La data milanese di Oracle Technology Summit è occasione per l’azienda di raccontare come con la tecnologia, il cloud e l’AI sia possibile estrarre valore dai dati a supporto dell’innovazione e dell’efficienza delle aziende. Nell’incontro tra clienti, partner e le realtà pronte a condividere i propri percorsi di trasformazione digitale si trova il valore del modello “itinerante” scelto da Oracle nei suoi Technology Summit che prevedono diversi appuntamenti in Europa (e due in Italia, oltre a Milano anche Roma) così da poter ancorare le esperienze al territorio.
Apre i lavori Alessandro Ippolito, VP Technology South e Italy country leader di Oracle: “Il tema centrale è quello dei dati. A fronte di una disponibilità pressoché illimitata degli stessi, i decision maker sentono quasi una sorta di “oppressione” al riguardo. E’ fondamentale governare le informazioni e l’AI rappresenta senza dubbio un abilitatore”. Serve disporre di strumenti adeguati per migliorare le decisioni, per questo l’AI per Oracle è al servizio del business, da qui “la decisione di integrarla direttamente nelle soluzioni, da qui il percorso di continua maturazione della proposta cloud e di un’azienda che vede nella capacità di aprirsi e di integrare la proposizione con quella di altri vendor un valore e punta sulla capacità di attrarre i giovani talenti”, documentata dalle attività nel mondo universitario, ma anche dal riconoscimento di Linkedin come dodicesima azienda italiana in cui è riconosciuto un modus di lavorare premiante che favorisce la crescita professionale.
Decision Dilemma
Torniamo al tema dei dati. La ricerca The Decision Dilemma di Oracle documenta la difficoltà crescente di prendere decisioni data-driven in presenza di sempre più dati provenienti da tante fonti diverse.
Ne riassume i risultati più importanti così Michele Porcu, VP Business Value Services & Strategy, Oracle Emea: “Nasce da interviste condotte worldwide su un campione di 14mila tra business leader e dipendenti con lo scopo di comprendere la maturità nei processi di decisione prese a livello di business, come all’interno delle esperienze personali”. I numeri dicono che per tre intervistati su quattro “il numero di decisioni da prendere è aumentato di dieci volte negli ultimi tre anni”, ed una percentuale assimilabile pensa di essere “bombardata da più dati e fonti rispetto a prima”. Per questo circa il 59% del campione soffre di decision dilemma, non sa cosa fare, ed il 70% addirittura arriva a rifiutare la presa di decisioni registrando la complessità dei dati a disposizione.
L’impatto del decision dilemma risulta importante sia a livello personale che di business. Nel secondo caso il 35% del campione ritiene che questo generi lavoro superfluo e sempre circa un terzo degli intervistati che contribuisca al burnout, mentre per il 26% è tale da “mettere in stallo” la carriera. Tra le differenze generazionali, invece, la ricerca registra “le difficoltà decisionali dei più giovani (Gen Z e Millennial) maggiori rispetto alle generazioni più anziane, con i Millennials però che preferiscono anche prendere meno decisioni basate sull’istinto e riporre maggiore fiducia nelle aziende data-driven”. E’ questa anche la generazione più propensa a delegare i processi decisionali a robot guidati dall’AI (69% rispetto ai Boomer 58%).
I business leader (89%) ritengono inoltre che “il crescente numero di fonti dati stia limitando il successo dell’organizzazione”, blocchi la capacità di prendere decisioni (per mancanza di fiducia nei dati nel 72% dei casi), con circa 7 intervistati su dieci che preferirebbe che fosse un robot di AI a prendere le decisioni. Da qui l’importanza della Decision Intelligence, come disciplina di business necessaria per capire come e perché vengono prese, valutate, gestite le decisioni e quindi come possono essere migliorate. Ben il 93% dei business leader ritiene che disporre della giusta formula di Decision Intelligence sia fondamentale per il successo dell’organizzazione. Mentre più di 8 su 10 ritengono di rimpiangere e mettere in dubbio la validità di decisioni prese nell’ultimo anno.
