Eni sostiene una serie di iniziative volte a formare i manager del futuro che promuovano una cultura basata su integrazione e crescita sostenibile.
Si inserisce in questo contesto la nascita di Joule, una scuola di management rivolta a laureati, manager e giovani imprenditori che propone un percorso formativo per condividere gli obiettivi che Eni si pone verso una maggiore sostenibilità. Ovvero: il taglio delle emissioni per contenere l’aumento della temperatura terrestre, l’accesso all’energia, investimenti per lo sfruttamento di risorse energetiche per lo sviluppo locale dei Paesi, competenze e tecnologia, soluzioni che aiutino la transizione verso un modello energetico a basso impatto carbonico.
Joule è sostenuta in questo progetto dalla Scuola Mattei e dal suo Master Medea, corso post universitario che dal 1957 ha formato 3.000 studenti provenienti da 110 nazionalità, che contribuisce con i propri docenti affiancando la formazione interna di Eni e dei suoi partner esterni qualificati.
Il percorso di sviluppo è fondato su due elementi chiave: Human Knowledge Program, un laboratorio per promuovere una leadership globale inclusiva che metta al centro le persone e l’ambiente, e StartUp Initiative, un programma di accelerazione e consolidamento per startup, scale-up e PMI per contribuire al percorso di transizione energetica, con attenzione particolare rivolta all’Italia, come conferma la nomina di Riccardo Luna alla guida della divisione.
La Scuola entrerà nel pieno regime delle proprie attività in concomitanza con l’inizio dell’anno accademico 2020-2021.
Eni-Unido, sviluppo sostenibile dell’Africa
La seconda importante iniziativa nella strategia di Eni è l’accordo con l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (Unido) per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs) con una collaborazione tra pubblico e privato.
La collaborazione – sottoscritta dall’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, e dal direttore generale di Unido, LI Yong – punta a contribuire al conseguimento degli SDGs mediante una cooperazione focalizzata su aree di interesse comune, quali occupazione giovanile, catena di valore della filiera agroalimentare, energia rinnovabile ed efficienza energetica, in particolare in Africa.
La cooperazione dovrebbe anche produrre molte altre interazioni concrete di business, che porteranno ad un crescente numero di collaborazioni tra pubblico e privato per un’industrializzazione sostenibile dell’Africa.
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