L’accelerazione nella fruizione di servizi e applicazioni, insieme ai benefici sempre più apprezzati che derivano dall’automazione dei workflow, consentono alle aziende ed alla forza lavoro di tenere il passo del mercato e dei competitor anche nei momenti di incertezza. Allo stesso tempo, proprio la percezione di questi vantaggi contribuisce al coinvolgimento di chi lavora che, per sensibilità e competenze maturate sul campo, ha bisogno e chiede di poter intervenire direttamente “creando” nuove possibilità di automatizzare processi e procedure. L’approccio low-code, non è solo al servizio degli sviluppatori professionisti, permette invece anche a queste persone di generare workflow e processi attraverso moduli di configurazioni e interfacce grafiche, invece di programmare scrivendo direttamente codice.
Parliamo di piattaforme in grado di produrre soluzioni interamente operative, che riducono fino ad annullare la scrittura di codice manuale tradizionale e, soprattutto, permettono a persone senza particolari competenze di programmazione di contribuire non solo alle fasi iniziali di sviluppo di un’applicazione, ma di arrivare a creare in autonomia workflow completi, oltre ovviamente a consentire agli sviluppatori di creare più app in meno tempo, concentrandosi sull’innovazione e sulla risposta alle esigenze dell’azienda, anziché su piccoli dettagli tecnici.
Alcuni riferimenti per orientarsi: secondo Straits Research, entro il 2030 il mercato globale per lo sviluppo low-code sfiorerà i 150 miliardi di dollari di valore complessivo; e da qui al 2026, secondo Gartner, l’80% di tutti gli sviluppatori sarà costituito da citizen developer, mentre McKinsey sottolinea che le aziende che assecondano questo processo introducono più velocemente e meglio innovazione.
Oggi è possibile un ulteriore salto, integrando i vantaggi dello sviluppo low-code con quelli dell’AI generativa. Salto che è necessario compiere perché il contesto delle sfide è ancora più incerto e in veloce evoluzione.
Chi guida i team IT è chiamato a innovare e promuovere più elevati livelli di efficienza, ma senza contare sulla crescita dei budget o delle risorse interne, in un contesto in cui le competenze specialistiche per lo sviluppo scarseggiano. Si tratta quindi di rendere più efficace l’azione dei dipendenti. E l’AI generativa, coniugata con l’approccio low-code permette di concentrare le risorse più preziose su attività di valore ed allo stesso tempo coinvolgere gli esperti sul campo anche se non sono sviluppatori. Concretamente si individuano tre sfide principali: al cambiare delle priorità degli stakeholder, team e forza lavoro si trovano a dover sostenere nuovi task ma con le stesse risorse e quindi sommersi di arretrati (1). Serve quindi riuscire ad aumentare la produttività dei dipendenti aiutandoli a concentrarsi sulle priorità (2), ma questo senza rinunciare ad innovare, a fornire nuove soluzioni così da consentire all’azienda di restare competitiva (3).
I vantaggi dell’approccio low-code con l’AI generativa
Entriamo allora nei dettagli di come è possibile sfruttare concretamente gli abilitatori digitali cui abbiamo appena accennato. ServiceNow ci ha già abituato ad apprezzare i vantaggi di workflow preconfigurati, pronti all’uso out-of-the-box, attraverso i quali i team possono utilizzare modelli predefiniti per velocizzare lo sviluppo delle applicazioni per i workflow. Ora, con l’aiuto dell’AI generativa, si abbattono ulteriormente le barriere che ostacolano l’apprendimento delle conoscenze di codice e database e creare workflow, report, analisi e notifiche è ancora più veloce. L’approccio low-code consente poi agli sviluppatori di medio livello di estrarre workflow preconfigurati specifici e di estenderne i vantaggi a tutta l’organizzazione.
