Il superamento degli effetti della pandemia Covid e il tema della sostenibilità richiedono oggi una profonda evoluzione nei modelli di business. Ed in questo contesto anche la transizione energetica costituisce un pilastro fondamentale per lo sviluppo del settore. Come abbiamo visto in un recente contributo al comparto è richiesto un ruolo attivo in queste direzioni e la valorizzazione di “dati di qualità” deve per questo essere centrale nelle strategie delle utility. Ne parliamo con Gaspare Di Marco, Direttore Sales Energy & Utilities, e Davide Salvioli, Responsabile Commerciale Utilities & Telco di Deda Group
Gestire le reti di distribuzione dei servizi è un’esigenza viva oggi per utility e multiutility. Quali sono i motivi per cui si è “innalzato il livello di attenzione” su questi temi?
Di Marco: “Sì, è così, l’esigenza è sentita nel settore e i motivi sono principalmente due. Da una parte c’è il disastro del ponte Morandi e l’effetto che ha avuto sull’immaginario collettivo e sui gestori dei servizi in concessione. È un punto di rottura che non può essere dimenticato neanche di fronte all’emergenza sanitaria degli ultimi due anni. I cittadini, le comunità e i territori chiedono ai gestori dei servizi una gestione idonea e attenta delle infrastrutture di rete e piani di transizione resiliente in grado di limitare possibili effetti negativi derivanti da eventi calamitosi, siano essi dovuti o meno al cambiamento climatico.
Dall’altra ci sono tutti i temi legati alla transizione energetica ed ecologica che richiedono un salto evolutivo nella gestione, nello sviluppo e nella trasformazione delle reti. E’ infatti necessario che le infrastrutture supportino adeguatamente l’utilizzo efficiente delle risorse a disposizione evitando in primis gli spechi, sostengano il processo di decarbonizzazione ed elettrificazione colmando contestualmente il gap tecnologico presente oggi tra Nord e Sud e permettano l’integrazione di business model basati sull’uso della sensoristica in ottica di sostenibilità.
Un’adeguata evoluzione dell’infrastruttura, sviluppo di strumenti economici, normativi e comunicativi efficaci per indurre comportamenti virtuosi… E’ solo con l’insieme di questi elementi che sarà possibile dare pieno indirizzo agli obiettivi programmatici del Green Deal europeo. Le ingenti risorse a disposizione possono essere il volano di investimenti necessario per attivare questo piano di ripresa. Non a caso Ripresa e Resilienza sono proprio le parole alla base del piano di rilancio nazionale (PNRR)”.
In questo percorso la valorizzazione del dato è dunque sicuramente centrale per il mondo dell’energy e delle utility più in generale. Come Deda Group indirizza questa necessità?
Di Marco: “Dati e Modelli digitali, identificati ormai comunemente come Digital Twin, sono alla base dei nuovi business model. Una gestione attiva e flessibile della rete e della capacità produttiva nonché un indirizzo tempestivo delle disponibilità rispetto alle reali esigenze di consumo non è realizzabile senza che si attivi una filiera di informazione centro-periferia, che passi dai punti di connessione finali, ai gestori locali fino ai gestori nazionali. Tutto necessariamente supportato da adeguati strumenti e modelli digitali, certo, ma è chiaro che gli obiettivi programmatici di cui parlavamo prima li potremo raggiungere solo se ragioniamo a tutto tondo, in ottica di sistema.
Quando parlo di sistema, penso a tutti gli stakeholder coinvolti anche se è ormai chiaro che i gestori dei servizi siano oggi il punto nevralgico di questa evoluzione. ‘Dal watt al byte’ recitava il piano industriale del Gestore della Rete Elettrica Nazionale ed è presumibilmente questo la vera sfida per i gestori dei servizi. Ma non è sufficiente la mera installazione di sensoristica o di meter intelligenti. I gestori dovranno acquisire le informazioni dal territorio, anche in nome e per conto delle amministrazioni locali, indirizzarle all’interno dei propri modelli digitali di rete e di erogazione dei servizi, metterli a disposizione in forma aggregata degli altri gestori affinché domanda e offerta possano essere monitorate, programmate e in ultima analisi “comandate”. E con la qualità e la quantità delle informazioni a disposizione si possano generare servizi informativi ad elevato valore aggiunto per l’intero ecosistema Paese. I gestori di rete devono essere pronti alla prossima sfida: diventare Information Provider per il territorio”.
