Informazioni frammentate, sistemi che non sono in grado di dialogare tra loro, l’adozione a macchia di leopardo di nuove soluzioni e l’evoluzione disomogenea dei processi, sono tra le criticità più importanti e veri elementi di debolezza dell’attuale sistema sanitario che comunque, in un contesto come quello pandemico senza dubbio ha subito una positiva accelerazione.
Ora Pnrr e gare strategiche in corso stanno inoltre ridefinendo i perimetri e le regole del gioco, ma serve anche correre tutti nella medesima direzione per approdare ad un ideale “ecosistema sanitario“, ripensare le infrastrutture con un obiettivo di integrazione e centralizzazione per quanto riguarda la raccolta dei dati necessario quando, come in questo caso, ci si muove nell’ampio contesto del lifescience. Ne parliamo con Cesare Guidorzi, country manager InterSystems Italia, nell’ambito dell’iniziativa Sanità Digitale – Report Italia, nata dal desiderio di alcuni operatori e stakeholder del sistema sanitario (tra cui NetConsulting cube) di comprendere le caratteristiche del mercato, i trend e le dinamiche che si delineano nei progetti IT.
Il Report Italia – Sanità Digitale delinea una situazione relativa al settore magmatica e in evoluzione, caratterizzata però ancora da luci e ombre. Secondo il vostro punto di vista quali sono le leve su cui occorre operare per fare un vero salto nella digital transformation della sanità e quale ruolo vi sentite di giocare in questo contesto?
La consapevolezza dell’importanza dei dati in sanità è finalmente matura. Il concetto di sanità data-driven, una volta espresso solo negli ambienti tecnologici, è diventato oggi obiettivo prioritario per il Servizio Sanitario Nazionale. Il Governo ha infatti inserito tra i pilastri della trasformazione digitale anche il Fascicolo Sanitario Elettronico e “le piattaforme dati della sanità”.
La difficoltà del sistema di fronte all’emergenza da Covid-19 ha reso evidente in Italia la sfida ormai cruciale di ricomporre la frammentazione delle informazioni disperse nell’ecosistema degli operatori del settore, e superare la dimensione del “documento”, per arrivare al dato di informazione atomico. Ma l’altro aspetto fondamentale è assicurarsi che i dati vengano davvero raccolti correttamente alla fonte. Infatti, a livello della cosiddetta “cartella clinica elettronica” sussistono ancora alcuni problemi quali: una adozione a macchia di leopardo, un utilizzo disomogeneo anche all’interno delle stesse strutture, architetture applicative a patchwork con applicazioni che producono dati fuori standard, con terminologie e semantiche diverse da applicazione ad applicazione, etc. Per fare un vero salto nella digital transformation è necessario quindi agire sui processi. E per abilitare processi che travalichino il singolo attore è necessario introdurre logiche di trasformazione digitale dei dati in formati condivisi e quindi interoperabili.
Abbiamo quindi l’opportunità di ripensare le infrastrutture dell’intero ecosistema salute in ottica di integrazione e centralizzazione della raccolta dei dati: processi e tecnologie che permettano di seguire il paziente in modo fluido, continuativo e in tempo reale, sia all’interno di una struttura sanitaria, ad esempio un ospedale, che su tutto il territorio che il sistema stesso copre.
Dobbiamo puntare ad un ecosistema sanitario capace di raccogliere, organizzare, aggregare i dati rendendoli disponibili e consultabili tramite unica interfaccia semplice di facile comprensione, a disposizione dei professionisti e del cittadino.
Il nostro approccio in InterSystems è sistemico, mediante soluzioni che abbracciano l’intera catena del valore del sistema sanitario. Partendo dal dato clinico e unificando i processi di cura trasversalmente ai setting assistenziali, riusciamo ad indirizzare i principi del Value Based Healthcare, consentendo la focalizzazione su esiti ed efficienza delle cure.
Le tecnologie che mettiamo a disposizione possono aiutare a rendere i dati “liquidi” e si pongono come “facilitatore” nel fruire di informazioni indispensabili per mettere in campo iniziative che puntino davvero all’innovazione del sistema.
I nostri software sanitari, inoltre, incorporano le migliori pratiche internazionali grazie ad un circuito virtuoso fra i nostri clienti in tutto il mondo ed una strategia di prodotto unico, portato con le medesime capacità funzionali in tutti i paesi in cui siamo presenti. Inoltre, abbiamo stabilito partnership con i migliori system integrator italiani e società di consulenza, grazie alle quali, insieme alle nostre soluzioni, riusciamo ad accompagnare i clienti nel loro percorso di digital transformation.
Il Pnrr destinerà fondi consistenti al mercato complessivo dell’Ict e dei dispositivi medicali della sanità. Quali i vostri commenti e come affiancherete i vostri clienti nell’utilizzare al meglio i fondi che dovessero arrivare, con quale visione?
Stiamo sicuramente andando nella direzione giusta anche se ad oggi le azioni formulate nel Pnrr appaiono ancora piuttosto vaghe. Ad esempio, parlare di telemedicina in generale può prestarsi a diverse interpretazioni e tendenzialmente spingere più investimenti in avveniristiche tecnologie di comunicazione e monitoraggio a distanza piuttosto che nell’implementazione di processi di continuità delle cure indipendenti da dove si trova il paziente fisicamente, che è a mio avviso il vero obiettivo.
