L’esperienza collettiva degli ultimi due anni ha cambiato radicalmente il modo in cui le persone definiscono il ruolo del lavoro nelle proprie vite. Un fenomeno destinato a durare nel tempo, che rimodella priorità, identità e visione del mondo, tracciando una linea netta tra ciò che è prioritario, come la salute, la famiglia, il tempo, gli obiettivi personali, e ciò che non lo è. L’equazione tra quello che le persone vogliono dal lavoro e quello che sono disposte a dare in cambio è cioè cambiata, e man mano che più individui sperimentano i vantaggi del lavoro ibrido e flessibile, più pesantemente questo fattore entra nell’equazione, soprattutto tra le nuove generazioni.
Ecco perché, nelle agende dei dirigenti, e non solo di quelli chi agiscono in ambito HR, cresce l’attenzione verso due trend convergenti, “The Hybrid Work Paradox” e “The Great Reshuffle”, ovvero il “paradosso ibrido” e “il grande rimescolamento”. Una fase di passaggio delicato e importante, in cui serve trovare un equilibrio per garantire l’efficienza dei processi, ripensare i modelli lavorativi, consolidare l’engagement dei dipendenti e dei collaboratori e aumentare l’attrattività dell’azienda verso i nuovi talenti.
Microsoft, il lavoro interconnesso
Il Work Trend Index 2022 di Microsoft dà indicazioni concrete per affrontare questa fase di transizione con una nuova mentalità. Lo studio è condotto su 31.000 persone in 31 paesi e include uno spaccato italiano, insieme a un’analisi di trilioni di segnali di produttività in Microsoft 365 e delle tendenze del lavoro su LinkedIn.
Partendo dai dati sulla produttività, l’analisi conferma l’incremento dei tempi di connessione dei lavoratori, che in questa fase emergenziale sono stati in grado di rimodellare la propria giornata per soddisfare le esigenze lavorative e personali. Le riunioni e le chat aumentano, spesso estendendosi oltre il tradizionale orario lavorativo.
La media settimanale del tempo trascorso in riunioni su Teams a livello globale è aumentata del 252% da marzo 2020, e il lavoro extra-time e nel fine settimana è cresciuto rispettivamente del 28% e del 14%.
Nuove scale di valori dei dipendenti
In questo scenario, i manager si interrogano su come far funzionare il lavoro ibrido, sul ruolo dell’ufficio, sul modo in cui i team possono creare valore in un mondo digital-first. La sfida delle organizzazioni è quella di soddisfare le nuove modificate aspettative dei dipendenti bilanciando i risultati aziendali in una nuova economia digitale e imprevedibile.
Il mercato italiano è in linea con le tendenze a livello globale: i dipendenti hanno una nuova visione di ciò che vogliono dal lavoro e di cosa sono disposti a sacrificare per esso. Il 54% dei lavoratori italiani è oggi più propenso a dare priorità alla propria salute e benessere rispetto al lavoro. Un trend che trova riscontro anche nel dato di chi ha lasciato il lavoro lo scorso anno: il 17% in Italia, quasi uno su cinque. Il “Great Reshuffle” interessa dunque anche il nostro Paese, seppure in misura leggermente inferiore che a livello globale: il 37% dei lavoratori dichiara che probabilmente prenderà in considerazione un nuovo lavoro nel prossimo anno, contro il 43% a livello globale. Un fenomeno che interessa soprattutto le fasce più giovani, con quasi il 50% della Gen Z e dei Millennials italiani che considera questa ipotesi.
Il ritorno in ufficio
Tra i lavoratori cresce il desiderio di flessibilità; il 41% di loro considera di passare a modalità di lavoro remote o ibride nel prossimo anno. Un desiderio dettato anche da un senso di isolamento patito quest’anno: il 54% dei lavoratori “ibridi” italiani, infatti, avverte un maggiore senso di solitudine sul posto di lavoro rispetto al periodo pre-pandemico. In generale, molti dipendenti ibridi stanno valutando il passaggio a remoto, mentre ancora più dipendenti remoti stanno valutando il passaggio a ibrido nel prossimo anno.
Secondo il 49% dei dirigenti italiani, la principale sfida nel lavoro del futuro sarà infatti la capacità di ingaggiare i dipendenti in attività di relazione e di costruire un senso di comunità a livello aziendale, trovando anche strumenti adeguati per l’empowerment delle persone, per l’inserimento di nuove risorse e per trattenere i talenti che lavorano in modalità ibrida o in smart working.
A fronte di ciò, per il 47% dei dirigenti italiani la propria azienda prevede un rientro a tempo pieno in ufficio nel 2022 (il 50% a livello globale). Per questo, il 56% dei manager sostiene che la leadership aziendale non sia allineata alle aspettative dei dipendenti e il 71% dei manager auspica di avere maggiori margini di manovra per gestire il cambiamento dei team.
Un’ulteriore sfida è quella di motivare i dipendenti al ritorno in ufficio, trovando nuovi stimoli e opportunità. Il 33% dei lavoratori “ibridi” in Italia trova infatti difficile capire quando e perché lavorare dall’ufficio. A fronte di questa situazione, solo il 27% dei dirigenti italiani ha pattuito nuovi accordi aziendali per il lavoro ibrido. Serve ripensare il ruolo dell’ufficio, adottando nuove modalità e accordi sulla gestione dei flussi e delle riunioni di persona. Queste nuove norme dovranno garantire che lo spazio dell’ufficio sia arricchente per i dipendenti, aiutandoli a sentirsi connessi e parte dell’azienda. A questo proposito, il 46% dei dipendenti in Italia si dichiara aperto a sfruttare anche spazi digitali immersivi nel metaverso per future riunioni.
“Non si può cancellare l’esperienza vissuta e l’impatto che gli ultimi due anni continueranno ad avere sul mercato del lavoro, poiché flessibilità e benessere sono diventati elementi non negoziabili per i dipendenti – commenta Jared Spataro, corporate vice president, Modern Work di Microsoft –. Accogliendo e rispondendo in modo proattivo a queste nuove aspettative, le aziende hanno la possibilità di ripensare l’impostazione del proprio business e il ruolo dei dipendenti per raggiungere obiettivi di successo in un orizzonte di lungo termine“.
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