Il processo decisionale deve quindi essere considerato vero e proprio processo di business con Gartner che sottolinea l’importanza di “costruire modelli che utilizzano principi volti a migliorare tracciabilità replicabilità, pertinenze e affidabilità del come si prendono le decisioni”.
Oci, la strategia Oracle per il cloud
La proposta cloud di Oracle è pensata per aiutare le aziende entro questo scenario. Andrea Sinopoli, VP e Cloud Tech Country Leader, Oracle: “La cloud region aperta 18 mesi fa a Milano vede crescere del 50% il consumo di cloud (anno su anno); sono circa 200 i clienti italiani che insistono con applicazioni mission critical sull’infrastruttura Oci. E la region milanese è tra quelle prescelte per il rilascio di servizi Saas“.
Financial services e pubbliche amministrazioni sono i settori che adottano maggiormente il cloud di Oracle “con l’azienda che in particolare supporta progetti di trasformazione basati su nuovi modelli di outsourcing, consolidamento, modernizzazione e cloudizzazione di sistemi legacy, e la generazione di nuove piattaforme dati e servizi digitali (proprio quelli basati su AI e machine learning)”.
I trend che guidano i progetti sono “la ricerca di governare l’incremento dei costi energetici con la possibilità di sfruttare i fondi Pnrr e, tramite il Psn, di accelerare la cloudizzazione del Paese”. A supporto, l’azienda negli ultimi sette anni ha investito nel cloud oltre 20 miliardi di dollari a livello globale (oggi è il quarto hyperscaler) ed oggi in Italia conta circa 14mila clienti che utilizzano la tecnologia Oracle.
Oracle Cloud Infrastructure (Oci) è pensata come infrastruttura specifica per i carichi di lavoro mission critical, con sistemi di security avanzati, aperta, con la disponibilità di servizi PaaS a valore aggiunto e dei servizi Oracle SaaS, ma soprattutto all’avanguardia nella proposizione AI/ML. Conta 41 region attive (altre nove sono in roadmap), dodici delle quali interconnesse direttamente con Microsoft Azure, ed è prevista per le region di Francoforte e Madrid la completa “segregazione” per indirizzare il tema della sovranità dei dati. Fastconnect e connettività a bassa latenza all’interno dell’ecosistema cloud e la piena integrazione e portabilità per Vmware sono ulteriori aspetti caratterizzanti. “Tre i pilastri quindi della strategia cloud: hyperscaling cloud, il tema del multicloud e la centralità del cloud distribuito“. E la possibilità di portare il cloud dove serve ai clienti è altresì caratterizzante: “Basta pensare alla proposizione Exadata Cloud@Customer, alle Dedicated Region con accesso completo ai servizi Oci per lo sviluppo di nuove soluzioni in multicloud, alle Sovereign Region per i mercati/dati altamente regolamentati ed ovviamente alla proposizione pura di public cloud”. Per un’esperienza realmente flessibile all’insegna del modello “Internet of cloud” ed integrata con i servizi SaaS.
I differenziatori tecnologici di Oci possono essere modellizzati invece su sei differenti pilastri: l’approccio zero trust, per la sicurezza segregata tra i diversi tenant, l‘isolamento delle istanze per garantire performance elevate e sicurezza (off-box virtualization), un modello di cloud networking pensato per garantire le medesime performance delle reti on-premise, con la possibilità (L2 Network Virtualization) di supportare nativamente Vmware, Oracle DV e altre architetture a clustering. Ultimi, ma non ultimi, un’infrastruttura in grado di scalare le risorse in modo granulare, con la piena predicibilità delle performance e vantaggiosi modelli di costo ed in ultimo le possibilità offerte da Rdma Cluster Networking, quindi con cluster con latenze di millisecondi per carichi di lavoro computer intensive. Per quanto riguarda invece la “convenienza” di Oci, Sinopoli evidenzia i vantaggi riguardo “la flessibilità nel dimensionamento delle risorse, per un approccio no waste e la disponibilità di attivare risorse dedicate senza dover ricorrere all’overprovisioning per garantirsi le performance desiderate”.
Mentre lasciamo parlare la slide qui sopra per quanto riguarda lo stack di servizi di cybersecurity, l’ultima nota riguarda invece “l’apertura” di Oci verso il mondo open source.
