Tutti oggi parlano di Digital Transformation. Il tema è presente ovunque si parli di business ed innovazione, ma non sempre vi è una intepretazione univoca del suo significato, né una percezione chiara delle implicazioni sui modelli di business e le organizzazioni aziendali.
Inoltre la narrativa trionfalistica e “markettara” che spesso accompagna i trend topics del momento (ogni vendor di tecnologia oggi ti racconta la sua visione della Digital Transformation) non aiuta certo a fare chiarezza.
Riportiamo in questo breve post i punti salienti dell’intervento tenuto da Lorenzo Anzola, CIO di Mapei e Vice Presidente del Club Dirigenti Informatici di Torino agli alumni del Collège des Ingénieurs lo scorso 18 dicembre.
Un’analisi asciutta, pragmatica in cui Anzola tratteggia il fenomeno dalla sua prospettiva di player della domanda di servizi digitali e stimola una riflessione sul tema alla luce della propria ricca esperienza in un settore che ha affrontato periodicamente trasformazioni radicali guidate da rivoluzioni tecnologiche.
Un CIO che parla di Digital Transformation ad una platea attenta di giovani talenti di cui solo in minima parte sono professionisti IT, ma che appartengono ad aree di competenza disparate (Marketing, Supply Chain, Finance, Sourcing etc…), già suggerisce che si tratti di una materia percepita trasversalmente rispetto alle funzioni aziendali e che valica i confini tradizionalmente presidiati dai professionisti dell’Information Technology.
Ed è proprio sull’impatto sull’organizzazione aziendale e sulle sue funzioni che si impernia
l’intervento di cui elenchiamo qui i principali passaggi.
L’IT e la sua relazione con il cambiamento
Le funzioni IT delle aziende sono probabilmente quelle maggiormente abituate ad affrontare cambiamenti radicali. Questo perché proprio nell’ambito della tecnologia dell’informazione si sono verificati i più grandi stravolgimenti degli ultimi decenni.
Lorenzo elenca una serie di transizioni epocali vissute dai dipartimenti IT in prima linea quali il passaggio dalle schede perforate all’interfaccia video, dalle logiche batch all’interazione, dal tecnigrafo ai sistemi CAD, dalla pianificazione offline ai sistemi ERP, dalle reti locali a internet, dalle applicazioni monilitiche alle webapps, dal desktop all’accesso in mobilità, dal datacenter on-premise all’infrastruttura cloud.
Tutti cambiamenti dal fortissimo impatto che hanno sicuramente irrobustito la capacità di risposta e adattamento dei team IT, sebbene – questo va sottolineato – la rapidità con cui si realizzano è cresciuta esponenzialmente ponendo dei challenge importanti anche a chi è preparato. Basti pensare alle curve di penetrazione delle tecnologie “mobile”, dei social network o del cloud computing.
L’affacciarsi di AI, Deep Learning, IoT, ecc… rappresenta quindi una sfida per l’IT in termini di velocità di adattamento, ma nei fatti si tratta “solo” di nuove ondate di cambiamento in sostanziale contnuità con quanto accaduto nel passato. Il vero elemento di novità riguarda probabilmente come la Digital Transformation si pone rispetto alle altre funzioni aziendali.
La partecipazione del business
Dove sta allora la rivoluzione? La rivoluzione sta nel fatto che oggi le aziende stanno abbracciando il Digitale come parte essenziale della propria strategia di business.
La prospettiva del passato che vedeva il business chiamato semplicemente ad “adottare” una nuova tecnologia che gli veniva offerta da altri, ora si ribalta e richiede ai leader di business di guidare progetti di trasformazione digitale. Questa però non è una cosa che si improvvisa. Richiede la creazione di cultura digitale e di cambiamento con cui le funzioni di business tradizionali si debbono misurare.
Skillset tecnologici, imprenditorialità e nuovi modelli organizzativi sembrano essere gli elementi che fanno la differenza tra successo e fallimento.
Verso nuovi modelli di interazione
Nell’azienda che attua la trasformazione digitale cambia quindi la natura della relazione tra IT e funzioni di business. I confini si fanno più sfumati e l’esigenza di interazione sempre più forte.
Se da una parte il business si prende un ruolo nuovo di guida sull’adozione tecnologica, dall’altra l’IT esce dal tradizionale inquadramento di funzione di supporto, ma si siede al tavolo delle strategie aziendali come partner propositivo, forte del proprio know-how.
Non è facile per le organizzazioni affrancarsi dai propri paradigmi storici, ma probabilmente chi si farà trovare pronto con organizzazione fresca, flessibile e capace di adattare il proprio modello vincerà la sfida della trasformazione digitale e se ne porterà a casa i benefici.
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