È allo stesso tempo un’esperienza creativa e originale ma anche con una significativa impronta ‘tecnologica’ quella che ha preso vita poco prima dell’estate a Firenze al Teatro della Pergola. Planetaria, questo il nome dell’iniziativa, è stata infatti proposta come esperienza immersiva per ripensare il rapporto con la Terra e vivere in sintonia con il nostro pianeta. Ideata da Stefano Accorsi e Filippo Gentili, con la produzione e la curatela di Superhumans e Fondazione Teatro della Toscana, l’idea ha visto Engineering nel ruolo di Innovation Partner supportare il progetto mettendo a disposizione le expertise dei suoi team sulle tecnologie AI e XR per offrire nuove esperienze digitali basate sull’interazione umana con l’AI generativa. Ne parliamo con Mauro Frassetto Digital Experience Executive Director di Engineering e Paolo Platania, Ceo di Superhumans, la factory specializzata in consulenza strategica e nella produzione multicanale, con cui Engineering ha costruito l’esperienza.
Planetaria, dialogo tra arte, scienza e tecnologia
Il progetto Planetaria rappresenta uno degli esempi più avanzati di come le nuove tecnologie possano essere integrate nel mondo artistico per creare esperienze immersive e coinvolgenti. “L’iniziativa si è sviluppata attorno a un gruppo di lavoro composto da artisti, scienziati e innovatori tecnologici – esordisce Frassetto – e il progetto è stato concepito attraverso una serie di incontri iniziati già nel 2023″. Una collaborazione che ha portato alla creazione di un format unico che fonde arte e scienza per affrontare temi di grande rilevanza globale. Con una particolarità: “Planetaria è stata proposta non solo come un evento fisico, ma come un vero e proprio festival su tre giorni, il cui obiettivo principale è stato di educare e sensibilizzare il pubblico su tematiche ambientali, utilizzando modalità innovative di comunicazione e coinvolgimento”.
L’idea di Planetaria, come accennato, nasce dal desiderio di trovare un formato che sia in grado di comunicare in modo efficace e coinvolgente tematiche complesse come il cambiamento climatico. Ci spiega Platania: “Tradizionalmente, questi argomenti, nonostante la loro centralità nel dibattito pubblico, faticano a raggiungere le persone a causa della loro complessità e della polarizzazione delle opinioni. Da un lato, vi è una parte del pubblico molto coinvolta emotivamente, vicina agli ideali ambientalisti; dall’altro ci sono gruppi che tendono a minimizzare o addirittura a negare l’urgenza di affrontare queste questioni”.
In questo contesto Planetaria è riuscita a colmare il divario grazie al mix virtuoso di approcci artistici e scientifici, come precisa Frassetto, “uno degli aspetti più affascinanti di Planetaria è stata proprio la capacità di portare sul palco non solo attori e performer, ma anche esperti e ricercatori che hanno arricchito il racconto con dati scientifici concreti e prospettive realistiche”. Il festival Planetaria è stato quindi progettato per essere una fusione di arte e scienza che, con l’aiuto delle nuove tecnologie, ha reso la divulgazione di questi temi più accessibile e interessante. Prosegue Platania: “Uno degli obiettivi principali era infatti proprio quello di creare un format che fosse fruibile da target differenti, coinvolgendo tanto i bambini quanto gli adulti, così da ampliare il più possibile la portata del messaggio sui cambiamenti che il nostro pianeta sta affrontando e delle possibili soluzioni per il futuro. E questo format è stato sintetizzato in un evento che ha combinato spettacoli teatrali, esperienze immersive e laboratori nei diversi momenti delle giornate”.
AI e XR protagoniste, la creazione della Sibilla Cumana
“Una delle sfide principali del progetto – entra nel vivo Frassetto – è stata trovare un modo per integrare le tecnologie digitali, come l’intelligenza artificiale (AI) e la realtà estesa (XR), all’interno di un formato narrativo che non risultasse eccessivamente tecnico o distante dal pubblico”. Da qui è nata l’idea di “creare un format che fosse esperienziale, in cui la tecnologia non fosse un semplice ornamento, ma una parte integrante della narrazione. In questo modo, gli spettatori potevano non solo assistere a uno spettacolo, ma essere parte attiva dell’esperienza”.
Tra gli elementi più innovativi, distintivi e sfidanti del progetto Planetaria l’uso di tecnologie avanzate, in particolare l’integrazione di intelligenza artificiale (AI) e realtà estesa (XR), per dare vita a un’esperienza teatrale immersiva e unica.
La tecnologia, infatti, non è stata utilizzata solo a supporto, ma ha giocato un ruolo centrale nello spettacolo, trasformando il modo in cui il pubblico ha interagito con la narrazione.
Frassetto: “L’esempio più rilevante di questa integrazione è stata la creazione della Sibilla Cumana; un avatar digitale che ha interpretato il ruolo di oracolo virtuale, interagendo sia con gli attori sul palco che con il pubblico in sala. L’abbiamo realizzata che avesse sembianze umane e le abbiamo dato voce attraverso il nostro motore di AI generativa”.
