Il ministero dello Sviluppo Economico (Mise) ha pubblicato online la relazione sullo stato di avanzamento del Progetto Nazionale Banda Ultralarga (Bul), con i numeri aggiornati alla fine di agosto comunicati da Infratel Italia, la società in house del Mise. Il Piano Strategico Bul ha l’obiettivo di sviluppare una rete in bada ultralarga sull’intero territorio nazionale per creare un’infrastruttura pubblica di telecomunicazioni coerente con gli obiettivi dell’Agenzia Digitale Europea e per questo ha ricevuto un sostegno economico complessivo da parte dell’UE di oltre un miliardo di euro, a fronte di un importo cumulato dei lavori ordinati al Concessionario da inizio piano è pari a circa un miliardo e mezzo di euro, di cui 15 milioni impegnati nel mese di agosto.
Dall’avvio del piano sono in totale oggi 2.462 i comuni in fase di commercializzazione, 731 in più rispetto all’ultimo rilevamento dello scorso anno, sono stati inoltre collaudati con esito positivo 1.371 comuni (+742 rispetto a dicembre 2020), mentre sono 4.768 i cantieri aperti, con un incremento rispetto alla fine del 2020 di circa mille comuni. Considerato che i comuni italiani sono poco più di 7mila è necessario constatare come ancora oggi si sia ben lontani dal colmare il divario accumulato in questi anni.
Di fatto è appena poco più di un terzo il numero di quelli che hanno a disposizione la banda ultralarga (che non vuol dire necessariamente una connessione all’altezza di quella in fibra). Più precisamente al 31 agosto 2021 Infratel ha collaudato positivamente 1.371 comuni Ftth e altri 106 con prescrizioni. Sono stati inoltre collaudati positivamente 352 siti Fwa (Fixed Wired Access) ed altri 7 con prescrizioni (lievi non conformità da sanare).
Interessanti da considerare, affianco di questi, sono i numeri relativi al piano di attivazione dei servizi di connettività Internet a banda ultralarga presso le scuole del territorio. Oggi complessivamente ne sono state attivate 2.072 – (1.676 scuole con intervento Infratel e 396 scuole con intervento delle società regionali), ma sono oltre 40mila le sedi scolastiche statali, e pur considerando che circa il 30% di queste sono scuole per l’infanzia è facile trarre le conseguenze del caso sulla possibilità di approdare o meno ad uno scenario per la didattica ideale ed andrebbe inoltre considerato come l’obiettivo fissato per settembre avrebbe dovuto portare la banda ultralarga ad oltre 3.400 nuove scuole.
Nel dettaglio, la realizzazione del piano nelle Regioni Emilia-Romagna, Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Valle d’Aosta e la Provincia autonoma di Trento, sta proseguendo con le rispettive società in-house regionali. Infratel Italia, nelle altre regioni, sta realizzando gli interventi tramite gli operatori Fastweb (per Piemonte, Liguria, Lazio, Sardegna, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia), Intred (Regione Lombardia) e Tim (per Toscana, Veneto, Puglia, Molise, Abruzzo, Marche).
La verifica (approssimativa comunque) sullo stato di avanzamento dei lavori/commercializzazione è possibile per tutti gli indirizzi del territorio dal sito dedicato anche se non sempre la presenza di un operatore attivo è coerente con la disponibilità effettiva di un’offerta commerciale ed in alcuni casi sussistono incoerenze tra quanto segnalato dall’assegnatario stesso (per esempio Open Fiber) e la mappa stessa. E per quanto riguarda le scuole, chiunque vuole può individuare sulla mappa interattiva le scuole pianificate ed il loro stato di connessione a partire dal comune di appartenenza o interesse, cercando i simboli verdi delle scuole.
Continua a far impressione come, a fronte di un impegno avviato nella “giusta” direzione addirittura a fine 2015, dopo sei anni sia ancora così bassa la copertura e siano ancora la maggior parte dei comuni italiani quelli che di fatto non consentono al cittadino di attivare alcun abbonamento di soddisfazione. L’accelerazione che avrebbe dovuto imprimere l’emergenza sanitaria per la soddisfazione di un servizio come quello della banda ultralarga, anche per le esigenze dettate dalla didattica a distanza, di fatto è stata solo parziale ed ampiamente insufficiente.
Ora nelle intenzioni di Vittorio Colao, ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, si dovrebbe puntare con decisione a lavorare per offrire connettività >1 Gbps (ma di fatto con un minimo “garantito” di solo 300 Mbps) a tutti, entro il 2026, con qualsiasi tecnologia disponibile (5G e Fwa compresi); mentre chi punta soprattutto su fibra e rete unica dovrà anche fare i conti con uno scenario ancora decisamente indeterminato e sempre più lontano.
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