La gestione di logistica e magazzino richiede alle aziende di adattarsi alle aspettative crescenti dei clienti. In particolare, la pressione competitiva, unita alle carenze di manodopera porta le organizzazioni da una parte a concentrarsi sul potenziamento del personale, dall’altra a studiare come migliorare l’operatività per incrementare efficienza, produttività e precisione.
Uno studio recente di Zebra Technologies, dal titolo La Gestione Moderna del Magazzino diventa Realtà individua nel potenziamento tecnologico e nella programmazione della manodopera alcune delle principali sfide che spingono le aziende migliori nella gestione di magazzino a investire in automazione e in altre tecnologie, e suggerisce come affrontare i cambiamenti del settore. La ricerca, commissionata su scala mondiale, si basa sul feedback raccolto da responsabili decisionali e dipendenti, e vuole analizzare le ultime tendenze e tecnologie che trasformano le attività di magazzino. Lo studio, gestito online da Azure Knowledge Corporation, ha coinvolto in particolare oltre 1.400 decision maker di aziende manifatturiere, retail, trasporto, logistica e distribuzione all’ingrosso ed illustra come le aziende stanno utilizzando le tecnologie per modernizzare il magazzino e prepararsi alle sfide future.
Alcuni numeri: oltre il 70% dei decision maker in Europa ed il 73% a livello globale dichiara di aver bisogno di soluzioni di automazione per ridurre gli errori e il 60% in Europa (65% a livello globale) esprime la necessità di dover rispettare le richieste relative al servizio offerto.
Quanto sia sentito il problema della carenza di manodopera accennato in apertura è evidenziato pure dalle percentuali secondo cui il 75% degli intervistati in Europa e il 68% a livello globale, indicano in questo elemento la principale motivazione per cui è necessario investire in tecnologie.
Spiega Andre Luecht, Global Transportation and Logistics Lead di Zebra Technologies: “Le difficoltà del mondo del lavoro che affliggono il settore del magazzino non scompariranno. Ci sono una serie di problematiche che, in una certa misura, sono fuori dal controllo dei leader del settore. La perdita di posti di lavoro, l’incertezza sperimentata durante la pandemia, l’invecchiamento, la contrazione demografica e le differenze generazionali relative a preferenze lavorative e di carriera sono solo alcune di queste”. Si riflettono nei rilievi della ricerca.
La capacità di attrarre lavoratori qualificati – 49% in Europa, 55% a livello globale -, il tempo di formazione necessario per raggiungere la piena produttività – 51% in Europa, 54% a livello globale -, l’assenteismo – 36% in Europa, 33% a livello globale – e la perdita di lavoratori a favore della concorrenza – 26% in Europa, 30% a livello globale – sono identificati come i principali problemi relativi alla manodopera. Oggi, l’ambiente logistico del magazzino è percepito in modo non del tutto oggettivo da parte dell’opinione pubblica perché associato quasi esclusivamente ad attività manuali, ad alto ritmo, con obiettivi difficili da raggiungere e sempre più incalzati dalle aspettative dei consumatori che desiderano disponibilità di merci immediata, velocità di consegna e reso ed ampia scelta.
E’ vero altresì che l’83% degli addetti al magazzino in Europa (e l’86% a livello globale) è già convinto che l’implementazione della tecnologia aiuterebbe ad attrarre e trattenere i lavoratori, così come oltre otto lavoratori su dieci si sentirebbero più apprezzati se venissero messi a disposizione strumenti tecnologici e di automazione per aiutarli a svolgere i propri compiti. Allo stesso tempo il 54% dei decision-maker (56% a livello globale) dichiara che la riduzione delle attività non necessarie e il benessere dei lavoratori sono tra gli aspetti più rilevanti in materia di lavoro (sia in Europa, sia a livello globale per oltre la metà del campione).
Il problema però è che solo il 17% delle aziende in Europa (16% a livello globale) lavora per introdurre sistemi di automazione almeno parziale al magazzino senza il coinvolgimento dei lavoratori in specifici flussi di lavoro entro il 2028 ed appena il 7% desidera un’automazione completa, senza alcun coinvolgimento dei lavoratori. Il cambio di paradigma sarebbe invece da individuare nella capacità di leggere quale tipologia e livello di tecnologia e automazione è la migliore in base alle esigenze aziendali e alla disponibilità di manodopera, nel rispetto del budget, in sincronia con i sistemi preesistenti e con il giusto supporto e formazione.
Il quadro invece è promettente – secondo i numeri di Zebra Technologies – se si considera che le aziende che operano nel settore si stanno impegnando per fornire ai lavoratori dispositivi mobili – 22% in Europa, 24% a livello globale -, mentre entro il 2028 supporterà sistemi d’automazione il 21% del campione in Europa ed il 24% a livello globale. Riprende Luecht: “I dati ci suggeriscono che siamo ben lontani dall’idea di magazzino totalmente automatizzato, nonostante si cerchi costantemente di ridurre gli errori, di soddisfare gli accordi relativi al servizio e le sfide lavorative”.
Da una parte si deve investire nel giusto tipo di tecnologia e automazione per i lavoratori ma, una volta effettuati, gli investimenti devono essere comunicati e condivisi, “in modo che la trasformazione operativa e del lavoro influisca positivamente sulla percezione del settore da parte dei dipendenti attuali e dei potenziali candidati”.
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