Trasformare i numeri in conoscenza utilizzando le tecnologie di intelligenza artificiale per supportare le aziende nell’ottimizzazione dei processi.
The energy of data, è questo il modello che contraddistingue l’approccio di Energy Way, la ormai ex startup emiliana, fondata e guidata da Fabio Ferrari nel 2013, che punta oggi a fare un salto nel mondo del business evolvendo verso una realtà aziendale più strutturata.
David Bevilacqua, forza al team
L’incontro con il management presso la sede di Modena (un suggestivo ex monastero) è l’occasione per conoscere i piani di crescita di Energy Way. Strategie di espansione sia territoriali (prevista l’apertura di una nuova sede a Milano, insieme ad un’altra in Italia, oltre a quella di Haifa, in Israele), ma anche su nuovi progetti internazionali e nuove partnership, ma soprattutto sul rafforzamento del management con l’arrivo di una figura chiave, David Bevilacqua.
Da gennaio nel ruolo di direttore generale di Energy Way, il manager affianca in queste nuove sfide il team di 60 giovani, tra matematici, fisici e figure multidisciplinari al lavoro sui dati.
“Uscire dal ruolo di advisor ed entrare in modo operativo a far parte dell’azienda per far diventare Energy Way una delle più importati realtà al mondo, non solo per la matematica”, racconta così il compito che si appresta a svolgere David Bevilacqua, nel percorso che è frutto di una collaborazione nata in modo naturale. “Dopo 20 anni in Cisco e l’esperienza di creazione di Yoroi, ero stanco di un’interpretazione narrativa dell’AI che facevo fatica a comprendere – spiega –. Iniziando a conoscere i ragazzi di Modena e la loro interpretazione completamente innovativa del tema, ho visto una grande continuità con la mia storia professionale e deciso di aderire al board”.
Oggi si punta a passare da “sartoria” e “customizzazione” ad un processo di maggiore scalabilità attraverso lo sviluppo di nuove soluzioni e nuovi processi, così come a far crescere una nuova categoria manageriale: “Non possiamo pensare di applicare regole vecchie ad un ambito nuovo ancora da scoprire, e continueremo a formare data scientist con l’obiettivo di raddoppiare in due anni le risorse”.
Trasformazione di una startup
Mettere la persona in primo piano e vedere la tecnologia come uno strumento per un cammino verso la sostenibilità. E’ la visone del Ceo, Fabio Ferrari condivisa con il nuovo DG, per “costruire una delle più importanti realtà al mondo di matematica applicata, un posto dove le persone vogliono venire a lavorare e con spirito imprenditoriale. Il nostro compito è nterpretare il mondo nuovo per costruire modelli organizzativi e manageriali consoni, senza riprendere e riportare modelli superati”.
Il Ceo racconta il percorso di questi 6 anni di vita, dove l’azienda cresce attirando l’attenzione di figure di spicco nel panorama nazionale ed internazionale, nel mondo della filosofa, della scienza e dell’impresa (come Sabina Leonelli, Rita Cucchiara, Pier Luigi Celli, Francesco Caio); nel 2016 il premio startup per la sostenibilità che qualifica Energy Way come unica realtà italiana con tre membri del team nei ranking Forbes, dando visibilità e carica a proseguire nel percorso. Il contatto con Google nell’uso di algoritmi, che porta a programmi di formazione avanzata nella Silicon Valley. L’innovativa Academy lanciata lo scorso novembre 2019, che diventa partner della Stanford University e con la quale nascono progetti di education e formazione su progetti innovativi.
AI per l’efficenza dei processi
Energy Way ha due divisioni: energy e non energy, al lavoro su numerosi casi di applicazione. Grazie all’approccio data driven e all’uso di intelligenza artificiale, l’azienda supporta aziende di settori eterogenei a raggiungere nuovi livelli di efficienza e di sostenibilità, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.
“Proponiamo ai clienti la gestione intelligente dei loro asset esistenti, gestendo il dato spesso frammentato e distribuito, per portare alla luce anomalie dei consumi e creare piani di efficientamento pluriennale”, spiega Serena Franzini, partner & key account manager di Energy Way. Tra i settori seguiti: retail, utility e teleriscaldamento, industria manifatturiera, Gdo, banche e finanza, telco, automotive, mondo ospedaliero, società sportive.
Le attività prevedono controllori e manutenzione predittiva, computer vision per l’individuazione dei difetti, schedulatori avanzati per la programmazione delle attività industriali, algoritmi per la previsione della domanda e l’ottimizzazione di prezzo, robotic process automation delle procedure di back office.
“Per il settore utility, ad esempio, sviluppiamo progetti di ottimizzazione dei sistemi di teleriscaldamento dei termovalorizzatori con percentuali rilevanti di incremento del vapore prodotto, a parità di rifiuto bruciato, con il conseguente aumento del livello di sostenibilità degli impianti stessi”, spiega Andrea Ronchi, head of business development Energy Way. “Lavoriamo anche all’ottimizzazione del servizio di raccolta dei rifiuti urbani e progetti per la regolazione degli impianti di depurazione delle acque reflue urbane, che sfruttano logiche predittive di AI per ottimizzarne ed efficentare i processi. Un esempio, il depuratore di Gruppo Hera a Modena è stato ottimizzato del 16%; un’esperienza che ci fa affermare anche fuori dai confini sui desalinizzatori e per noi motivo di orgoglio”.
AI, filosofia ed educazione
“Educare a pensare” è il workshop nel corso del quale sperimentiamo la filosofia alla base di tutti i processi e impariamo a conoscere il metodo matematico innovativo e la sua applicazione concreta.
A raccontarlo è Pietro Monari, fisico, professore, responsabile progetti educativi Energy Way che mostra l’umanità dell’intelligenza artificiale. “Spesso si pensa che l’intelligenza artificiale sia qualcosa di autonomo, che ragiona ed evolve senza aiuti umani, ma oggi non è così”. E’ solo una questione di numeri.
Imparare a ragionare come un’intelligenza artificiale è infatti fondamentale per comprendere il processo di apprendimento su cui si fonda, poiché servirà a valutare se questo è avvenuto correttamente. “Se l’AI non funziona come atteso, è necessario capire quale degli ingredienti ha compromesso il risultato: se l’intelligenza artificiale non supera la verifica bisogna ricominciare da capo migliorando le informazioni iniziali su cui l’abbiamo fatta studiare”.
Si sottolinea in questo contesto la necessità di educare non solo gli studenti ma trasversalmente tutti per stimolare il pensiero critico. “Diciamo che le soft skill sono importanti (Energy Way stila a questo proprosito il “Il Manifesto della razionalità sensibile”), ma forse non ci crediamo davvero”, sottolinea Monari.
Per questo Energy Way, attraverso l’academy, si impegna a formare competenze vettoriali e settoriali per trovare la ricetta e formare menti brillanti per analizzare il dato. Un insieme di componenti di figure diverse (da sfatare che serva solo il data scientist): serve una composizione di tante expertise che devono dialogare, non solo informatiche.
Quelle ricercate sono competenze recenti e di nicchia non facili da trovare sul mercato se si considera che la massima esperienza si attesta sui 4 anni e 30 anni di età. Una grande sfida nel lavorare sui ragazzi e sul cliente.
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