Con l’acronimo BIM – Building Information Modeling – si indica un processo che consente di modellare in digitale tutte le caratteristiche fisiche e funzionali di un’opera, permettendo di governarne le fasi del ciclo di vita, dalla sua progettazione alla gestione e organizzazione delle attività manutentive, fino alla demolizione e dismissione. Questo metodo, che fa leva sull’utilizzo di software e piattaforme specifiche, consente l’ottimizzazione della pianificazione, della realizzazione e della gestione di costruzioni e sistemi infrastrutturali di ogni tipo. Garantisce inoltre il controllo e la gestione delle informazioni nel tempo, con l’obiettivo di garantire la massima efficienza nella realizzazione e nel monitoraggio delle reti infrastrutturali.

Le utility italiane, come e più di altre imprese, sanno di dover puntare sulla trasformazione digitale per cavalcare quella del business e affrontare con successo la transizione energetica. E le tecnologie disponibili oggi hanno già raggiunto un livello di maturità adeguato, per aiutarle a gestire in digitale tutte le caratteristiche fisiche e funzionali delle Opere: dalla progettazione al bando di gara, fino al monitoraggio e alla manutenzione durante tutto il ciclo di vita dei singoli manufatti.

Questo è un approccio di lungo periodo, oggi più che mai urgente e necessario. Soprattutto è coerente con la necessità di trasformazione del sistema elettrico nazionale, spinta dal Next Generation EU, dal Green Deal europeo e dal PNRR, che guardano alla transizione energetica come ad uno dei pilastri portanti dello sviluppo sostenibile. Non solo, la modellazione informativa dei dati tramite BIM si rivela essere una metodologia portante, per lo smart building e la transizione energetica come per lo sviluppo di progetti di smart city. Per questo merita un approfondimento.

Con il BIM è possibile generare un modello informativo dinamico, interdisciplinare e condiviso. Di fatto un gemello digitale del progetto, con tutte le informazioni per quanto riguarda geometrie, materiali, struttura, caratteristiche termiche e prestazioni energetiche, impianti, costi, sicurezza, manutenzione, ecc..

In questo modo, i diversi soggetti impegnati alla realizzazione, ognuno secondo il proprio ambito di azione ed intervento, possono interagire sulla base di un modello unico condiviso, a partire dalla digitalizzazione di tutti i dati e documenti. E’ così anche possibile ogni tipo di analisi fino ai minimi dettagli, prima ancora della realizzazione fisica dell’infrastruttura. Ne risultano una serie di efficienze che non si esauriscono con la realizzazione dell’opera, ma proseguono per tutta la “vita” dell’opera stessa. E ne conseguono non pochi vantaggi.

Per esempio, proprio per quanto riguarda il tema della sostenibilità, il BIM consente al team di progetto di accedere più facilmente all’analisi basata su modelli che, diversamente, risulterebbe piuttosto ingombrante, e talvolta persino impossibile da eseguire. Sarà così possibile progettare, costruire, mettere in opera e gestire l’ambiente costruito minimizzando l’impatto ambientale. E si potranno ottenere miglioramenti in termini di efficienza energetica e uso efficace dei materiali.

Già nelle fasi iniziali del ciclo di vita del progetto, i team potranno prendere decisioni basate sull’analisi. La condivisione di dati e informazioni, in un ambiente incentrato sui modelli, consentirà di ricercare soluzioni progettuali sostenibili. Per esempio, permetterà di accedere rapidamente a metriche quali l’energia incorporata, le stime iniziali dei costi e altri parametri quantificabili.

Metodologia e approccio BIM 

Dal punto di vista tecnologico, un modello BIM è di fatto un repository digitale centralizzato di informazioni, relative ad aspetti fisici e funzionali di un progetto in continua evoluzione lungo suo ciclo di vita, che possono essere utilizzate sia direttamente che in modo derivato. La rappresentazione 3D costituisce l’estrapolazione visiva più comune di queste informazioni, ma dall’estrazione dei dati dal repository è possibile ottenere anche tante diverse altre forme “espresse” del progetto stesso. Per questo le modalità di raccolta, memorizzazione, modifica, gestione, estrapolazione e utilizzo di queste informazioni sono importanti ai fini del successo del processo BIM ed ogni progetto può essere considerato come una grande raccolta di oggetti interconnessi (muri, porte, travi, tubazioni, pompe, etc.). In sintesi, il metodo BIM può essere considerato una raccolta di oggetti “smart” in un database “‘intelligente”.

