Dal 6 aprile 2020 sarà Arvind Krishna il nuovo Ceo di Ibm, voluto dal consiglio di amministrazione, attualmente senior vice president cloud e cognitive software di Ibm, uno dei principali promotori dell’acquisizione di Red Hat dello scorso anno. E sulla scia della sua nomina, James Whitehurst, Ceo di Red Hat e senior vice president di Ibm, entrerà nel board di Ibm come Presidente.

Entrambe le cariche saranno lasciate libere dalla donna forte di Ibm, Virginia Rometty, nei panni di Ceo dal 2012 che rimarrà fino a fine anno come presidente esecutivo e che poi andrà in pensione (a 62 anni) dando il suo benestare: “Con Arvind e Jim, il consiglio ha eletto un comprovato team di leadership tecnica e competenza di business“.

Ginny Rometty, Ceo di Ibm fino al 6 aprile 2020

Si apre una nuova era non solo tecnologica (cloud e cognitive), ma di integrazione a livello commerciale, con spinta su soluzioni e servizi software per le aziende. “Arvind è il Ceo giusto per la prossima era di Ibm – dichiara Rometty -. È un brillante tecnologo che ha svolto un ruolo significativo nello sviluppo delle nostre tecnologie chiave, come intelligenza artificiale, cloud, informatica quantistica e blockchain. È anche un ottimo leader operativo, ha sviluppato il business del cloud e del software cognitivo, ha guidato la più grande acquisizione nella storia dell’azienda”.

Con una lunga esperienza nella gestione di attività commerciali in Ibm, Arvind ha realizzato progetti di trasformazione significativi, seguendo il riposizionamento di Ibm voluto da Rometty, che durante il suo mandato ha apportato modifiche audaci per riposizionare Ibm (ha reinventato e ottimizzato il 50% del portfolio), investito in segmenti di alto valore del mercato IT e su offerte integrate (cloud ibrido, sicurezza, dati, AI, informatica quantistica, blockchain), acquisito 65 aziende, gestito per 34 miliardi di dollari l’acquisizione di Red Hat lo scorso anno. Oggi il business del cloud ibrido per Ibm cuba 21 miliardi di dollari. Riconosciuta anche dal punto di vista umano, ha posto l’accento sulle questioni legate a etica e tecnologia, gestione dei dati, sicurezza, inclusione, formazione, sviluppo di nuovi talenti, reinvestendo parte del fatturato in attività a sostegno dell’istruzione in tutto il mondo.

Chi è Krishna

La definizione di Krishna da parte di Alex Gorsky, presidente del consiglio di amministrazione, è di un manager che pensa e agisce con un approccio che coniuga perfettamente capacità di business e leadership tecnologica, “che aiuteranno Ibm a crescere e ad accelerare i vantaggi di Red Hat, garantendo al contempo che Red Hat conservi la sua cultura unica e il suo impegno per l’innovazione open source”.

Arvind Krishna, Ceo di Ibm
Arvind Krishna, Ceo di Ibm dal prossimo 6 aprile 2020

Di fatto Krishna, 57 anni entrato in Ibm nel 1990, ha oggi responsabilità sul mondo Cloud, Security, Cognitive Applications e Research, ma porta nel bagaglio anche le sue competenze di quando era general manager di Ibm Systems and Technology Group. “Non vedo l’ora di lavorare insieme con i team di Ibm e Red Hat, in questo momento unico di rapidi cambiamenti nel settore IT. Abbiamo grandi opportunità per aiutare i clienti a trasformare il loro business e Jim sarà un grande partner in questo viaggio” continuando ad amalgamare le due culture. Stesso pensiero di Whitehurst (52 anni): “Credo che abbiamo l’opportunità di essere la società tecnologica del ventunesimo secolo. Dopo aver lavorato con entrambi i team negli ultimi mesi, oggi sono ancora più convinto di questa opportunità”.

Una compagine ridisegnata, comunicata in tempi inaspettati, a pochi giorni dall’ultima uscita pubblica di Rometty a Davos, dove aveva chiesto una nuova regolamentazione per l’AI.

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