Negli ultimi anni, la rapida e costante evoluzione delle tecnologie, con l’introduzione di nuovi paradigmi che vanno dalla diffusione della connettività mobile, all’utilizzo dell’intelligenza artificiale e del machine learning, produce cambiamenti continui nello scenario digitale, elevando in ogni contesto le capacità dei singoli individui e della società in generale.
Tali evoluzioni sono in alcuni casi prevedibili – come l’incremento che l’uso di AI e ML registrerà ancora nei prossimi anni – ma più spesso inaspettate o accompagnate da alcune grandi incertezze. Anticipare le tendenze ed individuare i mercati più promettenti diventa strategico per le aziende che operano in questi contesti. Un’analisi di Cisco vuole far fronte a queste esigenze, fornendo alcune proiezioni sugli impatti che le tecnologie avranno nel futuro prossimo e delineando al contempo gli scenari a lungo termine, evidenziandone i possibili limiti.
Preparare la rete a nuovi processi
Tra le criticità future, la prima è rappresentata dall’inadeguatezza che l’attuale infrastruttura internet comincia ad evidenziare, impreparata a sostenere i volumi di traffico previsti per i processi di trasformazione digitale (saranno 49 miliardi i dispositivi connessi a Internet entro il 2023) e per questo destinata a rappresentare persino una potenziale barriera all’innovazione.
Nel prossimo decennio si evidenzia l’emergere e lo sviluppo di una serie di tecnologie – realtà virtuale e aumentata, streaming 16K, AI, 5G e 10G, quantum computing, cybersecurity adattiva e predittiva, veicoli a guida autonoma e IoT intelligente – future generazioni di applicazioni che determinano la necessità di un ripensamento dell’infrastruttura Internet e la necessità di renderla più veloce, scalabile, economica, semplice da gestire e protetta.
La strategia tecnologica “Internet for the Future” di Cisco punta proprio alla creazione di una nuova rete basata sullo sviluppo di componenti in silicio, ottici e software in grado di sostenere i nuovi processi.
CX digitale, un must
Tra le dinamiche future emerge la dilagazione dell’uso di servizi digitali; secondo l’App Attention Index di AppDynamic, già oggi il 71% dei consumatori considera questi servizi intrinseci alla vita quotidiana e sempre più vincolanti per la fruizione del servizio.
In caso di problematiche legate alle prestazioni, il 49% dei consumatori si rivolge alla concorrenza e il 63% scoraggia attivamente gli altri acquirenti dall’utilizzare un servizio o un marchio, senza dare all’azienda la possibilità di apportare miglioramenti.
Come risposta alla tolleranza zero dei consumatori in tema di customer experience digitale, le aziende devono avere la capacità di analizzare in tempo reale i dati relativi alle prestazioni delle applicazioni, per individuare gli eventuali colli di bottiglia ed avviare un’azione immediata.
Sicurezza, da reattiva a proattiva
Anche in tema di sicurezza si segnala la necessità di un nuovo approccio, contrapposto a quello tradizionale di tipo “reattivo”, che risponde generalmente agli allarmi dopo aver rilevato attività potenzialmente dannose o quando queste iniziano ad avere un impatto sui sistemi. La caccia alle minacce deve andare oltre i pericoli noti e analizzare l’ignoto, sottolinea Cisco.
Si fa così strada il nuovo approccio dello “ZeroTrust” che anticipa le minacce e che potrebbe diventare un must nei prossimi anni. Un modello, ideato da Forrester, basato sul presupposto che le organizzazioni non si fidano di nulla all’interno o all’esterno del loro perimetro di rete. L’accesso è concesso solo agli utenti autorizzati, ai dispositivi e ai carichi di lavoro dopo aver stabilito la fiducia e prevenendo le minacce, continuando però a garantire l’esperienza utente.
Questa strategia di cybersecurity si accompagnerà sempre più alla crescita delle attività di threat hunting, atte a scoprire minacce informatiche e vulnerabilità nuove e ancora sconosciute. Una tecnica che, anche nel caso in cui non venga rilevato alcun malware, spesso identifica le vulnerabilità che richiedono nuove policy, con la conseguente riduzione complessiva del numero di potenziali vettori di attacco.
Verso reti Intent-Based
Oggi, la rete svolge nelle aziende un ruolo critico nel ripensare le applicazioni, proteggere i dati, trasformare l’infrastruttura e potenziare i team. In questo contesto, si rafforza il ruolo delle Software-defined Networks (SDN) quale importante fase dell’evoluzione della rete, sempre più strategica per la gestione centralizzata e la sicurezza, la flessibilità e la riduzione dei costi operativi.
Si tratta, sottolinea Cisco, di un passo fondamentale nel necessario percorso delle infrastrutture di rete verso un vero Intent-Based Networking (IBN), sistemi che utilizzano l’intelligenza artificiale e il machine learning per anticipare le azioni, rilevare e risolvere automaticamente le anomalie, fermare le minacce alla sicurezza nel loro percorso, e che continuano ad evolversi e ad imparare.
I trend sono confermati dai dati del Cisco Global Networking Trends report sulla diffusione dell’SDN: degli oltre 2.000 leader IT e specialisti di rete intervistati, il 41% utilizza l’SDN in almeno uno dei propri domini di rete. Di questi, solo il 4% ritiene che le loro reti siano realmente intent-based; tuttavia, i tecnologi concordano sul fatto che l’IBN svolgerà un ruolo importante nel futuro immediato. Il 78% dichiara infatti che, entro due anni, le loro reti evolveranno in reti basate sul servizio e intent-based e il 35% ritiene che le proprie reti saranno completamente intent-based entro lo stesso periodo.
Competenze, nuovi skill da colmare
La carenza di competenze digitali e la relativa ricerca di talenti permane tra le principali criticità per i decisori delle imprese del settore IT, per i quali la più grande priorità nell’assunzione di nuove risorse sono le competenze tecniche e di business.
Una recente indagine condotta da Cisco su 600 responsabili IT e decision maker aziendali, evidenzia come il 93% dichiari una mancanza di talenti così importante da rallentare la trasformazione del business.
Cambia anche la natura dei ruoli più richiesti. Quelli più legati ad aree di crescita evidenti, come il data science e l’IA, continuano ad essere i più richiesti, ma per soddisfare le esigenze delle aziende di oggi, l’IT deve passare da “addetti agli ordini” a partner commerciali strategici. E questo significa cambiare i ruoli quotidiani dei lavoratori IT, dalla configurazione dei dispositivi alla soluzione dei problemi di business con la tecnologia.
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