I vantaggi

I vantaggi dell’approccio BIM sono decisamente estesi: il modello sarà in grado di fornire capacità analitiche per ottimizzare funzioni a livello di progetto e di organizzazione come la gestione del rischio, la gestione degli approvvigionamenti e l’asset management. Potrà favorire la riduzione degli sprechi e l’ottimizzazione nell’uso delle risorse per ambienti più verdi e sostenibili, può aumentare l’efficienza operativa dell’ambiente costruito, integrando e automatizzando i processi di facility management, e consentire ai gruppi di progettazione una migliore collaborazione funzionale al raggiungimento di una maggiore sostenibilità, con impatti anche sulla redditività (per esempio grazie alla standardizzazione di processi e sistemi) e sulle nuove opportunità di business.
Il BIM si qualifica inoltre come elemento facilitatore per consentire al settore dell’ambiente costruito di fare ulteriormente leva su tecnologie abilitanti come il cloud computing, i big data e così via.

Digital enabler e BIM, correlazione vantaggiosa

Sono decisamente stretti, infatti, i legami di BIM con i più conosciuti digital enabler, in primis cloud, IoT e big data. Per esempio, il cloud computing può migliorare per molti aspetti le modalità di applicazione e uso del BIM. Quando il BIM è applicato su una piattaforma cloud, efficienta ulteriormente il processo collaborativo che sfrutta le funzionalità Web del BIM e la gestione documentale di tipo tradizionale, al fine di ottimizzare il coordinamento. Il collegamento tra BIM e Internet of Things poi è più che naturale e quasi ovvio.

BIM infatti riguarda la gestione e l’organizzazione delle informazioni, mentre la tecnologia IoT serve a inviare e ricevere dati. L’utilizzo di dispositivi IoT a servizio di un processo BIM ne amplifica l’efficienza e gli utilizzi possono essere svariati, dalla manutenzione predittiva, al risparmio energetico, alla gestione della sicurezza, all’efficientamento della logistica di cantiere ed altri ancora. L’ampia disponibilità di informazioni digitali, generata dai processi BIM, attraverso gli analytics, sulla base dei big data potrà essere sfruttata per migliorare la progettazione, la costruzione, la conduzione e la manutenzione dell’ambiente costruito, senza contare che una piattaforma BIM può essere collegata a una grande quantità di dati, anche da fonti esterne, migliorando il potere decisionale degli attori che compongono il team.

Il valore dei dati

Proprio sulla base di quest’ultimo elemento, considerata la disponibilità di dati amministrativi, tecnici, di progettazione, etc., sarà fondamentale anche il ricorso a piattaforme di BIM management, utili per la raccolta e l’analisi dei dati e la pianificazione ed organizzazione delle attività.

Di fatto, con tutti i team operativi all’interno di un ambiente di lavoro “virtuale” – sulla base di una piattaforma digitale in cui tutte le informazioni dell’opera vengono condivise, aggiornate, verificate e validate – scalabilità e flessibilità di accesso e gestione saranno fondamentali anche per cogliere le opportunità offerte da un modello digitale effettivamente allineato con la realtà fisica. Per esempio, si pensi ai vantaggi collegati alla possibilità di rilevare la realtà esistente ed immaginare nuovi progetti per migliorarla, integrando il nuovo immaginato nello stato “as built”. Ed al conseguente bisogno di ricorrere a tecnologie in grado di fornire in maniera economica e con precisione il contesto digitale corrispondente a quello esistente nel mondo reale, per scopi di progettazione, simulazione e manutenzione, utilizzando fotografie e nuvole di punti per procedere a creare modelli 3D georeferenziati ad alta fedeltà (Scan to BIM). 

Proprio per questo, BIM si rivelerà anche strumento prezioso come strumento di valutazione, in ogni passaggio della “vita” della risorsa oggetto di studio. Tutte le informazioni disponibili – ma anche lo studio dell’evoluzione dei dati “catturati” dal sistema – consentiranno di integrare le procedure di valutazione già nell’iter progettuale con vantaggi notevoli tra cui un controllo più rapido e puntuale degli aspetti sia prestazionali che economici delle opere realizzate fin dalle fasi iniziali.

Sarà sempre fondamentale la condivisione dei dati tra gli stakeholders coinvolti nella progettazione, proprio per semplificare a tutti la valutazione di un progetto ma anche la puntualità nel lavoro, affinché ogni elemento sia correlato da informazioni sia quantitative che qualitative, in grado di consentirne l’integrazione nel BIM. L’analisi dei dati potrà avvenire poi in modo diretto e indiretto.

Nel primo caso i dati possono essere elaborati direttamente dal software con cui si realizza il progetto (per esempio per quanto riguarda la verifica delle interferenze – come accade tra elementi strutturali e impiantistici – o la generazione di computi metrici). Nel secondo caso si provvederà invece all’esportazione dei dati al fine di utilizzare le informazioni per condurre specifiche analisi o indagini non supportate dal software in uso.

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