Cio e professionisti IT in Italia sanno che le trasformazioni digitali delle aziende richiedono un’organizzazione fluida, reattiva e capace di dotarsi rapidamente delle competenze necessarie ad implementare questi cambiamenti radicali.
E chiunque in questo settore abbia un ruolo gestionale avrà sicuramente notato quanto, oggi come non mai, sia difficile reperire risorse con le adeguate competenze nei tempi richiesti dal business.
In un contesto in cui vengono prodotte innovazioni tecnologiche alla velocità della luce per accelerare il business, non disporre delle competenze necessarie per sfruttarle significa mettere fortemente a rischio il proprio livello di competitività sul mercato.
Cerchiamo di analizzare più in dettaglio questo fenomeno per comprenderne le dinamiche.
Quali sono gli “hard skills” che contano?
Gli analisti del mercato del lavoro ci dicono che le discipline più critiche per l’abilitazione della Digital Transformation oggi sono le seguenti:
Big Data Analytics
Si dice che i dati siano il nuovo petrolio. Ma il petrolio va estratto, raffinato e distribuito. Per questo sempre di più le nostre aziende hanno necessità di organizzare e dare un significato alle grandi quantità di dati che producono.
Machine Learning
Tutti ne intuiscono il potenziale, pochi finora lo applicano estensivamente in contesti aziendali. Secondo un sondaggio di Tech Pro Research, solo il 28% delle aziende vantano qualche esperienza di AI o Machine Learning e più del 40% delle aziende sostiene che la propria organizzazione IT non sia in grado di implementare una soluzione di questo tipo.
Cloud & DevOps
Il Cloud computing offre un framework flessibile che abilita e supporta i rapidi cambiamenti di business. Pensare soluzioni ed applicazioni in cloud significa però avere gli strumenti ed il know how per abbracciare un paradigma completamente nuovo nel design delle applicazioni e della gestione della loro evoluzione.
Cybersecurity
Se vuoi fare Digital Transformation, la cybersecurity deve essere una priorità. Interconnettività, architetture Cloud, Industrial IoT portano grandi benefici competitivi, ma la loro introduzione porta una serie di rischi che bisogna essere in grado di mitigare e gestire adeguatamente.
La centralità dei soft skills
La quarta edizione (2018) dell’Osservatorio delle Competenze Digitali in Italia ha rilevato una forte correlazione tra competenze digitali e soft skills, nel senso che la domanda di professionalità “digital” è spesso accompagnata da una esplicita richiesta di un set di soft skill ad integrazione del profilo tecnico.
Pensiero Critico
E’ quella competenza che ti consente di riconoscere, scomporre e risolvere i problemi che ti si presentano sul percorso professionale, E’ capacità di analisi e di traduzione delle indicazioni in azioni. Qualcuno lo chiama ancora Problem Solving, con un termine un po’ demodé, ma che continua a rendere l’idea.
Comunicazione efficace in contesti complessi
I cambiamenti legati alla trasformazione digitale sono spesso dirompenti e trasversali all’intera organizzazione. Ottenere “buy-in” e sponsorship su iniziative di questo impatto è mandatorio ed il team di trasformazione deve essere in grado di comunicare impatti, intento e benefici della trasformazione in una maniera che il business possa comprendere e supportare. Tutto questo in un mondo che vede una moltitudine di strumenti e canali di comunicazione che è bene sapere utilizzare con efficacia.
Creatività
L’esplosione della complessità premia un approccio creativo nel quale si guardi ai problemi con angoli diversi rispetto allo standard. Le persone creative sono capaci di intuire, proporre ed implementare soluzioni non convenzionali. La creatività poi è spesso accompagnata dalla propensione al rischio, una caratteristica che sta alla base del processo di innovazione.
Collaborazione e Adattabilità
Lavorare oggi è soprattutto collaborare. Nessuno, a parte qualche rara eccezione, può più permettersi di lavorare a da solo.
Inoltre viviamo nell’incertezza. I progetti riservano imprevisti che richiedono prontezza di reazione ed adattabilità. Chi vuole realizzare una trasformazione digitale cambiando processi e organizzazione, necessità di team capaci essi stessi di cambiare facilmente ed adattarsi alle situazioni.
Produttività e Leadership
La velocità imposta dalla trasformazione richiede persone che siano in grado di completare i task velocemente, di stare focalizzati, di gestire bene il tempo e sentire i problemi aziendali come propri guidando ed influenzando i team di lavoro.
Il divario e come affrontarlo
Secondo la ricerca Recruiter Sentiment Italia 2019 di Linkedin i recruiter italiani affermano che le competenze che mancano maggiormente ai professionisti italiani sono le competenze in ambito tecnologico e di coding (36%), le capacità di problem solving (31%), la creatività (30%), l’abilità di gestire i tempi di lavoro in maniera corretta (28%), le competenze nell’ambito del web design (28%), la capacità di collaborazione (27%) e il senso di leadership (26%).
Ma come colmare il divario?
Nel breve periodo si deve eccellere nella competizione per attrarre le poche risorse disponibili. L’azienda deve rendersi appetibile quando va sul mercato. Programmi di leadership, contesti stimolanti e internazionalità, unite a livelli retributivi competitivi, rappresentano i maggiori fattori di successo.
Nel medio periodo la risposta è il “reskilling” interno. Non facile perché richiede tempo ed implica un grande effort nel formare e trasformare una forza lavoro spesso cristallizzata nelle proprie comfort zone tradizionali. D’altra parte il reskilling, se portato a termine con successo, genera competenze che non c’erano e lo fa direttamente all’interno dell’azienda evitando la ricerca esterna e la relativa competizione. Buona notizia, anche se a quel punto si pone il tema della retention di risorse che, con competenze fresche e contemporanee, acquistano molto più mercato.
Nel lungo periodo, le aziende più virtuose e lungimiranti, indirizzano il problema attraverso la creazione di una rete di partnership con il sistema scolastico ed accademico per costruire le nuove generazioni di professionisti.
Questo garantisce una “pipeline” di talenti a supporto del proprio business futuro. Rispetto al reskilling, la formazione viene delegata al partner e la gestione del cambiamento assume una dimensione molto più gestibile. Lo svantaggio è il fattore tempo, certamente un elemento non trascurabile in un contesto di velocità frenetica come quello della trasformazione digitale.
Conclusioni
Trasformarsi è ormai un imperativo per rimanere competitivi. La trasformazione digitale richiede un portafoglio di competenze tecniche, che vanno affiancate da soft skill sempre più determinanti per il successo delle iniziative di cambiamento.
Questo mix è particolarmente difficili da reperire. Il divario tra offerta e domanda è ampio, soprattutto in Italia.
In passato bastava rivolgersi semplicemente al mercato, oggi certe competenze vanno costruite e coltivate. Si tratta di una sfida difficile.
E chi vuole vincerla deve sapere comprendere il contesto e gli strumenti definendo una strategia che sappia armonizzare le iniziative più adatte nell’orizzonte temporale di riferimento. Uno skill, anche questo, emergente che deve caratterizzare i leader IT e i professionisti HR dell’era contemporanea.
A cura di Davide Marietta, Engineering IT Leader di Avio Aero
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