Ad ogni modo è chiaro che i dati saranno un elemento fondamentale nel processo di attuazione del Pnrr e, in particolare, sarà cruciale disporne in forma granulare, affinché sia possibile un migliore monitoraggio dei progetti intrapresi. In ambito sanitario, ad esempio, gli interventi di digitalizzazione del sistema indicati nel Pnrr dovranno essere concreti, oltre che effettivamente valutabili dal punto di vista del miglioramento nella gestione dei pazienti.
La nostra visione parte proprio dalla gestione integrata del dato clinico. Infatti, InterSystems nasce da una collaborazione con il Massachusetts General Hospital e si è occupata da subito di soluzioni e tecnologie per una gestione innovativa dei dati e per lo sviluppo di applicazioni in ambito sanitario.
A titolo di esempio, due sono le aree più innovative dove possiamo portare soluzioni all’avanguardia e un contributo di esperienza progettuale ai nostri clienti: il Fascicolo Sanitario Elettronico e l’uso secondario dei dati.
Grazie alle nostre soluzioni, possediamo una particolare esperienza verso l’evoluzione del Fascicolo Sanitario Elettronico di cui abbiamo potuto seguire i progetti in regioni come la Lombardia e il Veneto. Siamo, infatti, convinti che sia indispensabile andare oltre il concetto di Fascicolo come raccolta di documenti per arrivare ad un repository clinico più ricco e completo che arrivi al dato di informazione atomico.
Il Fascicolo Sanitario è una tecnologia importante a livello concettuale ma ancora imperfetta. Ci sono purtroppo ancora livelli di adozione a macchia di leopardo tra le diverse regioni, ma anche carenze di interoperabilità a livello nazionale.
Per indirizzare questi problemi è possibile utilizzare piattaforme di Healthcare Information Exchange, ovvero strati tecnologici che rendono i dati clinici del paziente completamente interoperabili tra le diverse cartelle elettroniche. L’evoluzione deve necessariamente passare da soluzioni atte a gestire solo la componente documentale insieme con data platform capaci di gestire anche il dato strutturato in modo da poter costruire i Clinical Data Repository per finalità cliniche e data lake per finalità di ricerca. Queste soluzioni sono ideali per la gestione di grandi archivi di dati eterogenei, quelli che comunemente chiamiamo Big Data, e per favorire l’integrazione di informazioni differenti che altrimenti resterebbero confinate su una molteplicità di repository specializzati e silos applicativi.
I vantaggi sarebbero diversi, a partire dall’apertura verso applicazioni di intelligenza artificiale e machine learning che, grazie ad algoritmi capaci di auto apprendimento, possono fornire strumenti di supporto clinico decisionale, agevolando il personale medico nel prendere decisioni informate e tempestive sui piani di cura e protocolli personalizzati.
L’altro ambito su cui possiamo portare un importante contributo è l’uso secondario dei dati che comporta la collaborazione sia con le strutture sanitarie che con le aziende Pharma per lo svolgimento di attività di ricerca e clinical trial, superando la difficoltà di processi ancora troppo spesso manuali.
In particolare, ci riferiamo all’area dei Real World Data: con le nostre soluzioni di cartella clinica elettronica e interoperabilità dei dati raccogliamo numerosissime informazioni sui percorsi diagnostico-terapeutici del paziente e relativi esiti nel mondo reale. Questi dati, se adeguatamente anonimizzati, possono essere usati assieme alle aziende del comparto lifescience per migliorare questi stessi percorsi di cura e focalizzare sempre di più il settore sanitario sulla salute del paziente.
Dal vostro punto di vista, quali ambiti della sanità, e del lifescience in generale, risulteranno trainanti nella digital transformation nei prossimi anni e quali le strategie e i modelli di offerta che proporrete a sostegno?
A seconda del contesto organizzativo sono principalmente tre le soluzioni per una corretta e completa raccolta e gestione del dato clinico che proponiamo alle strutture sanitarie italiane: una piattaforma dati, un sistema informativo sanitario/ospedaliero e una suite di moduli integrati per la sanità elettronica.
La piattaforma dati del futuro deve combinare tutte le componenti necessarie per gestire e valorizzare i dati sanitari quali: capacità di operare in logica multi-modello, elevatissime performance, strumenti per lo sviluppo applicativo, capacità evolute di interoperabilità insieme a funzionalità di analisi dei dati e apertura a soluzioni di intelligenza artificiale e machine learning. Solo in questo modo sarà possibile creare rapidamente le applicazioni innovative per la sanità di cui il mercato ha bisogno e, soprattutto, essere pronti a rispondere alle future situazioni di emergenza.
Un Sistema Informativo Sanitario/Ospedaliero evoluto deve avere la capacità di gestire i percorsi integrati del paziente trasversalmente ai setting assistenziali (emergenze/urgenze, ricoveri, ambulatori, telemedicina), attraverso le diverse unità di cura e in grado di supportare qualunque struttura organizzativa (per dipartimenti, intensità di cura, etc.). Al cuore del sistema si troverà la cartella clinica elettronica del paziente, con capacità supporto decisionale e analisi in tempo reale, affinché medici e amministratori siano in grado di prendere decisioni pienamente informate sulla base di dati completi ed aggiornati. Inoltre, è opportuno che il sistema sia interamente certificato come software dispositivo medicale.
Infine, in contesti di attori distribuiti come sul territorio, occorrono soluzioni in grado di connettere tra loro pazienti e operatori sanitari, integrando in una vista unica tutte le informazioni cliniche. Queste soluzioni superano le funzionalità del classico fascicolo sanitario elettronico, poiché si pongono l’obiettivo di arrivare ad un coordinamento a livello regionale e nazionale delle cure al paziente.
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