Partire dall’analisi dei big data per affiancare le imprese nella creazione di valore attraverso la tecnologia, mettendo a fattor comune competenze e un approccio agile. È questo il business model che si riflette anche nel nome adottato, di Agile Lab, giovane azienda italiana in questo mercato. Ce ne parla Alberto Firpo, ceo di Agile Lab e co-founder – insieme a Paolo Platter in veste di Cto della società.
Agile Lab – esordisce Firpo – nasce nel 2014 con l’obiettivo di concentrarsi sul mondo dei big data in real time e sui servizi innovativi che fanno leva sul machine learning e sull’intelligenza artificiale, con una specializzazione nell’ambito delle piattaforme dati ad alta complessità di livello enterprise. “Ci siamo voluti concentrare fin da subito su questo mercato specifico – spiega -, ovvero su clienti di prima fascia che necessitano di supporto e competenze in quest’area verticale, che si interseca soprattutto con il mondo della data engineering e si confronta con una complessità da gestire, in ambiti produttivi in cui è richiesta continuità di servizio in modo efficiente, sfruttando piattaforme dati distribuite per prendere decisioni in modo automatico e in tempo reale e poter colmare quel gap tra processi di dati legacy e bisogni di time-to-market per creare valore”.
“Con Agile Lab siamo partiti tra i primi in questo ambito quando il mercato non era ancora molto esplorato, cavalcando l’onda crescente del momento, per colmare quel gap importante presente non solo in Italia e facendo leva su uno “zoccolo di competenze molto ben identificate” che ci consente di lavorare con aziende di grandi dimensioni con un approccio flessibile.
In pratica – prosegue il manager-, siamo andati incontro alla necessità delle aziende di fare open innovation ponendoci come interlocutori con un approccio al lavoro e alla progettualità agile da tutti i punti di vista. Una strategia che ci ha consentito di interloquire con questa fascia di imprese alto-spendenti del mondo Ict nonostante la dimensione ridotta della nostra realtà al cospetto di molti altri competitor”.
Un modello di go to market che favorisce il business dell’azienda, in crescita: l’esercizio fiscale 2020 di Agile Lab chiuderà a circa 5,6 milioni di euro con un buon livello di redditività, sopra il 20%, e zero debiti. Anche il team si amplia nel tempo e conta oggi circa 60 dipendenti distribuiti nelle sedi di Torino, Milano, Treviso, Bologna, Catania e Bari.
Le attività della società si sono intensificate in epoca Covid-19: “una fase in cui la decentralizzazione dei processi ha inserito un elemento di democratizzazione nel mercato, facilitando l’accesso a clienti importanti anche a livello europeo”, sottolinea Firpo. Da pochi mesi l’azienda sta infatti progettando un piano di internazionalizzazione più strutturato che prevede un maggiore sviluppo a livello europeo e che richiederà investimenti nei prossimi tre anni per andare ad espandersi ulteriormente, “nella consueta modalità”, anche fuori dalla country italiana.
La piattaforma Wasp abilita i processi
Agile Lab collabora a progetti rivolti in particolare ai settori bancario, assicurativo, manifatturiero e delle utility. “Si tratta di interlocutori complessi ma che offrono grandi opportunità rispetto ad ambiti più ristretti”, dichiara Firpo, portando due esempi concreti che mostrano come la capacità di gestire ingenti quantità di dati possa risolvere le complessità tipiche di casi d’uso mission critical garantendo maggiore accuratezza in fase di erogazione del servizio e consumi di risorse ridotto. Alla base e a sostegno della realizzazione di tali progetti, Agile Lab fornisce la propria piattaforma Wasp – Wide analytics streaming platform – un asset basato su tecnologia open source e utilizzabile in modalità as-a-service.
Nell’ambito delle metodologie sulle quali Agile Lab fa leva in questo contesto, il data mesh rappresenta “uno dei nuovi paradigmi tecnologici, che registra una rapida crescita nel 2020 e intercetta perfettamente il target dell’azienda – spiega Firpo -, consentendo di lavorare in modo più veloce, scalando anche a livello worldwide”; un’architettura distribuita e decentralizzata progettata per aiutare ad abilitare l’agilità e la scalabilità aziendale, ridurre il time-to-market, diminuire i costi di manutenzione, consentire un’allocazione dei costi interni equa e trasparente.
I casi d’uso di Intesa e Vodafone
Tornando ai casi d’uso, il primo descritto da Firpo è quello di Intesa Sanpaolo Smart Care, un progetto con cui l’istituto bancario realizza l’obiettivo di velocizzare i processi e di fornire alla clientela servizi più efficaci, non solo di origine assicurativa o bancaria. Nello specifico, il gruppo è riuscito a garantire agli utenti una migliore fruizione dei servizi dedicati al mondo della mobilità, della salute e della casa. “Sul fronte della mobilità – spiega il Ceo -, grazie alla telematica e alle auto connesse, analizzando i dati raccolti dalle blackbox posizionate on board alle auto si sono implementati dei modelli di pricing più innovativi e ottimizzato la filiera assicurativa, sulla base di polizze pay per use o definite su modelli più elaborati alla cui base si utilizzano degli algoritmi intelligenti che analizzano le abitudini e i comportamenti personali del cliente automobilistico per creare servizi più efficienti per la gestione dei sinistri, le situazioni di emergenza o di assistenza”. Sul fronte della salute, un’iniziativa – sottoscritta ad oggi da 750.000 clienti – permette, anche ai non correntisti della banca, di prenotare via app, web e telefono prestazioni mediche in un grande network di sanità privata, usufruendo di sconti elevati. Dedicato al mondo della casa, anche lo studio di soluzioni legate alla sfera della sicurezza, domotica ed efficienza energetica.
La seconda case portata da Firpo è quella di Vodafone Automotive, società del Gruppo Vodafone operante nel segmento dei servizi legati al mondo della mobilità, che aveva la necessità di una piattaforma versatile multi tenant che potesse ottimizzare i costi e gestire molti clienti con caratteristiche diverse sulla stessa piattaforma in real time per migliorare il servizio clienti. In particolare, Vodafone Automotive ha avviato un processo di evoluzione dei propri sistemi di acquisizione e processamento dei dati di telemetria generati dai device installati sui veicoli per poterli raccogliere, gestire e analizzare in tempo reale in modo da soddisfare le richieste del mercato assicurativo nell’ambito connected cars. “Come Agile Lab non forniamo noi l’erogazione del sistema ma abbiamo progettato e ingegnerizzato la nuova piattaforma di real-time streaming di Vodafone Automotive, un framework per sviluppare nuove capability richieste del mercato assicurativo, per studiare il comportamento di guida e restituire informazioni in tempo reale applicabili a diversi ambiti, come quello dei car maker, quello assicurativo o dei veicoli IoT per le smart city“, conclude Firpo.
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