Serve una visione strategica per trasformare la Sanità Digitale in Italia, serve andare oltre soluzioni meramente ‘cosmetiche’ per costruire un sistema robusto e sostenibile. M31 espone le priorità fondamentali per rendere la sanità digitale accessibile, efficiente e sicura: dal potenziamento dell’infrastruttura tecnologica e della trasparenza nella gestione dei dati, alla formazione del personale medico verso una maggiore consapevolezza delle tecnologie digitali, come l’intelligenza artificiale. Ruolo cruciale anche quello dell’AI nel miglioramento delle diagnosi e terapie, a patto di valutare con rigore benefici e rischi legati all’uso dei dati medici, per cui è fondamentale che la normativa sia chiara. Ne parliamo con Fabio d’Alessi, Chief Business Officer di M31.

In Italia la spesa sanitaria pubblica pesa solo il 6,2% sul Pil del Paese. All’interno di questo mondo complesso, la sanità digitale – che quest’anno ha generato un mercato da 4,6 miliardi di euro – si sta ritagliando un ruolo sempre più cruciale per innovare il settore. Dal vostro osservatorio, quali investimenti sono necessari per dare impulso all’innovazione in sanità?

Per fare in modo che la Sanità Digitale diventi un caposaldo della Sanità in Italia, e non solo una mera questione cosmetica, gli investimenti devono essere sostanziali e distribuiti secondo queste direttrici:

  1. Potenziare l’infrastruttura – non solo dal punto di vista fisico ma anche e soprattutto dal punto di vista dell’interoperabilità e dell’apertura digitale, eliminando le troppe barriere che ancora rendono la Sanità ostaggio di logiche a “silos” chiusi.
  2. Uniformare e rendere trasparente tutta l’infrastruttura di gestione delle informazioni personali e dei consensi ad esse legate da parte dei cittadini, conquistando la loro fiducia in tali mezzi. Tale fiducia si ottiene mediante strumenti assolutamente semplici e alla portata di tutti, sicuri, trasparenti, efficaci, uniformi, che oggi mancano.
  3. Potenziare la formazione del personale medico in merito alle soluzioni digitali disponibili, trasformando l’attuale scetticismo (quando non ostilità) di fronte a soluzioni digitali (in primis l’AI, ad esempio, nel supporto alle diagnosi e nelle predisposizioni di terapie) nella consapevolezza della reale efficacia e ricaduta che questi nuovi strumenti rappresentano in mani capaci.
  4. Investire nella ricerca e sviluppo, anche verso startup e aziende private di medie dimensioni, in grado di veicolare reale innovazione in nuovi prodotti e servizi di Sanità Digitale.

L’intelligenza artificiale abilita nuovi modelli di gestione, di cura e di benessere. Quali i benefici concreti e quali i rischi legati a normativa, etica e privacy (gestione dato) dal vostro punto di vista?

La rivoluzione che, indubbiamente, arriverà cavalcando le attuali innovazioni nel campo AI comporta benefici di enorme rilievo, ma pari al livello dei rischi a cui andiamo incontro. Se, da un lato, gli attuali motori AI sono in grado di fornire risposte incredibilmente efficaci in infiniti ambiti che possono migliorare drasticamente la qualità dei futuri servizi sanitari digitali, dall’altro il fatto che tali motori possano attingere, incrociare e manipolare grandi moli di dati medici personali apre una serie di interrogativi inediti sull’uso che può essere fatto di tali informazioni.

Fabio d'Alessi, Chief Business Officer di M31
Fabio d’Alessi, Chief Business Officer di M31

I benefici concreti nell’utilizzo di motori AI sono talmente vasti e dai confini talmente sfumati che non è possibile fornirne un elenco esaustivo: dal miglioramento delle diagnosi, alla prevenzione, dalla definizione di nuove terapie all’ambito della ricerca (nuove molecole per farmaci, nuova comprensione delle interazioni tra modelli biologici, farmacodinamica avanzata ecc.) non esiste un campo dove l’impatto di tali modelli non sarà rilevante.

Sul piano dei rischi, invece, vale la pena soffermarsi con più attenzione.

In primis, è cruciale che l’uso dell’intelligenza artificiale (AI) nel settore sanitario segua rigorosi principi etici e normativi. Come detto, la prima sfida è garantire la trasparenza e la semplicità nell’uso dei dati: i pazienti devono comprendere chiaramente come i loro dati vengono raccolti, analizzati e utilizzati e devono poter decidere in modo semplice ed immediato come intendono concedere e modificare i consensi all’uso di tali dati. Una gestione responsabile e sicura dei dati deve essere al centro, assicurando che i sistemi AI siano progettati per rispettare la privacy e prevenire violazioni, specie nel trattamento di informazioni sanitarie sensibili.

In parallelo, occorre delineare confini etici che regolino l’uso dell’AI, specialmente in ambiti critici come la diagnosi o la gestione delle terapie. Decisioni automatizzate devono restare trasparenti e spiegabili per evitare un “black-box effect”, che potrebbe erodere la fiducia tra paziente e medico. La normativa deve pertanto evolversi per tenere conto dei nuovi rischi associati all’uso dell’AI in contesti clinici, definendo standard per la responsabilità delle decisioni prese da algoritmi.

Infine, una stretta collaborazione tra pubblico e privato deve favorire lo sviluppo di regolamenti dinamici, promuovendo l’adozione dell’AI in modo sicuro ed etico. Le aziende del settore sanitario devono assumere un ruolo attivo, contribuendo alla creazione di un quadro normativo che bilanci l’innovazione tecnologica con la salvaguardia dei diritti e della dignità dei pazienti.

Gli analisti sostengono che l’efficientamento dei processi sanitari, grazie alla digitalizzazione, avrà un impatto anche sulla sostenibilità del settore sanitario. Che strategie la vostra azienda propone per rendere più efficiente e sostenibile la sanità italiana?

La nostra strategia per rendere il settore sanitario italiano più efficiente e sostenibile si basa sulla piattaforma di telemedicina MAR, progettata per essere “open” e semplice da integrare nei prodotti di telemedicina esistenti.

Questo approccio facilita la condivisione dei dati tra strutture e professionisti, migliorando l’accesso alle cure e ottimizzando le risorse. Ridurre la frammentazione tecnologica, eliminare le barriere all’ingresso di tale mercato e facilitare l’ingresso di nuovi attori (anche aziende di medie dimensioni o startup), aumentando di conseguenza una sana competizione di mercato, promuovere l’interoperabilità tra soluzioni sono elementi chiave per migliorare la sostenibilità, riducendo i costi operativi e aumentando la qualità del servizio al paziente.

La nostra visione mira a creare un ecosistema collaborativo, dove le soluzioni di telemedicina non solo migliorano l’efficienza, ma accelerano la digitalizzazione, facilitando la gestione di patologie croniche e favorendo un modello di assistenza proattivo. In questo contesto, puntiamo a ridurre la pressione sui centri sanitari tradizionali, promuovendo l’assistenza domiciliare e il monitoraggio remoto, essenziali per un futuro sanitario più sostenibile e resiliente.

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