Serve dunque anche una soluzione che metta al centro il dato, come fa ad esempio Retexo. Quali sono i più importanti vantaggi offerti dall’implementazione di questo tipo di soluzione e quali i “ritorni” misurabili ed in che tempi.
Salvioli: “Retexo non è meramente un prodotto software ma un insieme di soluzioni applicative, expertise e competenze. Adottando questo tipo di soluzione sono molteplici gli impatti positivi immediatamente visibili su tutta la filiera di attività che concorrono ad ottenere un corretto asset management.
Come prima cosa, la capacità di Retexo di essere estremamente trasversale ed integrabile con altri applicativi consente al sistema di fungere da master data andando esso stesso ad alimentare altre soluzioni verticali presenti in azienda (SAP, Terranova, Net@) colloquiando con questi in maniera bidirezionale. L’informazione così gestita diventa univoca ed evita la possibilità di duplicazione dei dati con conseguente disallineamento dei contenuti informativi scambiati tra i diversi reparti aziendali. Ne guadagna anche l’attività di progettazione e prevenzione che può attingere informazioni dai singoli verticali come, per esempio, le utenze o i cespiti. Grazie alla sua architettura a servizi, Retexo rende possibile la realizzazione di app mobile e Web specifiche in maniera rapida, funzionale ed altamente fruibile per poter gestire al meglio, o addirittura in emergenza, la propria infrastruttura. Inoltre, è nativamente abilitante per la realizzazione di un sistema cloud.
Un grande vantaggio nell’utilizzo di Retexo sta certamente anche nella semplificazione delle attività in carico agli operatori, soprattutto per quelle ripetitive come geocodifiche, calcolo di grandezze derivate, disegno avanzato, ricerca di informazioni, supportando così il costante semplice aggiornamento della consistenza i rete.
L’implementazione del modello Retexo garantisce poi la correttezza topologica degli oggetti che compongono la rete. Le regole di congruità possono essere implementate con diversi gradi di dettaglio via via crescente e scalabili nel tempo, riducendo drasticamente le attività di bonifica dati. Possono essere indipendenti dal dominio di applicazione (elettrico, gas, ciclo idrico integrato, telco), specifici per dominio (ADMS, BIM, VIR, Mod 532 ARERA, Calcolo BT, Ispezione fughe Gas, Schematici di Rete, Schemi di giunzione Fibra Ottica…) oppure altamente personalizzati sulla base delle esigenze delle singole realtà aziendali.
Questi vantaggi non sono altro che quelli di un Sistema Informativo Reti (SIR) moderno, efficiente, robusto, interoperabile e scalabile che più sarà pervasivo nell’organizzazione più porterà con sé vantaggi in termini di risparmio di tempo, risorse e fruibilità di informazioni”.
Soluzione e approccio sono applicabili a utility e multiutility di ogni settore e dimensione? Quali i vantaggi per le realtà più piccole.
Salvioli: “Soluzioni ed approccio sono stati scelti da diverse aziende presenti oggi nella top ten pubblicata da ARERA sia in ambito distribuzione energia elettrica che gas (fonte ARERA 2020). Il percorso di sviluppo della soluzione si è svolto al fianco delle esigenze dei big del settore e ciò ha consentito una ingegnerizzazione modulare del sistema che si sposa perfettamente anche con le esigenze di utilities di piccole dimensioni che possono così efficacemente decidere il livello di accesso alla piattaforma senza precludersi la possibilità di rimodularlo in un secondo momento, sulla base delle proprie necessità”.
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