Per entrare poco più nel dettaglio: la Sibilla Cumana è stata creata utilizzando Unity, una delle piattaforme più avanzate per lo sviluppo di ambienti 3D e esperienze immersive. “Questo avatar – precisa Frassetto – non è stato pensato semplicemente come un’immagine virtuale statica, piuttosto come un vero e proprio attore digitale in grado di rispondere in modo dinamico e imprevedibile alle interazioni degli altri attori e del pubblico. E la sua voce, generata dall’intelligenza artificiale, è stata programmata per rispondere in modo naturale e conversazionale, utilizzando una suite proprietaria di AI sviluppata da Engineering, EngGPT appunto”.
L’AI come elemento di improvvisazione teatrale
Tra gli aspetti più affascinanti dell’integrazione dell’AI nello spettacolo è dato proprio dal livello di improvvisazione innestato nella narrazione. “A differenza di un copione tradizionale, che segue una trama precisa e predeterminata – prosegue Frassetto – l’AI generativa utilizzata per la Sibilla ha introdotto un interessante elemento: l’incertezza su cosa avrebbe risposto la Sibilla ha infatti arricchito l’esperienza creativa, sorprendentemente coinvolgente sia per gli attori che per il pubblico, dimostrando come la tecnologia possa amplificare la creatività e spingere i confini delle narrazioni tradizionali.”. È uno spunto raccolto anche da Platania: “Questo aspetto è particolarmente rilevante perché ha trasformato il rapporto tra tecnologia e teatro, dimostrando che anche una macchina può diventare parte integrante di una performance creativa, contribuendo all’improvvisazione e arricchendo la narrativa”. L’interazione tra la Sibilla e il pubblico ha rappresentato proprio un momento cruciale dello spettacolo, quindi: il pubblico poteva fare domande dirette all’avatar, ottenendo risposte in tempo reale, in un’esperienza innovativa che ha amplificato il coinvolgimento e l’interattività.
La componente di realtà estesa (XR) ha avuto un impatto visivo e sensoriale altrettanto significativo. La Sibilla Cumana non era solo un’intelligenza artificiale, ma un avatar che appariva su un grande schermo led di 7 metri, creando una presenza fisica imponente sul palco. Questo ha reso l’interazione tra attori e pubblico ancora più intensa, rendendo la tecnologia un vero e proprio attore in scena. “La combinazione tra AI e XR ha generato quindi un’esperienza teatrale unica, in cui la linea tra reale e virtuale si è progressivamente assottigliata” – si alternano Frassetto e Patania – “e l’uso di tecnologie immersive come l’XR ha permesso di creare un ambiente in cui lo spettatore era completamente immerso nella narrazione, sperimentando un nuovo tipo di esperienza teatrale”. Non solo, un elemento di novità emerso da Planetaria è il modo in cui “la tecnologia è stata utilizzata per umanizzare l’esperienza”.
Lo stesso utilizzo dell’intelligenza artificiale, solitamente percepita come qualcosa di distante e freddo, spiega Platania, “è stata trasformata in un personaggio emotivo e interattivo, capace di dialogare con gli spettatori in modo naturale e coinvolgente e l’aspetto emozionale è stato potenziato anche grazie alla capacità dell’avatar di mostrare espressioni facciali e di modulare il tono della voce in base alle domande e alle interazioni”.
“La componente emozionale dell’esperienza – interviene Frassetto – è stata fondamentale per rendere l’interazione più coinvolgente. Si può parlare di un’umanizzazione non solo frutto dell’AI che si esprime in linguaggio naturale, ma anche delle capacità dell’avatar di comportarsi in modo naturale, facendo trasparire delle emozioni attraverso il tono di voce e l’espressività del volto”. Proprio il processo di umanizzazione della tecnologia è uno degli aspetti più innovativi del progetto, e ha permesso di avvicinare il pubblico a tecnologie che, fino a quel momento, potevano sembrare troppo distanti o complesse da comprendere. Il risultato è stato un’esperienza che non solo ha arricchito la narrazione teatrale, ma ha anche cambiato la percezione del pubblico riguardo all’intelligenza artificiale e alle sue potenzialità.
Il valore della collaborazione
Tra i diversi “attori” che hanno contribuito alla riuscita del progetto, virtuosa è stata anche la collaborazione tra Engineering e Superhumans, con le specifiche competenze complementari. Superhumans si è messa quindi in gioco come agenzia creativa nota per la sua capacità di coniugare storytelling e innovazione, mentre Engineering – con la sua forte esperienza nel campo della tecnologia – ha contribuito a portare il progetto a un livello tecnologico avanzato. Platania: “L’incontro tra le due realtà è avvenuto in modo molto naturale, poiché entrambe condividevano l’obiettivo di creare qualcosa di innovativo, che potesse avere un impatto significativo sul pubblico. La collaborazione è stata facilitata anche dal fatto che il partner Engineering aveva già un forte interesse e competenza nei temi ambientali”. In particolare Engineering ha portato al tavolo di lavoro la sua suite di intelligenza artificiale, EngGPT, e una vasta esperienza nell’ambito delle tecnologie XR, utilizzate per la creazione dell’avatar digitale per l’interazione con il pubblico: la Sibilla Cumana. Superhumans, a sua volta “ha curato la parte creativa del progetto, lavorando a stretto contatto con gli artisti e gli scenografi per creare un’esperienza che fosse non solo tecnologicamente innovativa, ma anche esteticamente coinvolgente”.