Oracle è tra i principali contributori della Cloud Native Computing Foundation. “Sviluppa codice Linux per la comunità, automatizza servizi sui principali framework open source, investe sulle certificazioni su Oci per i principali pacchetti applicativi di Informatica, Vmware, Red Hat, e le risorse Nvidia. Non si parla quindi solo di un cloud d’elezione per il database Oracle”, racconta Sinopoli. L’imminente rilascio di Oracle DB nella versione 23c vede realizzata l’idea della convergenza con l’unificazione ora all’interno di un unico formato del dato (relazionale/documentale) per mantenere la flessibilità e i vantaggi di Json, riducendone i rischi di consistenza. Questo comprende la capacità di “portare il dato relazionale all’interno della dimensione cloud-native”.
Infine, Oracle offre valore aggiunto con i servizi PaaS (non solo database) aperti per carichi di lavoro DB e non-DB con livelli di lock-in inferiori rispetto al mercato, abbinando in primis un servizio puramente PaaS per il DB Oracle con altri servizi sia proprietari sia open source in modalità PaaS. La strategia SaaS, infine, si basa su tre punti fondamentali: “La mappatura completa in termini applicativi per tutti i processi delle aziende; il fatto che essi poggino su Oci come Next-Generation Cloud Infrastructure realizzata per supportare le applicazioni Fusion Cloud e, ultimo ma non ultimo il fatto di aver offerto agli sviluppatori lo stesso framework utilizzato per la realizzazione applicativa da parte di Oracle (Redwood UX)”.
Il valore dell’AI “embedded” per il business
Filo rosso della proposizione infrastrutturale, PaaS e SaaS è l’AI. L’azienda addestra costantemente con un taglio enterprise sulle sue tecnologie gli algoritmi di AI. Lo fa a livello applicativo, quando si tratta di automatizzare i processi, per fornire recommendation critiche ai clienti, così come per offrire approfondimenti sul funzionamento, o nella segnalazione dei problemi. L’Autonomous DB, con il suo motore di AI ne è un esempio, come lo sono le Fusion Apps come risorse per le applicazioni che permettono di innestare i vantaggi dell’AI nei progetti di business, per insight più precisi. Infine, a supporto degli sviluppatori, viene offerta una data platform in grado di raccogliere, creare e gestire algoritmi di AI/ML che indirizza il tema delle performance quando si tratta di addestrare modelli di AI sfruttando le Gpu Nvidia, come le reti Rdma.
Luigi Saetta, Data Science Technical Specialist, Oracle: “La strategia punta a rendere l’AI pervasiva all’interno delle Oracle Cloud Applications e di Oci, a supporto di business user, data scientist, sviluppatori e Isv, con il fine di generare uno stack AI a beneficio dei progetti sulla base di una Data&AI platform in grado di gestire l’intero ciclo di vita dei modelli (dalla collezione dei dati alla messa in produzione); e sulla base dell’idea di una transformative AI foundation per l’addestramento dei modelli con le Gpu Nvidia, cluster con rete Rdma e Ssd locali”. L’offerta Oracle in questo ambito è in grado di smarcare i task relativi all’accesso alle fonti dati, all’analisi ed alla validazione delle informazioni, allo sviluppo di modelli ML, fino alla validazione dei modelli ed alla distribuzione in produzione dei progetti.
Aria, Sisal, Bitron: le esperienze sul campo
Tra le esperienze dei clienti Oracle Technology Summit offre, a marcare un vero e proprio work in progress dei progetti, i racconti di Aria, Sisal e Bitron, e gli ulteriori spunti relativi alla partnership con la scuderia di F1 Red Bull Racing.
Aria è l’Azienda Regionale per l’innovazione e gli acquisti della Regione Lombardia, la mission è quella di governare la spesa pubblica e affiancare la Regione Lombardia nella trasformazione digitale della P.A.
