Ho incontrato Luisa Bordoni, responsabile Ufficio Studi di Anitec-Assinform, a margine dell’evento di presentazione dei risultati dello studio “Il Settore IT in Italia – Cambiamenti strutturali, opportunità e sfide”. È stata un’occasione per parlare di attività e obiettivi dell’ufficio studi dell’associazione e delle principali evidenze che sono emerse dallo studio, e per mettere in luce quali dovrebbero essere i punti di attenzione di una politica industriale a supporto dello sviluppo del settore IT in Italia. Argomenti trattati all’interno dello Speciale “Aziende IT in Italia 2017”.
Può descriverci brevemente le attività dell’Area Studi in Anitec-Assinform?
L’Area Studi di Anitec-Assinform risponde ai principali bisogni conoscitivi degli associati, con cui interagisce attraverso il Gruppo di Lavoro Studi, e in generale dell’Associazione a supporto di interventi istituzionali, campagne di comunicazione, risposte a interrogazioni parlamentari, presenze a eventi di settore.
Le attività si sviluppano su tre ambiti:
- formulazione di un Piano Studi annuale, con l’obiettivo di capire e anticipare le dinamiche e i driver del mercato ICT e dell’Economia Digitale;
- supporto a specifiche richieste conoscitive sul mercato dei singoli associati;
- supporto e suggerimenti al Presidente e all’area Eventi/Comunicazione dell’Associazione nel reperimento di contenuti e definizione di pareri per gli interventi istituzionali dell’Associazione stessa.
Per gli Studi 2017 abbiamo scelto di approfondire le dinamiche del Mercato Digitale attraverso l’analisi delle strategie e delle esperienze associate ai primi progetti digitali nei diversi settori, l’approfondimento del contributo del settore IT alla crescita digitale e l’analisi della disponibilità di competenze e professioni ICT emergenti. Per il futuro cercheremo di espandere l’analisi su temi altrettanto importanti quali la Cittadinanza Digitale, la R & S, i Territori.
In questo quadro, lo studio “Il Settore IT in Italia: cambiamenti strutturali, opportunità e sfide” rappresenta indubbiamente un esempio importante delle attività svolte nel corso del 2017. Questo Libro Bianco nasce dall’esigenza di molti nostri associati di capire meglio quanto il nostro settore contribuisca alla crescita del Digitale e dell’Economia. Per questo abbiamo analizzato i percorsi strategici e le prospettive di crescita delle aziende di Software e Servizi IT con un’indagine stratificata ed estrapolata all’universo, con il supporto di Netconsulting cube e – per gli aspetti campionari e metodologici – di Istat.
Dallo studio emerge come la Digital Transformation rappresenti un fattore di crescita anche per le aziende IT. Ci può raccontare sinteticamente le caratteristiche dei Player IT che avviano più frequentemente piani di Digital Transformation e i principali ambiti di indirizzo di tali strategie?
Contrariamente alle attese è emerso che sì, il nostro settore contribuisce attivamente alla crescita del Digitale, anche se non tutti i Player lo stanno effettivamente adottando. Il comparto Software e Servizi IT vede fondamentalmente convivere due realtà profondamente diverse per attitudine all’innovazione:
- la prima, con circa il 37% delle aziende del comparto, è più evoluta e incline all’evoluzione in chiave digitale, con una maggiore presenza di Software Vendor e Service Provider che erogano attività di sviluppo software;
- la seconda, costituita principalmente da fornitori di servizi in ambito infrastrutturale o a basso valore aggiunto e generalmente di piccole dimensioni, è invece più conservativa e molto meno propensa ad avviare strategie di questo tipo, né ora, né nel breve e medio periodo.
Nelle realtà più evolute, le prospettive di crescita sono tanto più positive quanto più sensibile è la visione strategica della necessità di trasformarsi e trasformare i Clienti in ottica Digitale, e più intensa è l’attività di innovazione e riformulazione dell’offerta in chiave digitale facendo leva sul Cloud e su tutti i nuovi fattori abilitanti. Al di là delle dimensioni aziendali e delle attività svolte, i progetti di Trasformazione Digitale sono in corso laddove vi è un contesto manageriale, generazionale e culturale più aperto al cambiamento, maggiore sensibilità alle dinamiche e al posizionamento competitivo e maggiore consapevolezza che le traiettorie di crescita del business IT dipendono più dall’innovazione che non dal ciclo economico. Per questo le realtà in trasformazione vedono come ostacoli alla competitività il contesto socio-ambientale e le carenze in infrastrutture e competenze piuttosto che oneri amministrativi, problemi finanziari e criticità nell’Economia, che sono infatti più frequentemente indicati dai Player in cui la Trasformazione Digitale è carente o assente.