Frassetto ricorda, allo stesso tempo, in un progetto così complesso, “l’importanza del coordinamento” e come la collaborazione tra le diverse figure professionali sia stata un processo entusiasmante e ricco di sorprese. I team hanno sperimentato e affinato le tecnologie che sarebbero state utilizzate durante il festival. Esperti, ingegneri, scienziati e creativi hanno sviluppato insieme le idee ed il laboratorio è stato un terreno fertile per la creazione di contenuti innovativi, che hanno visto la luce durante il festival. Frassetto: “La creazione di un laboratorio tecnologico per esplorare le potenzialità dell’AI e della XR si è rivelato un passaggio strategico per la sinergia tra tecnologie digitali e performance dal vivo che ha stupito e coinvolto il pubblico”. E proprio l’integrazione tra il mondo della tecnologia e quello della creatività ha anche rappresentato un vero elemento di novità. Spiega bene Frassetto: “Questo approccio ha permesso di creare uno spettacolo che non si limitava a utilizzare la tecnologia come semplice strumento, ma che la integrava pienamente nella narrazione”.
XR e interazione immersiva, il potenziale per la digital experience
La riuscita di Planetaria ha dimostrato il reale potenziale della XR nel trasformare le esperienze digitali, sia nel mondo dello spettacolo che in altri contesti. L’interazione immersiva offerta dalla XR, infatti, può rivoluzionare il modo in cui le persone vivono le storie, le informazioni e le esperienze, aumentando il coinvolgimento e l’efficacia della comunicazione. Secondo Platania: “La componente XR di Planetaria con Engineering è stata fondamentale per l’efficacia della narrazione, poiché ha reso possibile un’esperienza che supera i confini del teatro tradizionale. Invece di limitarsi a uno spettacolo frontale, gli spettatori hanno potuto vivere un viaggio nel tempo e nello spazio, entrando direttamente nella narrazione grazie all’interazione con l’avatar”. Allo stesso tempo proprio il binomio tra realtà fisica e realtà virtuale è da sottolineare tra gli aspetti più apprezzati e innovativi del progetto. Il pubblico ha potuto sperimentare un modo nuovo di vivere lo spettacolo, in cui la tecnologia non sostituiva la realtà, ma la aumentava, creando un’esperienza di maggior impatto emotivo e sensoriale.
Facile intuire che l’utilizzo di tecnologie XR non si limita al mondo dell’intrattenimento. Come evidenziato da Frassetto, “parliamo di tecnologie che stanno avendo un impatto sempre più significativo in settori come l’industria, l’educazione e il business”. E le possibilità offerte dalle esperienze immersive sono in crescita e stanno rapidamente guadagnando terreno in diversi settori. Planetaria ha rappresentato un importante esempio di come queste innovazioni possano essere utilizzate non solo per scopi di intrattenimento, ma anche per educare e sensibilizzare il pubblico su tematiche importanti come il cambiamento climatico. L’esperienza immersiva offerta dall’XR può avere un impatto specialmente in ambiti come il digital learning e la formazione professionale.
La versatilità di Engineering nell’applicare la tecnologia in contesti differenti, e il suo impegno nel far fronte ai cambiamenti del mercato, sono elementi centrali per capire come l’AI e l’XR possano evolvere. Le stesse tecnologie immersive utilizzate per Planetaria possono e trovano già oggi applicazione in contesti aziendali, industriali e sanitari, e dimostrano come la realtà aumentata possa migliorare la produttività, la sicurezza e l’efficacia dei processi lavorativi.
Frassetto evidenzia come “uno degli sviluppi più interessanti è il potenziale dell’XR per il digital learning, che potrebbe rivoluzionare il modo in cui si svolgono i processi di formazione, per esempio in tutti quei contesti in cui si vuole o è necessario sperimentare situazioni che non possono essere vissute nel mondo reale, come le simulazioni di sicurezza sul lavoro o training professionale”. O ancora nei campi della manutenzione industriale, del manifatturiero e del settore sanitario. Ambiti che offrono un terreno fertile per l’applicazione della XR e nei quali Engineering ha progetti in corso, così come nel campo della robotica. Conclude Frassetto: “Queste tecnologie sono destinate a diventare sempre più centrali in questi ambiti come in quello della collaborazione remota, offrendo nuove possibilità per lavorare e interagire in modo sicuro e efficiente. Stiamo vedendo un grande interesse anche nella loro applicazione in ambito healthcare dove le tecnologie immersive possono consentire a persone con disabilità o mobilità limitata di interagire in modi completamente nuovi, migliorando la qualità di vita”. In prospettiva gli sviluppi futuri delle tecnologie XR e AI, sono legati in modo evidenti alla versatilità ed alla sostenibilità delle tecnologie stesse, pilastri fondamentali per il loro utilizzo.
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