Riuscire ad offrire un’assistenza sanitaria accessibile, anche a fronte della carenza di personale specializzato, è un problema non solo del nostro sistema. Un tema che, oltre alle apparenze, si coniuga anche con quello della sostenibilità ambientale e che nelle analisi di Philips è indirizzabile facendo leva sugli abilitatori digitali e tra questi l’intelligenza artificiale. Entriamo nei dettagli, ripercorrendo in particolare otto trend individuati dall’azienda come caratterizzanti l’anno che è appena iniziato.
Ribaltando solo un poco l’ordine proposto da Philips, consideriamo in primis che la tecnologia sanitaria può contribuire a colmare molte delle lacune del settore sanitario, riducendo allo stesso tempo l’impatto del settore sull’ambiente, ed un ruolo sempre più determinante avranno le partnership volte a promuovere l’equità nell’accesso alle cure, specie in comunità emarginate e svantaggiate (1). Ma il più importante dei trend è proprio quello legato alle diverse possibilità di applicazione dell’AI nei flussi di lavoro healthcare (2). L’introduzione di sistemi automatizzati per la documentazione dei pazienti, la gestione degli appuntamenti e altre attività amministrative con l’AI possono ridurre notevolmente il carico di lavoro degli operatori sanitari. Mentre nell’ambito dell‘immagine diagnostica, l’integrazione dell’intelligenza artificiale può migliorare la qualità delle immagini radiologiche e ecografiche per diagnosi più accurate e tempestive, facilitando anche la pianificazione e l’esecuzione di trattamenti.
L’analisi dei dati tramite algoritmi di intelligenza artificiale consente poi di identificare modelli e tendenze nei dati clinici dei pazienti. Questo può aiutare i medici a personalizzare le terapie e a prendere decisioni informate basate su una comprensione approfondita delle caratteristiche individuali dei pazienti. L’AI aiuta inoltre a ridurre gli errori umani, abbatte il carico di attività ripetitive senza valore aggiunto e può aiutare la formazione continua dei professionisti mantenendoli aggiornati sulle ultime scoperte e raccomandazioni mediche assistendoli nella presa di decisioni cliniche complesse.
Già da questi spunti è facile intuire il potenziale intrinseco delle diverse modalità di collaborazione virtuale (3).
Parliamo di un elemento cruciale nel mitigare gli effetti della carenza di personale e di competenze nel settore sanitario specialmente in aree remote dove la mancanza di medici e infermieri è più evidente. Per esempio, i modelli hub-and-spoke basati su tecnologie cloud apportano vantaggi soprattutto nei settori della radiologia e degli ultrasuoni. Consentono di estendere l’accesso alle cure specialistiche, mantenendo standard elevati anche perché medici più esperti hanno la possibilità di fornire supporto a distanza ai colleghi meno esperti.
Non solo, i programmi di tele-terapia intensiva consentono di alleggerire il carico di lavoro di medici e infermieri, garantendo al contempo qualità nella gestione dei pazienti. Far leva sulla collaboration porta a risultati ancora migliori se si lavora allo stesso tempo sui sistemi di diagnostica integrata (4) per consentire agli specialisti di scambiare più facilmente i dati da fonti sempre più diversificate, come l’imaging, la patologia digitale e la genomica, preservando la privacy ma anche alla ricerca di una maggiore coerenza nei risultati, creando un feedback continuo che può aiutare a ottimizzare ulteriormente i processi diagnostici.
Parliamo di trend evidentemente ben collegati tra loro perché l’integrazione insieme con l’interoperabilità (5) rappresenta una sfida costante nel settore sanitario. Il report Future Health Index 2023 di Philips già a luglio identificava proprio la seconda come uno dei quattro principali elementi per fare bene. Per esempio riunendo i dati di dispositivi e sistemi medici diversi in un’unica interfaccia così da offrire una panoramica completa delle condizioni di un paziente. Torna stretto il legame con l’AI quando si considerano gli investimenti volti a migliorare la previsione dei risultati (+9% rispetto al 2021).
Si parla dell’analisi predittiva (6) quindi come di un valido aiuto agli operatori sanitari nel rilevare rischi per la salute del paziente sulla base dei segni vitali e di altri dati, fornendo un importante supporto soprattutto nelle cure acute, come nell’assistenza da remoto dei pazienti. A loro volta, essi possono fornire interessanti dati supplementari semplicemente assecondando un’abitudine già affermata come quella dell’utilizzo dei sistemi intelligenti ed indossabili, opportunamente certificati (7). Philips evidenzia, infatti, come smartwatch e dispositivi sanitari intelligenti, sono in grado di monitorare i parametri vitali di chi li indossa in modo valido aiutando le persone a essere più consapevoli anche sugli stili di vita.
In ultimo, ma non meno importante, la digitalizzazione offre anche la possibilità di agire in modo più sostenibile (8). Considerato che l’assistenza sanitaria, infatti, genera circa un terzo dei dati globali (fonte: World Health Organization) e questi crescono ad una velocità maggiore di quella di qualsiasi altro verticale, serve puntare su infrastrutture digitali sostenibili, e ricorrere a sistemi hardware in grado di assecondare un approccio circolare e software interoperabili, anche perché gli obiettivi Esg porteranno sempre di più le aziende a considerare questi criteri in fase di acquisto.
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