Una seconda evidenza altrettanto importante è che, una volta in campo, le iniziative di Trasformazione Digitale diventano pervasive, incoraggiando trasversalmente nuovi progetti e traducendosi in nuovi percorsi di crescita, come emerge dall’analisi del portafoglio e delle strategie dei Player IT che presentano le migliori aspettative di crescita di fatturato. Quasi indifferenti alle alterne dinamiche economiche, questi Player sentono maggiormente la pressione competitiva e hanno una visione strategica sensibile alla necessità di trasformarsi e trasformare i Clienti verso il Digitale attraverso un’intensa attività di innovazione e riformulazione dell’offerta facendo leva sul Cloud e tutti gli altri Digital enablers. Perché per innescare il cambiamento occorrono condizioni favorevoli anche presso la domanda. Solo in questo modo, la Trasformazione Digitale “può partire dal basso” coinvolgendo Attori, Partner e Clienti. Non a caso, oltre alle iniziative di riorganizzazione per il Digitale di molte imprese IT e alle iniziative in ambito Industria 4.0, i Player IT in crescita percepiscono tra i maggiori fattori di competitività e sviluppo del settore IT l’accelerazione della digitalizzazione nella PA e nelle imprese e, tra i fattori di ritardo, la bassa propensione all’innovazione nell’Economia, le gare al ribasso e le dilazioni di pagamento più che l’instabilità economica.
Quali sono i principali trend tecnologici che stanno guidando ed influenzeranno le strategie e le performance delle aziende IT? Esistono delle traiettorie tecnologiche più ricorrenti tra i Player IT appartenenti alle varie fasce dimensionali e attive nei diversi comparti del settore IT?
La crescita delle aziende IT sarà guidata da un’ampia gamma di paradigmi digitali: il Cloud, l’Internet of Things, i Big Data e la Business Analytics, l’Industry 4.0, la Mobile App Economy e il Social. Il presidio dei vari trend varia al variare dei comparti di attività. In dettaglio:
- l’importanza del Cloud è trasversale ai vari comparti in esame;
- IoT e Big Data sono rilevanti soprattutto presso i Service Provider, per il supporto richiesto in questi ambiti dalle aziende utenti nelle attività sia di sviluppo che di implementazione e gestione delle piattaforme;
- Industry 4.0 impegna non solo i Fornitori di Servizi ma anche e soprattutto i Software Vendor, sempre più presenti con soluzioni verticali;
- le tematiche Mobile sono presidiate soprattutto dai Software Vendor;
- le piattaforme Social sono presidiate da Player di Servizio, per aspetti sia di sviluppo che di hosting.
In generale, l’incidenza di questi trend appare particolarmente elevata tra le aziende più grandi, che quindi presidiano un maggior numero di paradigmi tecnologici. Tra le piccole realtà si rileva una forte tendenza alla specializzazione in aree emergenti, come l’IoT, e di nicchia, come l’Industrial IoT, nonché in ambiti come il Social, che puntano prevalentemente al target Consumer. È il caso dell’Industrial IoT, della Stampa 3D, del Machine Learning e del Cognitive Computing, dell’Intelligenza Artificiale, che si collocano nel solco del modello Industry 4.0; del Mobile Payment che ricade nell’ambito della Mobility ed App Economy; della Cybersecurity, che rappresenta un tema trasversale a supporto di tutti i principali paradigmi. Blockchain e Cryptocurrencies rappresentano tematiche ancora di nicchia e quindi ancora poco indirizzate nel breve periodo.
Il Cloud ha un’importanza primaria nelle strategie tecnologiche delle aziende IT: qual è il suo ruolo nella trasformazione del settore IT?
Dall’analisi emergono due principali ambiti di utilizzo del Cloud:
- il primo fa riferimento all’avvio di iniziative Cloud di natura prevalentemente “adattiva” in relazione a portafogli di offerta già esistenti. Sono iniziative generalmente avviate dalle medio-grandi aziende IT, in risposta a pressioni di natura competitiva;
- il secondo ha una natura “nativa” e riguarda Fornitori Software che nascono con il Cloud e introducono veri e propri nuovi prodotti software nativamente in Cloud.
Il primo ambito è il più frequente perché in un contesto di ancora elevata incertezza regolamentare e finanziaria, gli innovatori su queste nuove piattaforme tendono più prudentemente ad adattare l’offerta esistente in fase iniziale per poi passare anche a soluzioni “native”. Anche se la presenza del Cloud nei portafogli di offerta comporta un approccio prevalentemente incrementale all’innovazione delle soluzioni, vanno evidenziate anche iniziative di evoluzione radicale in ambito servizi (consulenza e supporto ai piani di Cloud e Digital Transformation, nuove modalità di erogazione, Cloud-enabled Outsourcing), una maggiore apertura ai nuovi Operatori di Canale e un forte impegno nella R & S. Ad oggi, la maggioranza dei ricavi Cloud deriva da modelli di Private e Public Cloud. Minoritarie sono le componenti di Hybrid Cloud e Community Cloud. Sicurezza, protezione dei dati, SLA differenziati, disponibilità di pool di risorse, tool di monitoraggio e supporto consulenziale, sono presenti trasversalmente ai vari servizi Cloud.
