“L’emergenza sanitaria sta costringendo una buona parte delle aziende a diventare “creative” per riuscire ad affrontare la crisi, anche senza poter offrire – in tutto o in parte – le precedenti esperienze “fisiche” ai clienti. Anche i Cio, che ora dispongono meno di liquidità immediata, dovrebbero preoccuparsi comunque di far diventare la propria azienda ancora più digitale, rispetto a quanto inizialmente previsto all’inizio del 2020, perché non sarà possibile tornare a sfruttare i processi obsoleti che ancora potevano funzionare prima della pandemia“, così introduce la fotografia del mercato IT di Gartner John-David Lovelock, distinguished research e VP dell’azienda, una fotografia a tinte forti.
Gartner prevede per il 2020 un calo del 7,3% della spesa IT rispetto al 2019 per un valore complessivo di 3,5mila miliardi di dollari, con un distinguo importante: mentre infatti l’economia globale sembra destinata ad una lenta e faticosa ripresa nel tempo, già nel 2021 la spesa IT potrà sperimentare invece un effetto “swoop” (non così in tutti i mercati, però), cioè una ripresa rapida e agevole, mentre già oggi i dati sembrano lievemente migliori rispetto alle previsioni di maggio.
Nel 2020 tutti i segmenti chiave registrano un calo importante e a doppia cifra salvo due comparti: quello dei servizi (comunicazione -3,3% e servizi IT -6,8%) e il mercato del software aziendale.
Non a caso le contrazioni di mercato meno marcate fanno riferimento proprio agli ambiti IT che il periodo di lockdown ha chiamato in causa per assicurare la business continuity. Ma mentre il lavoro da casa ha generato un picco temporaneo nell’acquisto dei dispositivi proprio a supporto dello smart working, la spesa in questo caso subirà comunque una contrazione prevista intorno al 16%, la più marcata, mentre l’impulso alla ripresa sarà comunque basso anche per l’anno prossimo, tanto che per il 2021 è previsto per il mercato PC un esiguo +2,4%.
Lo spaccato in dettaglio di questo segmento (include desktop, notebook, ultramobile premium, ma sono esclusi i chromebook e i tablet), pur con le dovute cautele (si tratta di preliminari di stima) registra per il secondo trimestre del 2020 una crescita delle consegne del 2,8%, rispetto allo stesso trimestre del 2019, dopo il significativo calo del primo trimestre 2020, per le difficoltà registrate sulle supply chain.
I vendor sono riusciti a rimettere in moto il canale, ma Gartner mette in guardia: “Si tratta di un recupero solo sul breve periodo – spiega Mikako Kitagawa, research director di Gartner – legato proprio alla capacità di restocking per soddisfare una domanda precedente”. Così se durante il periodo di lockdown – sostenuto da remote working, didattica a distanza e intrattenimento domestico – “il mercato pc ha vissuto un momento favorevole, non si prevede che questo durerà, perché alimentato da bisogni contingenti, non strutturali”.
In ogni caso Acer, Asus e HP sono i vendor che fanno registrare la più alta percentuale di crescita rispetto al 2019. HP (+17,1%) è riuscita quasi a raggiungere lo stesso numero di device consegnati da Lenovo (+4,2%), per un market share del 24,9% rispetto al 25% del vendor cinese, a spartirsi – in due – metà del mercato. Mentre è interessante leggere come assieme, Dell, Apple, Acer e Asus pesino per il 35%, con Dell che detiene il 16,4% di market share, ma è anche l’unico dei top vendor che non è riuscito a crescere nel trimestre (-0,3%). Devono essere tenute in considerazione, per quanto riguarda i due vendor più importanti, le difficoltà nella gestione delle problematiche, vissute con tempistiche differenti, anche in relazione alla posizione geografica.
Per quanto riguarda nello specifico il mercato PC europeo, Gartner fotografa una crescita complessiva del 20% nel secondo trimestre, la più significativa negli ultimi 10 anni. In Europa smart working e didattica a distanza hanno infatti trovato impreparate le persone e le aziende e questo ha contribuito al boom della domanda anche da parte degli utenti finali, che da aprile hanno effettivamente potuto trovare nuovamente il canale rifornito.
Gli analisti, tornando all’analisi dell’evoluzione del mercato per la spesa IT, leggono una risposta alla pandemia in tre fasi e per Fase 2, la ripresa e la ripartenza, sollecitano il “reset” delle strategie precedenti a favore di un approccio improntato sulla resilienza.
Dopo Fase 1 (la reazione all’imprevisto), entrare nella seconda fase costringe i Cio a toccare con mano le ristrettezze e a fare i conti con una minore disponibilità di denaro, per questo, per ridurre i costi iniziali, dovranno fare affidamentosu servizi e software in cloud che nella fase di lockdown hanno dimostrato di mantenere le promesse.
Gartner prevede crescere quindi il mercato IaaS del 13,4% già nel 2020, per una spesa che vale 50 miliardi di dollari, e del 27,6% nel 2021, mentre gli strumenti per la collaboration continueranno ad alimentare la spesa con un incremento del 46,7% nel 2020. Dietro al recupero della spesa IT tra la fine del 2020 ed il 2021, Gartner intravvede tuttavia anche la possibilità di una ripresa turbolenta e per nulla omogenea in alcuni Paesi e settori di mercato, molte le incertezze anche per l’Italia.
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