite function calling, consentendo agli agenti AI di produrre risultati più rilevanti e aggiornati ed infine gestire in sicurezza i prompt e le risposte, applicando policy di filtraggio automatico, rilevamento di jailbreak, controllo dei topic e validazione della coerenza nei casi d’uso critici.

In termini di infrastruttura, di fatto Nutanix Enterprise AI sfrutta l’intero stack tecnologico Nutanix, inclusi Nutanix Unified Storage (Nus) e Nutanix Database Service (Ndb), per offrire una piattaforma integrata capace di supportare i carichi AI anche in scenari di alta intensità dati, sia per dati strutturati che non strutturati. E grazie alla certificazione Nvidia Enterprise Storage, Nus migliora performance e supporto a tecnologie fondamentali per ridurre la latenza tra calcolo e archiviazione nei workflow AI. La piattaforma supporta inoltre la gestione multicloud di fleet (gruppo logico di cluster) Kubernetes tramite il Nutanix Kubernetes Platform, fornendo agli operatori strumenti avanzati per orchestrare, monitorare e automatizzare le pipeline AI su scala globale.

Thomas Cornely
Thomas Cornely, Svp product management di Nutanix

Riprendiamo un tema per il quale Thomas Cornely, Svp product management di Nutanix, offre la chiave di interpretazione più semplice: “Abbiamo esteso la nostra piattaforma per includere i nuovi microservizi Nim e NeMo di Nvidia così che i clienti enterprise possano costruire, eseguire e gestire agenti AI in modo sicuro ed efficiente, ovunque”. Si vuole di fatto avvicinare le aziende ai vantaggi dalle tecnologie di agentic AI, a partire da un offering infrastrutturale già disponibile come ottimizzato e sicuro.
In sintesi, Nai diventa un abilitatore chiave per le aziende che vogliono passare dalla sperimentazione AI al deployment su larga scala, con garanzie di sicurezza, flessibilità multicloud e una forte aderenza alle normative di sovranità dei dati.

Nel claim “run anything, anywhere” è facile ritrovare allora il filo rosso che lega tutta la proposta Nutanix. L’azienda scommette su un mondo distribuito, dove l’interoperabilità tra cloud pubblici, data center privati e ambienti edge è la chiave per ridurre la complessità e mantenere il controllo sui propri asset digitali. “Il nostro valore si basa sulla possibilità di eseguire applicazioni e gestire dati ovunque, senza vincoli tecnologici o geografici – conclude il Ceoe con Cloud Native Aos e le estensioni storage, rafforziamo questa promessa, abilitando nuovi casi d’uso per Kubernetes, agentic AI e hybrid cloud”.

Nutanix .Next 2025

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Nutanix .Next 2025

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