Lorenzo Gubian, direttore generale di Aria: “Il nostro sistema multicloud opera con tutti e quattro i principali hyperscaler, ed oggi la sfida è quella di portare tutte le aziende sanitarie lombarde e tutti i sistemi di Regione Lombardia in cloud”. Aria gestisce 10mila macchine virtuali in configurazione ibrida per qualche miliardo di transazioni all’anno. L’interoperabilità è quindi un aspetto fondamentale e la tecnologia Oci è stata utilizzata inoltre per migrare i DB on-prem. “Si parla di oltre 100 servizi diversi da migrare senza dover fare refactoring degli stessi”. Oci e la gestione semplificata Exadata Database Service hanno abilitato la migrazione in modo fluido, oltre che per quanto riguarda le tematiche relative al rispetto delle conformità ed il rispetto per quanto riguarda le esigenze di performance, ora migliorate, anche in termini di una maggiore sostenibilità.
In altro ambito, quello dell’AI di Oracle, l’esperienza di Alberto Clemente, responsabile Architetture e Ingegneria di Sisal (scommesse sportive e lotterie, giochi on-line e machine game): “Gioco responsabile e innovazione digitale sono le due parole chiave fulcro nei progetti attuali. Nel primo caso significa comprendere gli effetti del nostro business sia nel sociale, sia per l’ambiente. Vogliamo ‘mantenere i giochi un gioco’”. Tra i progetti tecnologici in corso allora quello della creazione di un complesso modello predittivo capace di analizzare in tempo reale i dati sulle attività compiute dai giocatori ed utilizzare poi delle metriche riconosciute per identificare come i giocatori nel breve e medio periodo potrebbero sviluppare comportamenti non sani nell’approccio al gioco. “Sisal ha scelto Oci per indirizzare parte della strategia hybrid cloud e, nel re-platforming degli applicativi, abbiamo scelto di eseguire i cluster Kubernetes e GraalVM in modo facilitato su Oci guadagnando una serie di vantaggi per quanto riguarda il contenimento delle problematiche di lock-in e sugli economics grazie alla possibilità di comprimere con le soluzioni Oracle i consumi di memoria ma anche in fase di spostamento dei dati per la loro elaborazione”.
In ambito del tutto “industrial” invece l’esperienza di Bitron con Federico Perrero, Quality and Process Digitalization director. L’azienda produce componenti meccatronici: 134 milioni di prodotti inviati al mercato ogni anno per 50 miliardi di componenti assemblati in sette stabilimenti nel mondo ad indirizzare i mercati delle smart grid, della mobility, così come delle appliance industriali. “Facile immaginare l’immenso flusso dei dati in termini di produzione anche per il semplice trattamento dei componenti” – spiega Perrero -.
Bitron necessità di una business process governance di qualità che le tecnologie Oracle con l’AI embedded riescono ad indirizzare. “Per esempio in fase di registrazione dei materiali in ingresso, sfruttando anche la componente della piattaforma Oci AI Vision per la decodifica delle immagini, fino al richiamo dei modelli di Data Science per integrare la lavorazione dei componenti nei diversi processi aziendali”. Inoltre grazie al Machine Learning è stato anche possibile implementare un grande progetto Esg legato alla produzione, con il miglioramento in termini di consapevolezza dei dati da parte dei dipendenti anche in termini di impatto ambientale (“carbon footprint”) dei componenti acquistati e del (futuro) prodotto finito.
Ultimo, a conclusione, della rassegna dei casi d’uso, il proseguimento dell’esperienza di Oracle con il team di F1 Red Bull Racing. Lanfranco Brasca, Account Cloud Engineering director, Oracle: “La partnership con il team è nata con l’obiettivo di incrementare la capacità di prendere decisioni in relazione alle situazioni di gara. La scuderia utilizza Oci per lo studio delle simulazioni relative alla possibilità di attuare diverse strategie di corsa e la piattaforma consente di incrementare in modo sensibile il numero di simulazioni rispetto a quanto era consentito dall’utilizzo dei sistemi on-premise utilizzati in passato, reiterando una serie di modelli multivariabile. Per farlo si sfrutta un’architettura Hpc, storage in cloud ad alte performance e modelli Kubernetes per scalare i picchi da gestire in near-real time”. La collaborazione oggi impatta anche sullo sviluppo del motore per i cambiamenti previsti per il campionato del 2026.
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