Allo stesso tempo, per evitare il rischio della proliferazione incontrollata di app, senza supervisione da parte del team IT, ServiceNow dispone anche degli strumenti per controllare il ciclo di vita di sviluppo fino alla distribuzione e alla produzione. Tutti processi che possono essere gestiti in modo efficace da una posizione centralizzata e comprendono anche il controllo sul reale utilizzo. Guardiamo quindi al ruolo dell’AI generativa in questi processi: non solo accelera la generazione di report e analisi, suggerendo soluzioni mentre i team sono già in fase di creazione di nuovi prototipi applicativi, ma è in grado di generare framework personalizzati basati sulle descrizioni dei flussi inserite e di abilitare i modelli operativi ‘text-to-flow’.
Da una parte è importante valorizzare le capacità degli sviluppatori di medio livello nell’estendere i workflow out-of-the-box, dall’altra è favorita la collaborazione tra i team con gli sviluppatori esperti nel loro campo specifico che si confrontano con quelli di altre funzioni aziendali come i reparti risorse umane, legale, procurement e finanziario e, ancora, è possibile coinvolgere anche persone che non hanno alcuna ambizione di diventare sviluppatori, rendendoli autonomi nel generare l’automazione di cui hanno bisogno.
Ecco allora che la giusta piattaforma consentirà agli sviluppatori di condividere servizi per reparti interfunzionali e ai creatori delle linee di business di collaborare sulle app salvaguardando al contempo la qualità delle app stesse.
Sarà più facile creare blocchi di funzioni riutilizzabili invece di ri-creare tutto da zero ogni volta, e personalizzare rapidamente le esperienze per utente tipo, anche riutilizzando i dati per aggiornare le app in modo sicuro e veloce.
ServiceNow Creator Studio, valorizzare le risorse
Gli sviluppatori senior, grazie al low-code ed all’utilizzo integrato dell’AI generativa nelle fasi dello sviluppo, possono concentrarsi sulle valutazioni più strategiche di orientamento all’innovazione, quindi sulle logiche di integrazione dei sistemi, su come valorizzare i team (di programmazione e non) nel creare, testare e distribuire app e workflow in modo mirato. Un approccio low-code abilitato a trarre vantaggio dalla disponibilità di una piattaforma basata sull’AI generativa e dalla possibilità di gestire lo sviluppo in modo centralizzato beneficerà inoltre dell’automatizzazione in tutte le fasi di test. Ma non c’è solo questo.
Sappiamo che ogni modalità innovativa di sviluppo è nata portando soluzioni più semplici al sorgere di problemi condivisi. Vale anche per gli strumenti di sviluppo low-code. ServiceNow da tempo offre per esempio un ambiente di sviluppo visivo, come App Engine Studio che favorisce la collaborazione tra gli “addetti ai lavori”, sulla base della possibilità di sfruttare anche modelli di workflow predefiniti (ambito in cui anche ServiceNow Creator Workflows è in prima linea).
Sulla scorta proprio di queste esperienze ora l’azienda ‘abbassa’ ulteriormente l’asticella di ingresso e con Creator Studio propone un nuovo punto di accesso allo sviluppo di applicazioni, guidando il citizen developer attraverso tutti i passaggi con il livello di ‘granularità’ di cui effettivamente ha bisogno (una granularità ancora maggiore quindi di quella offerta da App Engine Studio). Creator Studio non è proposto in sostituzione di nessuno dei nostri strumenti esistenti, ma si propone come ambiente ancora più guidato e prescrittivo che permette agli esperti dei diversi settori aziendali di creare workflow propri che siano nativamente conformi allo sviluppo di applicazioni ServiceNow. E al team di sviluppatori assicura che quanto sviluppato sarà davvero implementabile.
ServiceNow Creator Studio, ne parliamo nello specifico in un contributo dedicato, permetterà quindi un ulteriore passo in avanti per consentire alle organizzazioni di valorizzare le competenze degli esperti di processo e ai team di sviluppo di concentrarsi su quelle applicazioni mission-critical necessarie per l’iperautomazione. App Engine Studio rimane lo strumento anche per consentire a chi non ha ancora molta esperienza tecnica di muovere i primi passi per diventare, magari, uno sviluppatore, mentre ServiceNow Creator Studio si rivolge a chi ha bisogno di ulteriore automazione e vuole apportare il proprio contributo in modo agile, senza dover apprendere concetti specifici relativi allo sviluppo.
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