Diversi sono i contesti in cui è già riscontrabile la trasformazione del settore IT resa possibile dal Cloud, a livello sia dei singoli Operatori che dell’intero comparto. I Fornitori con offerte Cloud mostrano dinamiche di crescita più sostenute e soprattutto prospettive di espansione, combinate ad una presenza territoriale mediamente più estesa. Inoltre, appaiono più attivi nell’avvio di iniziative di Trasformazione Digitale, hanno una maggiore percezione della propria forza competitiva, sono più impegnati nella revisione della propria rete distributiva.
La disintermediazione del Canale Distributivo portata dal Cloud nel settore IT ha penalizzato molti Rivenditori di componenti hardware e di software di sistema. Inoltre, la dilazione dei ricavi associata ai modelli “pay per use” ha danneggiato enormemente la stabilità finanziaria, già molto fragile, degli Operatori del Canale che hanno convertito l’offerta in ottica Cloud. Questo è un contesto destinato a perdurare almeno nel breve periodo, date le molte criticità ancora in gioco, tra cui spiccano le complicazioni burocratiche, una regolamentazione lenta e poco chiara nel recepire i cambiamenti ai requisiti contrattuali in ottica Cloud, problemi di sostenibilità, carenza di personale qualificato e – per alcune aree territoriali – di infrastrutture, ancora scarsa domanda per queste nuove tecnologie. Il superamento di queste criticità rafforzerebbe la sostenibilità dei modelli di business in ottica Cloud e l’allargamento dei portafogli di offerta.
Quanto è importante, a suo avviso, la definizione di una Politica Industriale volta a rafforzare e rendere più competitivo il settore IT? Quali dovrebbero essere i suoi punti di attenzione?
Anzitutto occorre chiarire che i risultati emersi dallo studio forniscono un quadro sicuramente più positivo per il settore IT rispetto ad altre industries: il settore IT in Italia ha infatti ampiamente dimostrato di crescere e innovare più di altri comparti. Tuttavia il quadro emerso non è privo di alcune incertezze di fondo. Pur dimostrandosi motore di crescita economica, il settore IT è ancora caratterizzato da troppe microimprese e troppo poche imprese medie, con una presenza eterogenea (forte specializzazione solo in tre regioni), una ridotta propensione alla Trasformazione Digitale (solo il 37% delle aziende IT l’ha intrapresa) e un ridotto impatto sulla Domanda (poche “circolarità virtuose”, poche competenze). Ne consegue che le potenzialità del settore IT sono solo parzialmente sfruttate e la sua crescita tende a polarizzarsi, aumentando le differenze regionali e rallentando le dinamiche di Trasformazione Digitale nell’intera Economia.
In quest’ottica i punti di attenzione per una Politica Industriale sarebbero auspicabili soprattutto con riguardo a quelle realtà che per i motivi ricordati non hanno ancora intrapreso un vero e proprio percorso di Trasformazione Digitale per sé stessi e la propria offerta. Le potenziali strategie di indirizzo già individuabili dagli spunti conoscitivi del Libro Bianco includono:
- Aumentare produttività del lavoro e produttività totale nel settore IT con incentivi tesi a promuovere la propensione ad adottare strategie innovative e di tipo espansivo e colmare la carenza di competenze tra le PMI;
- Ridurre l’eterogeneità di specializzazione settoriale e i disequilibri territoriali nel solco di quanto già si sta facendo attraverso il Piano Industria 4.0 e i diversi piani digitali, intensificando anche le collaborazioni tra Università, Ricerca e Industria;
- Accelerare la diffusione dei processi di Trasformazione Digitale nel settore IT favorendo condizioni di contesto manageriale e culturale più propensi al cambiamento in ottica digitale;
- Rafforzare le “circolarità” virtuose tra offerta IT qualificata e domanda crescente di tecnologie;
- Mitigare le criticità che ancora condizionano il portafoglio e la qualità dell’offerta di tecnologie e servizi Cloud sul mercato;
- Aumentare qualità e diffusione di competenze e cultura digitali per tutte le professioni, non solo quelle ICT.
Tali strategie di indirizzo e le corrispondenti linee di azione dovranno essere in grado di bilanciare in maniera ottimale l’attenzione sia verso l’attuazione di tutte le potenzialità di crescita del settore che verso i risvolti più critici della Trasformazione Digitale sull’Economia, come l’accelerazione dell’obsolescenza di alcune professioni o la disintermediazione di attività tradizionali.
Se volete approfondire, leggete tutti gli articoli dello Speciale “Aziende IT in Italia 2017”.
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